13 Novembre, 2024
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Il teatro NovoCine di Bracciano: parte prima “La Storia”

Spesso si vive in una città, un paese od un quartiere senza di fatto conoscerne la storia e soprattutto, a nostra vergogna, i punti di riferimento culturale.

Io vivo a Bracciano dal 2001 ed ho sempre sentito nominare il Teatro NovoCine come di un qualcosa di mitico e perso nelle nebbie della leggenda. Così ho iniziato a documentarmi per scoprirne la storia. Certa di far cosa gradita ai nostri lettori, ecco la storia del Teatro NovoCine di Bracciano.

Il cinema-teatro NovoCine venne costruito nel 1948, sulla base di un progetto del noto architetto Vincenzo Monaco, progettista di parte dell’Aeroporto di Fiumicino, del Villaggio Olimpico, della reggia di Farouk e di centinaia di altre prestigiose realizzazioni.

Il progetto della struttura in cemento porta il nome dell’Ingegner Guido Cestelli, un nome che in quegli anni primeggiava insieme a quello di Pier Luigi Nervi.

Il cinema-teatro fu fortemente voluto da Isolina Pulcini (1902-2007). Il padre Vincenzo Pulcini, capostipite della famiglia, desiderava portare il cinema a Bracciano già degli inizi del XX Secolo, dimostrando senso degli affari e una notevole lungimiranza sulle possibilità che offriva quel nuovissimo mezzo espressivo.

Anche centenaria, Isolina Pulcini non rinunciò mai a spronare i sindaci (storico il suo “dobbiamo parlare di affari” con il compianto sindaco Negri) perché dessero al paese quello che altrimenti non avrebbe potuto avere.

Una sala simile infatti avrebbe oggi un costo di costruzione di oltre 14 milioni di euro, con un progetto sicuramente meno prestigioso e resistente nel tempo per bellezza e fruibilità.

La sala, molto più bella dentro di quanto si possa mai immaginare guardandola dall’esterno, ha una galleria da duecento posti ed una platea da 500/600 posti, con 6 colonne alte 9 metri ai lati.

Lo spazio,magistralmente sfruttato, consente posto per numerosi bagni e camerini, per un sottopalco e persino un piccolo appartamento di rappresentanza al primo piano.

Il tetto, apribile, consentiva l’aerazione estiva e la vista delle stelle, agli spettatori.

La sala è stata attiva dal 1949 al 1983 come cinema e teatro per opera ed avanspettacolo, ricevendo artisti del calibro di Rabagliati, Mario Riva, Claudio Villa e Renato Carosone. Vi sono stati ripresi film come “I pompieri di Viggiù” e recitate opere come “La Cavalleria Rusticana” e numerose altre.

Negli anni ’60 la sala venne trattata acusticamente, ottenendo le attuali e splendide prestazioni, che ne farebbero ancor oggi luogo ideale per eseguire concerti e registrazioni.

Dal 1983 al 1992 la sala rimase chiusa, per non convertirla ai film a luci rosse.

Nel 1992 riaprì come sala da ballo liscio con annessa scuola di ballo e ristorazione (pizze), fino a 1998.

Da allora è stata proposta in locazione al Comune in quanto rappresenta la struttura potenzialmente più trainante per l’economia di Bracciano: anche solo 500 persone per 2 giorni a settimana significherebbero 50 mila potenziali presenze in paese, nel duplice senso di romani in trasferta a Bracciano o di braccianesi che trovano intrattenimento in loco. Tutto ciò senza tener conto dei benefici che porterebbe alle altre attività del paese.

Siamo certi che tutti i cittadini braccianesi over 50 avrebbero da aggiungere i loro personali ricordi legati a questo luogo di cultura, ma anche di svago, un luogo storico che meriterebbe di tornare a vivere per donare nuova linfa ad una città che rischia di perdere i suoi punti di riferimento storico-culturali.

 

Monia Guredda

 

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