Venerdì 15 settembre, alle ore 19,00, si terrà nella sala delle Conferenze dell’Archivio Storico di Bracciano, situata in Piazza Mazzini 5, una conferenza dal titolo “Domestico? No grazie! L’uso delle “erbacce” nella preistoria nordafricana”, a cura di Giovanni Lucarini.
Il Nord Africa offre dei dati fondamentali per lo studio dello sfruttamento delle piante durante gli ultimi 10.000 anni della nostra storia. Le informazioni provenienti sia dalle regioni sahariane che da quelle del Mediterraneo meridionale mostrano che, anche dopo l’introduzione di frumento e orzo domestici in Nord Africa dal Vicino Oriente e dalla penisola iberica, intorno al 5500/5000 a.C., le graminacee spontanee locali, le “erbacce africane”, non caddero mai in disuso.
In particolare, i depositi neolitici della Grotta di Haua Fteah in Cirenaica e del Villaggio di Hidden Valley nel Sahara egiziano – siti che saranno presentati in questa conferenza – mostrano entrambi una totale assenza di grani domestici, contrapposta a una grande abbondanza di specie selvatiche locali. Questi stessi siti hanno restituito anche un gran numero di pietre da macina che sono state sottoposte a sistemi innovativi di analisi funzionale. Queste analisi, mai condotte prima in tali contesti, hanno permesso di individuare microscopiche tracce di macinazione e granuli di amido conservati sulla superficie di questi strumenti in pietra per circa 7000 anni. Questi risultati confermano che diverse specie di graminacee spontanee venivano raccolte dai gruppi neolitici, e consumate dopo essere state macinate. L’importanza delle piante selvatiche nell’economia dei gruppi umani nordafricani è stata spesso sottovalutata, soprattutto per i periodi successivi all’introduzione dei grani domestici. I dati provenienti dai contesti archeologici presentati in questa conferenza mostrano, di contro, come le “erbacce” nordafricane abbiano continuano per migliaia di anni a rappresentare una fonte di cibo primaria e insostituibile.
Profilo Relatore
Giulio Lucarini è ricercatore presso il McDonald Institute for Archaeological Research, Università di Cambridge e professore a contratto di Archeologia Africana presso l’Università di Addis Abeba. La sua linea principale di ricerca è rivolta alle modalità di adattamento umano all’ambiente nel passato e al passaggio dalle economie di caccia e raccolta alla comparsa delle prime società agricole e pastorali nelle regioni comprese tra il Sahara e la costa meridionale del Mediterraneo. In particolare, uno dei suoi interessi principali, scelto anche come tematica del suo dottorato di ricerca presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, è rivolto allo sfruttamento delle graminacee selvatiche da parte dei gruppi neolitici sahariani; questo sarà anche l’argomento della sua conferenza. Un’ulteriore linea di indagine che lo ha visto coinvolto in anni recenti riguarda lo studio e la conservazione dei siti di arte rupestre. In questo ambito, ha contribuito a sviluppare programmi di formazione sulla tutela del patrimonio storico e archeologico rivolti alle comunità locali. Nel corso degli ultimi vent’anni Giulio Lucarini ha svolto un’intensa attività di ricerca sul campo, principalmente in Egitto, Libia e Grecia; è attualmente Direttore della Missione Archeologica nell’Oasi di Farafra e membro di diversi gruppi e progetti di ricerca internazionali. Giulio Lucarini è autore di più di 60 pubblicazioni, tra cui volumi, saggi scientifici e articoli divulgativi.