Siamo davvero molto contenti che in questi mesi di attività Acea Ato 2 sia riuscita a recuperare circa 2300 litri al secondo di acqua. Si tratta – spiegano in una nota i sindaci di Anguillara Sabazia, Sabrina Anselmo, di Trevignano Romano, Claudia Maciucchi, di Bracciano, Armando Tondinelli, insieme al Presidente del Parco Regionale di Bracciano-Martignano, Vittorio Lorenzetti e del Consorzio di Navigazione del Lago di Bracciano, Renato Cozzella – di un importante risultato che però non smorza il senso di amarezza legato alla consapevolezza che queste stesse azioni potevano essere messe in atto molto prima, nell’autunno del 2016 e poi nell’inverno e nella primavera del 2017 quando era del tutto evidente che, come quest’anno, si sarebbe andati incontro ad una stagione siccitosa. Interventi come quelli annunciati dall’amministratore delegato di Acea, Stefano Donnarumma, se messi in atto in tempo avrebbero permesso – spiegano le Istituzioni del Lago – di mitigare l’impatto sulle falde (non solo quelle del lago di Bracciano, ma anche tutte le altre nel resto della Regione Lazio) attenuando così il danno ambientale agli ecosistemi. Purtroppo invece di ridurre i consumi, in quel periodo cruciale Acea aumentò i prelievi dal Lago di Bracciano, senza tener conto della minor disponibilità di acqua presente nel bacino lacustre. Ora però occorre far tesoro degli errori del passato e cercare di costruire un modello di gestione del Lago – e anche delle altre sorgenti – che sia in grado di tener conto della reale disponibilità della risorsa acqua in funzione, non solo dei consumi, ma anche delle precipitazioni e delle esigenze degli ecosistemi. “E’ con questo obiettivo – ribadiscono le Istituzioni del lago – che Mercoledì prossimo (22 novembre) andremo al tavolo tecnico convocato dalla Regione Lazio proprio per discutere delle misure necessarie a far fronte alla crisi idrica del Lago di Bracciano”. Sul territorio la situazione è difficile. Il lago, nonostante lo stop dei prelievi da parte di Acea (solo dal 14 settembre scorso) continua a scendere (si trova ora poco oltre quota meno 196 centimetri rispetto allo zero altimetrico fissato a 163,04 metri sul livello del mare). Gli interventi da mettere in atto sono numerosi. Si deve procedere su più fronti parallelamente. Sul fronte della gestione trasparente del servizio, occorre procedere con l’installazione del misuratore di portata presso gli impianti di derivazione di Castello Vici, e si deve cominciare a pianificare la progettazione e la messa in opera delle saracinesche automatiche. Sul fronte della mitigazione del danno ambientale occorre invece mettere in atto le misure contenute nella relazione rilasciata dall’Ispra tra cui, oltre la rimozione delle alghe dalle spiagge anche i sistemi di monitoraggio costante e continuo dei sistemi biologici del lago. Va poi definita la questione della operatività della motonave Sabazia attualmente ferma presso il molo di Bracciano per impraticabilità degli attacchi e parzialmente arenata. Senza dimenticare la questione di tutti i beni archeologici che sono emersi e che ora hanno bisogno di sorveglianza costante. Occorre poi ampliare la conoscenza dei sistemi geologici di alimentazione del lago e di arrivare a definire al meglio e nel modo più dettagliato possibile i flussi in entrata e in uscita di acqua in modo da poter pianificare al meglio e in maniera partecipata con i cittadini e con il territorio, la gestione della risorsa idrica. Tra le questioni che verranno poste sul tavolo, al quale sono chiamati a partecipare anche Acea Ato 2, il Comune di Roma e la Città Metropolitana, anche la questione degli indennizzi per le attività economiche del territorio che hanno sofferto a causa della crisi idrica del lago.