“L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile.
Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando.
(Hubert Reeves)”
A volte sono proprio i luoghi che si trovano dietro casa quelli che non si conoscono. Dato che si è consapevoli della loro esistenza e si è influenzati dalla vicinanza spesso si tende a rimandare una possibile visita. Per molti di noi anche la palude di Torre Flavia rientra tra questi.
Via Roma, una staccionata pedonale segna l’ingresso alla palude, è estate, fa caldo, si attraversa velocemente il canneto perché la meta è la spiaggia, non abbiamo quindi tempo per osservare cosa c’è davanti ai nostri occhi.
Oggi proviamo a farvi conoscere la palude di Torre Flavia, sperando che dopo aver prestato attenzione a queste poche righe vi soffermerete a guardare con occhi diversi quello che fino a ieri pensavate fosse uno dei tanti accessi per raggiungere il mare.
Il Monumento naturale “Palude di Torre Flavia” (gestito dalla Città metropolitana di Roma Capitale) si estende tra i Comuni di Cerveteri e di Ladispoli è un’ area protetta individuata come Zona di Protezione Speciale (ZPS “Torre Flavia”; codice IT6030020) nell’elenco ufficiale del Ministero dell’Ambiente a seguito della sua individuazione sulla base della Direttiva 147/2009/CE “Uccelli”, mentre nella zona antistante il mare aperto è anche presente un Sito d’Importanza Comunitaria (“Secche di Torre Flavia”, SIC IT6000009; Dir. 92/43/CEE; Habitat) individuato per la presenza di praterie di Poseidonia oceanica (Regione Lazio, 2004).
L’elemento che caratterizza maggiormente il paesaggio di Torre Flavia è la presenza di specchi d’acqua con alternanza di aree asciutte ed umide. L’area della palude vera e propria infatti è composta da piccole aree umide, canali e più estesi stagni gran parte dei quali non sono permanenti. Durante e dopo le piogge gli avvallamenti si riempiono di acqua che nelle stagioni secche si prosciuga seguendo anche gli andamenti della falda. La monotonia delle forme e dei colori è solo apparente: inoltrandoci per pochi metri si passa dalla spiaggia, alle dune e successivo avvallamento retrodunale, di seguito i canali, le praterie; ciascun paesaggio ha un suo specifica funzione e caratterizzazione. Percorrendo i sentieri del Monumento naturale percepiamo la vegetazione come un mosaico estremamente frammentato, apparentemente caotico e discontinuo, di erbe alte, scirpi e giunchi, talvolta interrotto da pozze d’acqua vegetate e canali bordati di canne che arrivano fino alla spiaggia, con alternarsi sulla duna di presenza sporadica di vegetazione pioniera.
La flora del Monumento naturale “Palude di Torre Flavia”, nonostante le profonde alterazioni dell’ambiente e il continuo effetto negativo di numerosi fattori di disturbo, è sorprendente per varietà e qualità. Sono state rilevate 136 specie vegetali: fra queste 9 sono protette e/o di alto interesse conservazionistico e numerose altre sono descrittori tipici di Habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE o caratteristiche di comunità esclusive della vegetazione costiera. Anche la biodiversità della fauna lascia immaginare la bellezza del sito: 180 specie. Le specie di uccelli che popolano la palude sono per lo più specie migratorie pertanto per apprezzare al meglio la palude nella sua integrità naturalistica è preferibile la stagione invernale.
Il sito vanta di essere sito di nidificazione dei fratini (Charadrius alexandrinus) specie minacciata a rischio di estinzione e quest’anno gli ultimi due nati (soprannominati dai volontari Speedy e Gonzales) si divertono a farsi notare tra i bagnanti!
Un piccolo fratino appena uscito dall’uovo (ph. Giancarlo Grillo)
Una forte minaccia per la palude è dovuta all’erosione costiera che spesso mette a repentaglio in certi tratti confinanti con la costa l’esistenza della palude stessa: le mareggiate possono facilitare l’afflusso di acque marine nella palude visto l’esile rilievo “dunare” ed investire lo specchio d’acqua interno, con il rischio di perdere parte del monumento naturale ad ogni mareggiata.
Ad oggi grazie alla fitta rete di volontari che ogni giorno presiedono l’area siamo riusciti a mantenere la sua integrità e a tutelare quelle specie a rischio di estinzione. Quest’anno il sito è stato frequentato da 3500 studenti della scuola primaria e secondaria che hanno partecipato al progetto “Isola del tesoro/Parco attivo” e diventando Torre Flavia la prima area protetta gestita dai bambini.
Questo percorso richiede la presenza di più tecnici ambientali competenti e più risorse (come ad esempio pannelli informativi, capanni di osservazione, staccionate ecc) per questo chiediamo alle Amministrazioni coinvolte un impegno più concreto affinché sia possibile continuare a tutelare un bene così prezioso e fragile come la palude di Torre Flavia, ricordandoci che per i territori di Cerveteri e Ladispoli averla deve essere motivo di vanto.
Non dimentichiamoci che la Palude di Torre Flavia ha vinto il premio nazionale EBN per il sito ove è possibile osservare più facilmente un gran numero di specie di uccelli.
Dott. Corrado Battisti
Funzionario Responsabile
Monumento Naturale palude di Torre Flavia
Dott.ssa Francesca Laurini
Esperta in monitoraggio e riqualificazione ambientale