Torna sotto la lente di ingrandimento di Legambiente la foce del Rio Torto, confine amministrativo tra i comuni di Ardea e Pomezia, fra gli abitati di Torvajanica e Marina di Ardea, dove martedi 1 agosto i volontari del “cigno verde” si sono ritrovati in un blitz per esporre lo striscione CHE VERGOGNA.
Già il mese scorso con i risultati delle analisi di Goletta Verde che decretavano la foce fortemente inquinata, l’associazione ambientalista aveva chiamato questo punto di litorale un “malato cronico” perché con acqua fortemente inquinata tutti gli anni.
Nelle ultime settimane sono poi state decine le chiamate di cittadini ai volontari di Legambiente, per denunciare continui miasmi, presenza di liquami evidentemente non depurati e passaggi notturni di autocisterne al seguito dei quali l’acqua del fosso sembra fortemente peggiore.
Oltre a queste segnalazioni sono arrivate anche quelle di medici di base del luogo che raccontano di molti casi di irritazioni cutanee a seguito di bagni nel mare “sono anni che segnaliamo in questo luogo preciso, la presenza di scarichi di liquami direttamente nei pressi della foce, è una vergogna che in tutto questo periodo, e ancora oggi, non si contrasti in alcun modo lo scempio del mare a sud della capitale – ha detto Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – una ricchezza inestimabile che sembra scomparire di fronte all’aggressione dell’abusivismo fognario e del malfunzionamento degli impianti di depurazione. Decine di cittadini ci stanno segnalando i maleodori ma anche strane soste notturne di autocisterne, dopo le quali il fosso sembra in condizioni peggiori di prima; i medici di base del posto ci raccontano di forti reazioni cutanee che si manifestano su alcuni bagnanti del territorio. Noi consegneremo alle autorità competenti un esposto nel quale racconteremo tutte queste segnalazioni che ci stanno arrivando, insieme ai pessimi dati di Goletta Verde relativi alla forte presenza in quest’acqua di Enterococchi Intestinali ed Eschirichia Coli, microrganismi di origine fecale la cui presenza è direttamente derivante da illegalità fognarie o malfunzionamenti depurativi. Chiediamo poi ai Comuni costieri di battere un colpo, attivando un monitoraggio del territorio”.