9 Novembre, 2024
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Ladispoli. Il sindaco Grando “Trani si dimetta, non è degno di fare il consigliere comunale”

Riceviamo e pubblichiamo

“La Flavia servizi continua ad essere l’ossessione di Trani. Il consigliere comunale è monotematico, non parla d’altro, e descrive scenari di un possibile danno erariale che esiste solo nella sua fervida immaginazione”.

Con queste parole il sindaco Alessandro Grando ha replicato agli attacchi giunti dall’esponente dell’opposizione in merito alla Flavia Servizi, la municipalizzata del comune di Ladispoli.

“Non so da cosa scaturisca questo attaccamento alla partecipata comunale da parte dell’ex assessore che, vista la sua disastrosa gestione, avrebbe dovuto avere almeno la decenza di chiedere scusa ai cittadini per tutti i soldi pubblici che ha imperdonabilmente mal gestito. Le azioni dell’ex assessore – prosegue Grando – sono infatti tristemente note a tutti noi ed emblematica della sua cattiva gestione resterà per sempre la vicenda relativa alle società pluri-prorogate che percepivano compensi fuori mercato per la riscossione dei tributi e assumevano amici e parenti di esponenti politici della passata amministrazione. Grazie al nostro tempestivo intervento, quello scempio amministrativo si è finalmente concluso a pochi mesi dal nostro insediamento, con una nuova e legittima rimodulazione del servizio di riscossione dei tributi. Anche in quella occasione il consigliere comunale Trani parlò di danno erariale presentando esposti in ogni dove e millantando ragioni che sono rimaste, come sempre, lettera morta. Ma facciamo veramente chiarezza. La vicenda relativa al cambio sull’organo di revisione della partecipata comunale nasce come sempre da qualcosa di sbagliato che è stato commesso da chi ci ha preceduto, cioè da Trani quando si tratta di bilanci e di partecipate. Il collegio dei revisori di Flavia Servizi, che avrebbe dovuto essere composto da 3 membri effettivi e da 2 supplenti, è stato nominato dalla precedente amministrazione in maniera anomala: sono stati nominati solo i 3 titolari, senza i due supplenti necessari, e non è mai stato pubblicato alcun decreto da parte dell’ex sindaco, atto obbligatorio per la nomina ufficiale. A pochi mesi dal nostro insediamento uno dei 3 membri del collegio dei revisori ha rassegnato le proprie dimissioni ma, non avendo a disposizione alcun supplente, non poteva essere rimpiazzato.

In quel momento ci siamo resi conto della mancanza anche del decreto sindacale. Essendo in carica un collegio nominato con queste carenze abbiamo approfittato dell’occasione per cercare di risparmiare soldi pubblici, di fatto dimezzando i costi, passando da un collegio di 3 membri ad un revisore unico. Tale procedura si sarebbe conclusa con la trascrizione della modifica richiesta dalla Flavia Servizi da parte della Camera di commercio che, però, ha chiesto di avere da parte del giudice delle imprese un giudizio di merito. Il classico teatrino in cui prima la Camera di commercio accoglie favorevolmente l’iscrizione di un collegio dei revisori incompleto e senza decreto sindacale e poi rallenta l’unica procedura valida attuata dalla società partecipata comunale. Questa è l’Italia! Il nostro operato è stato quindi assolutamente corretto sia dal punto di vista normativo che giuridico e non avremmo avuto alcun problema ad attendere il pronunciamento di merito del giudice delle imprese. L’unica difficoltà poteva essere rappresentata dalle tempistiche, vista la lentezza che caratterizza queste procedure e la necessità da parte della Flavia Servizi di approvare il bilancio entro poche settimane.

Così abbiamo semplicemente rimandato il passaggio da un organo di revisione di 3 membri ad uno composto da un revisore unico, posticipando l’avvicendamento alla scadenza naturale del mandato del Collegio.

Tutto qui, tanto rumore per nulla, in pieno stile Trani.

Altra vicenda è quella dello scorso consiglio comunale, per quanto riguarda il rispetto verso i cittadini che hanno aspettato per 50 minuti l’inizio, il consigliere Trani potrebbe spiegare loro come mai ad un certo punto della seduta si è alzato dal suo posto e si è andato a nascondere fuori dall’aula consiliare. La maggioranza era tutta lì pronta ad argomentare le sue baggianate. Scappando in quel modo – continua il sindaco Grando –  Trani ha mancato di rispetto verso i cittadini che erano in attesa dell’apertura del Consiglio comunale e ha mancato di rispetto nei confronti dei suoi elettori, che lo hanno votato per vederlo prendere delle decisioni e per proporre qualcosa di utile per la città. Il consigliere Trani ha mancato di rispetto verso le società che dopo il tornado che ha colpito Ladispoli hanno lavorato per riparare i danni e che ancora aspettano che Comune dia loro i soldi dovuti.

Quei soldi che per essere liquidati aspettavano gli atti formali che Trani da assessore al bilancio non ha fatto, ma che abbiamo fatto e approvato noi mentre lui si nascondeva. Prima che abbandonasse il palazzetto comunale ho chiesto al consigliere Trani di rimanere in aula almeno per discutere i debiti fuori bilancio che la sua amministrazione, non la nostra, aveva generato, per rispetto nei confronti di quelle società. La sua risposta è stata “non sono miei elettori” e ha proseguito verso l’uscita. Questo è il consigliere Trani, uno che pagherebbe i debiti fuori bilancio solo ai suoi elettori. Un comportamento inqualificabile. Chieda scusa e si dimetta, Trani non merita di ricoprire il ruolo di consigliere comunale”.

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