Il giorno 27 marzo 2018, su invito specifico di Matteo Miceli, autore del libro “Tre capi non bastano”, noi ragazzi della I H e IIH dell’Istituto Comprensivo “Corrado Melone”, ci siamo recati alla presentazione del suo ultimo lavoro. Matteo Miceli è un esperto velista romano che, nel suo libro, racconta la sua esperienza tra gli oceani. L’evento, promosso dall’associazione “Scuolambiente”, è stato organizzato presso la Sala Ruspoli di Cerveteri che si affaccia sulla bellissima Piazza di S. Maria Maggiore. Qualche giorno prima, la professoressa di italiano ci aveva parlato di Miceli e delle sue imprese straordinarie. Quando siamo arrivati siamo stati accolti cordialmente e abbiamo occupato i posti che ci erano stati riservati, eravamo tutti un po’ emozionati nel conoscere questo personaggio così particolare! La sala era gremita di gente: esponenti della Capitaneria di porto e della Guardia Costiera, rappresentanti delle Forze dell’Ordine ed esponenti delle varie associazioni veliche e ambientaliste presenti sul territorio. La presentazione del libro “Tre capi non bastano” ha avuto inizio con la proiezione di un video in cui era presentata la routine della vita in mezzo al mare. Per cinque mesi, da solo sulla sua barca, Matteo Miceli ha realizzato un sogno: fare il giro del mondo in solitaria con una barca a vela, senza utilizzare una goccia di carburante, sfruttando l’energia del vento, le idroturbine e alcuni pannelli solari. Ha viaggiato in totale autosufficienza alimentare: sulla barca c’era un dissalatore, un piccolo orto e due galline di nome “La Bionda” e “La Mora”. Ovviamente, quando poteva, pescava e conservava il pesce che prendeva per i giorni successivi.
Aveva pianificato tutto l’itinerario che, per poco, a causa di uno sciocco incidente, non è riuscito a completare: partenza da Civitavecchia, Riva di Traiano, il 19 ottobre del 2014, raggiungere l’oceano Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra, poi superare il Capo di Buona Speranza, passare nell’oceano Indiano, raggiungere l’oceano Pacifico, superare Capo Leeuwin, a sud dell’Australia, e infine doppiare Capo Horn e risalire l’oceano Atlantico per tornare a casa. Circa 20 giorni prima della data prevista dell’arrivo in Italia, precisamente il 13 marzo 2015, a largo delle coste del Brasile, la barca ha perso la chiglia spezzata da un cavo abbandonato nel mare e la bara si è ribaltata. Matteo si è salvato grazie ad un gommone e ha lanciato la sua richiesta di aiuto. Una nave vicina si è allora recata sul luogo del naufragio e l’ha portato in salvo. Nonostante questo, Matteo Miceli non si è arreso. Tempo dopo, con alcuni tecnici, è tornato in Brasile, nella zona del naufragio, e con una idonea attrezzatura è riuscito a recuperare la sua barca “Eco 40” per riportarla in Italia. Ora si trova al Porto di Traiano in fase di riparazione. Matteo Miceli ci ha raccontato che vorrebbe ripartire per un’altra avventura, stavolta non da solo ma in compagnia. Infatti sta ristrutturando la “Eco 40” per un nuovo viaggio che forse effettuerà verso la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Naturalmente incuriositi dalla sua avventura, non abbiamo perso l’occasione per porgere tante domande e abbiamo anche ricevuto i complimenti dei presenti per la pertinenza delle nostre curiosità.
Matteo ci è sembrato una persona buona, gentile e altruista, ma anche molto coraggiosa. Le sue parole trasmettevano varie emozioni: paura, coraggio, ma soprattutto la passione di realizzare un sogno. È un uomo da imitare e da stimare perché non si arrende mai e, seguendo le sue imprese, riesce a far vivere a tutti un’avventura straordinaria! Ed è quello che faremo leggendo il suo libro. In futuro saremmo molto felici se potessimo fare un piccolo giro in barca con lui e con “Eco 40”.
Siamo stati contenti di questa uscita didattica perché ci ha regalato un grande insegnamento: NON ARRENDERSI MAI.
classe I H tempo prolungato I.C. “Corrado Melone