Forse quest’anno non sarà possibile, come negli anni precedenti, assistere a concerti dal vivo a Scuola perché non ci è più concessa la sala consiliare, ma fortunatamente don Gianni, il Parroco del “Sacro Cuore”, ha permesso l’uso gratuito dei locali della Parrocchia alla nostra Scuola, la “Corrado Melone” e così almeno è stato possibile assistere ad un evento musicale, più unico che raro a Ladispoli: la rappresentazione di un’opera lirica. Infatti, il 29 gennaio, ci siamo recati a piedi presso la parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” per assistere alla “Traviata” di Giuseppe Verdi e tutte le classi terze medie dell’istituto comprensivo “Corrado Melone”, grazie a questo progetto organizzato dalla Scuola, hanno potuto assistere ad una esibizione che sebbene fosse un po’ impegnativa per la nostra età (abbiamo 13 o 14 anni) abbiamo ascoltato con compostezza, serietà ed anche commozione. Dell’ensemble orchestrale faceva parte anche il nostro docente di musica, il professor Sergio Cozzi. A spiegare cosa sarebbe successo nei vari atti vi era la professoressa Carmen D’Onofrio.
L’opera inizia nella casa parigina di Violetta Valery, una cortigiana protetta dal barone Douphol, durante una delle sue tante festicciole. A Violetta si presenta Alfredo Germont, un suo ammiratore segretamente innamorato. Alfredo le rivelerà il suo amore, quest’ultima, però, incapace di amare, riesce solo a proporre un’amicizia. Quando finisce la festa e Violetta rimane sola, ripensa alle parole di Alfredo e si chiede se anche per lei esista la possibilità di innamorarsi e cambiare vita; ma si risponde di no: tutto quello che può fare è vivere sempre libera e dedicarsi al piacere. Tuttavia la voce dell’amore riecheggia nei suoi pensieri, anche se lei la vuole respingere.
Finisce il primo atto e, dato che per tutti noi è la prima volta che assistiamo all’Opera, rimaniamo impressionati dai toni di voce del tenore e del soprano che dominano nella sala e dalla bellezza della musica che ascoltiamo.
Il secondo atto si avvia con Alfredo e Violetta che vivono ormai felici da tre mesi nella casa di campagna di Violetta. Alfredo riflette sulla sua felice condizione, quando sopraggiunge Annina, la domestica di Violetta, che ammette che Violetta è stata a Parigi per vendere tutti i beni coi quali poter pagare le spese di mantenimento della casa. Alfredo promette di andare lui stesso a sistemare gli affari e raccomanda ad Annina di non far parola del loro dialogo con Violetta. Poco dopo, Violetta viene invitata ad un ballo a casa di Flora, una sua amica. In casa, in quel momento, compare Giorgio Germont, il padre di Alfredo, che la accusa di voler spogliare il figlio delle sue ricchezze. Violetta allora gli mostra i documenti che provano il contrario: la vendita di ogni suo avere per mantenere Alfredo. Così il vecchio signore capisce la situazione. Pur convinto dell’amore che lega Violetta al figlio, egli le chiede un sacrificio per salvare il futuro dell’altro genito. Infatti Germont spiega di avere anche una figlia e che se Alfredo non torna subito a casa, rischia di mettere in pericolo il matrimonio della sorella. Violetta, per amore, accetta di lasciare Alfredo. Dopo poco che Giorgio aveva lasciato la casa, Alfredo rientra agitato perché ha saputo della presenza del padre. Violetta però fugge per non rivelargli nulla. Alfredo, quando vede la lettera sul tavolo, capisce che lei è alla festa, e, infuriato, decide di recarsi anche lui a casa di Flora, nonostante le suppliche del padre. Violetta arriva accompagnata dal barone, e successivamente entra Alfredo che vince al gioco il barone e incassa una grossa somma di denaro. Violetta lo chiama e lo supplica di andarsene e per convincerlo gli dice di essere innamorata del barone. Alfredo, ancora più arrabbiato, fa una scenata e le getta i soldi ai piedi, chiamando tutti a testimonio che lui l’ha pagata, trattandola come una prostituta. Violetta sviene. Tutti gli invitati condannano questo gesto, anche suo padre, che nel frattempo li ha raggiunti alla festa.
Violetta perdona Alfredo perché lui non può capire che lei si sta comportando così proprio perché lo ama, ha fine il secondo atto e noi siamo incantati dalla magnificenza dell’esibizione: del canto e della musica. Dopo una breve preparazione del palcoscenico ha inizio il terzo e ultimo atto.
Violetta giace a letto, ormai gravemente malata di tubercolosi, e sente che ormai le resta poco da vivere: dice addio a bei sogni del passato e invoca il perdono di Dio. Giorgio Germont le ha scritto una lettera in cui le spiega che ha detto tutta la verità ad Alfredo: lo ha messo al corrente del sacrificio che lei ha fatto, e ora lui sta tornando a Parigi per chiederle perdono. Violetta si logora nell’attesa, il tempo sembra non passare mai. Infine Alfredo arriva e Violetta nel rivederlo sente rinascere la speranza; vorrebbe andare in Chiesa a ringraziare Dio, ma sviene; si rende conto che ormai sta morendo, proprio adesso che più che mai vorrebbe vivere. Anche il padre di Alfredo, pentito di quello che ha fatto, fa in tempo a chiederle perdono prima che si spenga.
La fine del terzo atto è accompagnata dalle lacrime di molti di noi. La magnificenza dello spettacolo segna nel profondo e crediamo che l’Opera lirica sia un fondamentale tassello della cultura italiana, che deve essere conosciuto e preservato. Siamo convinti che l’educazione all’ascolto di opere liriche sia importante per gli studenti, anche se all’inizio potrà risultare difficoltosa, e proponiamo di ripetere l’esperienza.
James Russel Precilla 3H