Una buona notizia per Bracciano; sembra che finalmente il Museo Civico verrà restituito alla cittadinanza e ai turisti.
Per festeggiare ed anticipare questo importante evento culturale è recentemente stato riproposto un reading teatrale che molto successo aveva riscosso durante la sua prima edizione risalente al 2011.
Il reading, nato da un’idea della direttrice del Museo, l’Architetto Cecilia Sodano, e sceneggiato e diretto da Marina Garroni, si avvaleva e si avvale di un contributo della Regione Lazio, che ne ha riconosciuto il valore.
“Io ti adoro, Bella”, questo il titolo del reading, si basa sul carteggio tra Paolo Giordano I Orsini e la sua sposa Isabella de’ Medici, conservato presso l’Archivio Storico Capitolino di Roma e trascritto nel 2010 dall’architetto Sodano proprio per realizzare lo spettacolo. Oltre 200 lettere a testimonianza del profondo amore che legò Paolo Giordano e Isabella e che rendono loro giustizia, dopo secoli di maldicenze sparse ad arte sul presunto femminicidio compiuto da Paolo. Altro importante riferimento per la sceneggiatura sono stati i testi della dott.ssa Elisabetta Mori, studiosa degli Orsini e fino a pochi anni fa responsabile della parte preunitaria dell’Archivio Storico Capitolino. La Mori, nel libro “L’onore perduto di Isabella de’ Medici”, ha per prima raccontato la vera storia dei due basandosi sulla loro corrispondenza.
Le prime tre repliche del reading hanno registrato il tutto esaurito. Sono state poi allestite altre due rappresentazioni per gli studenti del liceo Vian ed una replica per la registrazione dello spettacolo, che verrà diffuso in DVD. L’Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Bracciano, Claudia Marini, ha voluto assistere a tutte le rappresentazioni per il pubblico e ha sempre avuto parole di elogio ad apertura di ogni nuova replica.
Ero davvero incuriosita da questa rappresentazione ed ho assistito alle terza replica, convinta di trovarmi di fronte un prodotto valido ed interessante, ma forse un po’ noioso. Mi sono immediatamente resa conto dell’infondatezza del mio pregiudizio. Innanzitutto la scena, allestita nella tanto piccola quanto affascinante chiesa di San Sebastiano all’Ospedale Vecchio, mi ha subito conquistata. Poi sono entrati in scena i due narratori vestiti semplicemente di nero e cinque attori che interpretavano il prete don Clemente, figura di fantasia nel ruolo di narratore, e Isabella e Paolo nelle due versioni, adolescente ed adulta. L’occhio è stato subito rapito dall’accuratezza e dallo splendore degli abiti e degli accessori, realizzati con stoffe d’epoca dalla bravissima Giovanna Giraldi. Poi è iniziato il reading vero e proprio, basato sì sul reale carteggio intercorso tra i due sposi, ma reso musicale e comprensibile da Marina Garroni e dall’interpretazione degli attori in scena, che non si sono limitati a leggere, ma che hanno dato vita ai personaggi.
Il viaggio nel tempo è durato meno di un’ora, ma l’emozione che lascia è più duratura.
Non possiamo che augurarci che questo reading rappresenti solo il preludio al ritorno del Museo Civico, che rappresenta uno dei fari culturali della nostra comunità ed un motivo di orgoglio per noi tutti grazie alle iniziative intraprese negli anni passati.
Monia Guredda
UN PO’ DI STORIA
Chiesa di san Sebastiano
La chiesa di San Sebastiano fu costruita nel corso del ‘400, forse per volontà della comunità di Bracciano. La comunità ne era certamente proprietaria nel 1459, quando la donò ai padri agostiniani. Nell’abside della piccola chiesa si può ammirare un affresco realizzato dal pittore Antoniazzo Romano, impegnato -a partire dal 1490 nella decorazione del castello. Il dipinto, datato 1495, rappresenta la Madonna in trono con il Bambino, affiancata da San Pietro e San Paolo e dai due santi patroni del paese Stefano e Sebastiano. La mensa dell’altare è stata realizzata tagliando un’epigrafe romana del I secolo d.C. proveniente dall’antica città di Forum Clodii (l’attuale San Liberato); vi è incisa la data del 1473, forse l’anno in cui il precedente altare di legno fu sostituito dalla mensa in marmo. È possibile che la chiesa fosse fin dalle origini collegata all’ospedale, che esisteva a Bracciano fin dal ‘400. Anticamente l’ospedale era una struttura caritativa dove venivano accolti non solo i malati, ma anche i poveri e i forestieri. Per questo gli ospedali erano più esposti al pericolo di epidemie e si costruivano fuori delle mura della città. Nella piccola chiesa di San Sebastiano venivano seppelliti i forestieri e i morti per malattia.
Paolo Giordano Orsini e Isabella de’ Medici
Isabella nacque a Firenze il 31 agosto del 1542 da Cosimo I, granduca di Firenze, ed Eleonora di Toledo, figlia del viceré di Napoli. Il granducato di Firenze era uno dei più importanti Stati d’Italia e Isabella, intelligente, bella e colta, fu educata come si conviene a una principessa.
Paolo Giordano I apparteneva a una delle più antiche e nobili famiglie dell’aristocrazia romana. Era nato nel 1541 già orfano di padre, ed era ancora molto piccolo quando morì anche la mamma. Fu lo zio, il cardinale Ascanio Sforza di Santa Fiora, a occuparsi della sua educazione: gli fece studiare i testi classici, la poesia e la musica, che Paolo amò sempre molto.
Nel 1553 fu stipulato tra Isabella e Paolo il contratto di matrimonio. Fino al 1556 i ragazzi vissero insieme a Firenze; Cosimo accolse Paolo come un figlio e Paolo imparò ad amare Isabella e la sua famiglia. Poi fu richiamato a Roma: non era bene che un feudatario del papa vivesse in un altro Stato presso un altro signore. Cosimo, però, non volle che la figlia lo seguisse a Roma, e i due sposi vissero tutta la vita separati, lui a Roma e lei a Firenze.
Si vollero molto bene e nel corso della loro vita si scrissero centinaia di lettere che si sono conservate fino a oggi e che dimostrano il loro amore.
Isabella morì per una malattia nel 1576, a solo 33 anni. I nemici delle famiglie Orsini e de’ Medici misero in giro, fin dal ‘600, la terribile menzogna che il marito l’avesse strangolata; oggi qualcuno lo crede ancora, anche se gli storici hanno provato il contrario.
Brani tratti da “Bracciano dei ragazzi. Arte, Natura e Storia per piccoli turisti”