Emiliano Minnucci, ex sindaco di Anguillara, già deputato della Repubblica: che effetto le fa, ora, passare nel Consiglio regionale del Lazio?
«All’inizio della campagna elettorale ho sottolineato come l’esperienza da Parlamentare sia stata fondamentale per me e per il mio impegno politico. L’ho condotta con grande senso di responsabilità e con la voglia di rappresentare la mia Nazione con disciplina ed onore. Ho vissuto questi anni fino alla fine, sapendo, come ho sempre ribadito, che in fondo ogni fine è un nuovo inizio. Bene, partendo da quest’ultima considerazione, per me l’esperienza in Consiglio regionale rappresenta un nuovo inizio fatto però di ascolto, impegno e presenza. L’obiettivo è quello di raccogliere le istanze dei nostri territori e affrontarle con serietà anche dalla Pisana, al fine di garantire alla nostra Regione un futuro di crescita e sviluppo».
Il presidente Zingaretti ha affermato: «Non esiste una maggioranza. sarebbe stupido negarlo o non prenderne atto. Questo scenario rappresenta un fattore di difficoltà per l’esecutivo ma anche una grande sfida per me e per il Consiglio». Per lei che sfida è?
«L’analisi del Presidente è senz’altro giusta e impone un grosso senso di responsabilità per tutti a partire dall’intero Consiglio regionale che, come dice lo stesso Zingaretti, non può e non deve cercare scorciatoie. Siamo chiamati, piuttosto, ad aprire un percorso concreto improntato su un dialogo attento alle vere esigenze del Lazio e dei suoi territori. Sanità, trasporti e sviluppo: su temi come questi non abbiamo bisogno di fare melina, con l’obiettivo di contrastare l’una o l’altra forza politica, ma piuttosto favorire una politica che aggredisca i problemi dei cittadini e che garantisca sostegno ai nostri enti locali. Abbiamo necessità di confrontarci e trovare soluzioni realizzabili e idonee per fare del Lazio una regione migliore. Occupare gli scranni della Pisana solo e soltanto per condizionare a proprio favore la tenuta della Giunta, incentivando peraltro l’immobilismo del Consiglio, sarebbe un grave errore: a quel punto non avrebbe senso andare avanti».
Zingaretti ha anche detto che il Lazio può «tornare a essere protagonista italiano dello sviluppo». Le chiedo a nome del nostro territorio che rappresenta e che l’ha eletto: quali sono le possibilità di sviluppo che lei vede?
«Favorire una sostanziale crescita del nostro territorio vuol dire incentivare lo sviluppo della nostra regione. Quando parliamo del nostro territorio parliamo del lago, e perciò di ambiente e turismo, parliamo dell’ospedale ‘Padre Pio’, e perciò di sanità, parliamo di aziende agricole, e perciò di lavoro e di impresa. Per questo, dunque, è fondamentale mettere in campo azioni utili a favorire questi aspetti a partire dalla salvaguardia del bacino, dal potenziamento della linea ferroviaria FL3, da un sostanziale miglioramento del TPL e un serio rilancio del nosocomio di Bracciano. Senza dimenticare, poi, la messa in sicurezza di quella via Cassia e della Cassia Bis che rappresenta la vera porta di entrata nella Capitale per i nostri concittadini. Poi, in questo contesto, c’è il tema dell’occupazione: in tal senso abbiamo il dovere di sostenere e rafforzare le politiche messe in campo in questi ultimi anni dalla stessa Regione Lazio a sostegno della formazione e dell’accesso al lavoro come ‘Garanzia giovani’, i progetti per l’orientamento specialistico, di ‘Torno subito’, della staffetta generazionale e dello stesso contratto di mestiere».
La situazione del lago rimane complicatissima. Lei si è recentemente scagliato contro il ricorso presentato da Acea Ato 2 al Tribunale delle acque del Lazio per bloccare l’ultima delibera regionale. Che fare?
«La battaglia per il lago di Bracciano ha rappresentato senza ombra di dubbio il cuore della mia attività parlamentare, perlomeno in quest’ultimo anno e mezzo. Facciamo il punto: dopo i ricorsi avanzati al Tribunale delle acque da parte della sindaca Raggi, la Regione Lazio ha bloccato le captazioni di Acea obbligando la stessa a considerare il lago di Bracciano come una semplice riserva idrica e, anzi, finanziando l’istallazione di un contatore pubblico al fine di controllare il volume dei prelievi. Il dato di fatto è questo, non è un altro. Davanti a questo quadro, ribadisco che la nostra battaglia non è stata una semplice e pretestuosa difesa del nostro territorio ma, piuttosto, un’azione coordinata utile a invitare Acea a mettere in campo investimenti seri per garantire una seria manutenzione della rete idrica che serve Roma e la sua Area Metropolitana. Oggi, per quello che abbiamo fatto con passione e responsabilità, possiamo dire che siamo riusciti non solo a sollevare il problema Acea, ma anche a indurre gli organi competenti a scendere in campo con azioni utili a salvaguardare il nostro lago. Oggi, anche con le risorse garantite dalla Regione Lazio utili per l’istallazione del contatore pubblico, possiamo tranquillamente sostenere di aver raggiunto il nostro risultato. Malgrado questo, però, è fondamentale non abbassare la guardia: in questo senso, ritengo necessario proseguire il percorso verso l’attuazione della legge regionale sull’acqua pubblica che rappresenta l’unica strada utile per tutelare l’ambiente e le sue eccellenze”.
Francesco Persiani