Stare male per troppo cibo o morire di fame, la malnutrizione è un problema diffuso che dopo la recente crisi economica subita dall’occidente non riguarda più soltanto i paesi in via di sviluppo
di Mattia Trinca, Liliana Bronzatti, Sara Guiducci, Romano Orlandini, Francesca Romana Papi, Federico Testa e Giulia La Marra, Classi IV H e IV I Liceo Ignazio Vian – Anguillara Sabazia
La nutrizione è tra i bisogni fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo, ma il nord e il sud del mondo devono affrontare il problema dell’alimentazione in maniera completamente contrapposta.
Il problema dell’alimentazione globale fu affrontato per la prima volta agli inizi del secolo scorso da Vittorio Emanuele III, ma solo alla fine della seconda guerra mondiale si riuscì a istituire la prima organizzazione mondiale: l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) con sede a Roma dal 1951.
.La popolazione mondiale si trova in una situazione molto sbilanciata per quanto riguarda il consumo del cibo, e i paesi di tutto il mondo ne risentono in un modo o nell’altro: negli Stati Uniti e in molti paesi europei si riscontra un alto tasso di obesità per l’eccessivo consumo alimentare, cibo poco poco salutare e uno stile di vita sedentario. Al contrario nella maggior parte dei paesi di Africa e Asia, invece, larghe fasce di popolazione è sotto alimentata, e nell’età infantile il 45% dei decessi sotto i 5 anni è causato dalla malnutrizione. Il mondo dunque, è diviso in due parti . e questa grande differenza è anche data dal fatto che la produzione alimentare è concentrata soprattutto nella parte settentrionale dell’ emisfero.
Il territorio riservato per la produzione di alimenti copre 1,4 miliardi di ettari di suolo, questo dato fa capire l’enorme quantità di cibo che deve essere prodotta, una parte dei prodotti viene utilizzata anche per produrre biocarburante per le automobili.
Una produzione tanto grande, però, non viene considerata preziosa dalla società occidentale che ogni anno spreca enormi quantità di cibo senza rendersene conto, infatti la quantità che ciascuno di noi getta ad ogni pasto sembra poca cosa, ma buttare il cibo significa sprecare anche la terra, l’acqua, i fertilizzanti – senza contare le emissioni di gas serra climalteranti – che sono stati necessari per la sua produzione e di conseguenza anche l’ambiente risultato inquinato, sfruttato e alterato . Gli sprechi riguardano tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola e colpiscono indistintamente tutti i Paesi. Gli sprechi a livello domestico nel nostro Paese sono i più rilevanti, il 42% del totale, e costano oltre 25 euro al mese a famiglia. Un cibo che non nutre nessuno non solo è inutile, ma è anche dannoso!
Per produrre gli alimenti che invece si sprecano, in Italia ogni anno vengono dispersi 1225 milioni di metri cubi di acqua, ovvero il consumo annuo necessario a 19 milioni di persone, e circa 24,5 milioni di tonnellate di CO2, pari a circa il 20% delle emissioni di gas serra del settore dei trasporti. Inoltre vengono sprecati anche il 36% dell’azoto dei fertilizzanti, utilizzati senza motivo, con i relativi impatti e costi ambientali che ne conseguono. Ridurre lo spreco di cibo significa quindi contribuire anche a salvaguardare la qualità dell’ambiente. Basti considerare che un terzo della quantità di cibo sprecato ogni anno potrebbe sfamare 793 milioni di persone che soffrono la fame.
Lo spreco alimentare riguarda anche gli alimenti sia confezionati che freschi, in vendita nei supermercati, che non vengono acquistati entro la data di scadenza e per questo “scartati”.
Lo stesso problema riguarda anche Anguillara Sabazia, il nostro paese, dove sul lungo lago, abbondano bar, ristoranti, pizzerie e punti di ristoro.
Per capire meglio come viene trattato il cibo scaduto, abbiamo realizzato una piccola inchiesta informazioni direttamente tra i venditori.
L’agriturismo “Il Marchione” difficilmente si trova con quantità ingenti di prodotti scaduti o invenduti: la carne in vendita è di loro produzione ed essendo fresca si conserva più a lungo, quindi ha più possibilità di essere venduta; gli avanzi di cibo dei clienti del loro agriturismo che frequentano l’agriturismo non viene sprecato, ma riutilizzato come mangime per i maiali dell’ allevamento.
Il supermercato Emmepiù riconsegna alle rispettive aziende di produzione l’ 80 % del cibo scaduto che è composto soprattutto da prodotti confezionati, mentre il pesce e la carne difficilmente rimangono invenduti fino alla scadenza.
Un gruppo di cittadini di Anguillara ha dato vita al primo progetto “Emporio della solidarietà” in collaborazione con l’associazione Anguillara Bene Comune, la Caritas di Anguillara, la parrocchia Regina Pacis e la CONAD per combattere lo spreco alimentare in favore dei concittadini più bisognosi. Il supermercato fornisce settimanalmente prodotti in scatola che hanno qualche difetto nella confezione ma che sono perfettamente sigillati e commestibili.
Sarebbe interessante poter condurre una indagine a tappeto su tutto il territorio di Anguillara e degli altri comuni che si affacciano sul lago di Bracciano, al fine di analizzare la situazione e mettere in piedi un meccanismo virtuoso di raccolta e riutilizzo dei prodotti in scadenza o in surplus.
FONTI: it.wfp.org/la-fame/statistiche