Riceviamo e pubblichiamo.
I ballottaggi hanno confermato l’avanzare delle destre. Anzi, c’è stata una pericolosa accelerazione. Persino città dove la sinistra ha radici storiche come in Toscana e in Umbria, il Pd è stato sconfitto. Solo a Roma, in quelle due situazioni in cui forze civiche di sinistra, estranee al Pd di Renzi, si sono impegnate unitariamente e in prima persona, si è arginata l’ondata di destra. L’accelerazione è dovuta alla formazione del governo Lega-5Stelle. In questo quadro, Salvini, uomo di punta delle forze reazionarie e razziste, sta egemonizzando l’iniziativa del governo e i 5Stelle sono in difficoltà. La destra sta dettando l’agenda politica e avvelena il clima nel paese.
Il nuovo ruolo della Lega, per loro insperato, è stato dato grazie alla sciagurata politica del “tanto paggio tanto meglio” del Pd, che rifiutando un qualsiasi colloquio programmatico con i 5Stelle, al grido infantile e settario ”meglio i popcorn”, ha aperto la strada alla Lega e alle destre. Queste hanno come prossimo obiettivo politico saldare in un blocco di destra milioni di persone. Una vera sciagura che va sventata.
Il capolavoro politico di Renzi: lo sfaldamento del Pd e l’abbraccio mortale dei 5Stelle con la Lega
Abbiamo assistito attoniti al capolavoro politico di Renzi e dei suoi irresponsabili tirapiedi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: crescita dell’ondata razzista e barbarica, intimidazioni e autoritarismo, nessun provvedimento per i giovani e le fasce sociali popolari, promesse elettorali ridimensionate o messe in secondo piano, confusione e continuità negli indirizzi del governo, avvicinamento politico con le nazioni antidemocratiche europee. All’accelerazione a destra corrisponde anche una crisi delle forze di opposizione: da una parte, avanza inesorabile un processo di sfaldamento del Pd che non reagisce, non espelle il renzismo, non svolta a sinistra, rimane isolato e frastornato; dall’altra parte, un troppo lento processo di formazione di un nuovo partito di sinistra. Complessivamente prevale la frammentazione, il persistere di logiche concorrenziali di corto respiro, una diffidenza reciproca. Mentre nel paese ci sono forze che vogliono unirsi per reagire.
Siamo tutti in una nuova fase politica e ci si deve attrezzare. Certamente il voto del 4 marzo e i ballottaggi hanno segnato la fine dell’epoca del centrosinistra e ha evidenziato l’assoluta inadeguatezza delle forze di sinistra. Una cosa è certa: se a sinistra dovesse permanere a lungo questa situazione, il paese e la democrazia ne pagherebbero duramente le conseguenze. È indispensabile, quindi, che le forze di sinistra si ripresentino agli italiani come una grande forza plurale e unitaria, moralmente integra e includente che sta inequivocabilmente dalla parte delle forze popolari e del riscatto di chi lavora e cerca lavoro. È indispensabile ritrovare la naturale collocazione sociale dalla parte delle forze popolari e del lavoro, dalla parte di chi si batte contro le diseguaglianze e il razzismo, contro il degrado dell’ambiente, dalla parte degli interessi nazionali messi in pericolo dal neonazionalismo.
A sinistra non si può più attendere. Lanciare subito la mobilitazione sociale e culturale
La paralisi del Pd aggrava tutta la situazione politica. Tuttavia, non si può attendere. Dalle forze politiche di sinistra, seppur piccole, e dalle forze sociali e sindacali deve partire un segnale di forte unità e di riorganizzazione, serve una nuova capacità di analisi differenziata, indispensabile per fare politica, cioè per perseguire gli obiettivi di isolamento del populismo di destra, che è il vero nemico della democrazia, e per cacciarlo dal governo. Per questo, i 5Stelle vanno incalzati nel paese con una linea di interlocuzione sui problemi sociali e sui principi costituzionali. È indispensabile non far consolidare in un blocco socio-culturale di massa le forze raccolte dal governo Lega-5Stelle.
La sconfitta è di quelle storiche, ritrovare la giusta collocazione ideale e politica non è cosa semplice, dopo anni di subalternità al liberismo, eppure non si può tardare ad indicare un modello di società alternativo al libero mercato, alla grande finanza, alla svalutazione del lavoro e allo sfruttamento delle persone e dell’ambiente. I problemi delle persone non aspettano, macinano fatti e creano orientamenti, anche pericolosi. A sinistra dobbiamo essere consapevoli che non c’è un prima ci si riorganizza e poi si combatte e si fa politica. Le cose vanno insieme: ci si unisce e ci si organizza nel movimento in atto. Questo vale per LeU, come per tutta la sinistra. E vale anche per chi nel Pd non accetta il plebiscitarismo leaderistico, la deriva centrista del fronte repubblicano, per chi crede che la separazione dalle forze del lavoro per rappresentare gruppi elettoralistici e finanziari abbia rappresentato la tomba del Pd. Per un rovesciamento di tendenza occorre avere una politica, parole d’ordine chiare e semplici miranti esplicitamente alla creazione di nuovo lavoro e alla tutela dei diritti sociali e civili degli italiani. Va lanciata una mobilitazione su alcune questioni prioritarie: sanità, scuola, pensioni e lavoro.
Alcuni temi dell’agenda politica a sinistra
Occorre incalzare predisponendo un piano nazionale per il lavoro ai giovani. In esso sono da comprendere alcune questioni di fondo come il blocco delle delocalizzazioni e la sicurezza sul lavoro, come gli investimenti pubblici (e privati) per un piano nazionale di efficienza energetica e di sviluppo delle fonti rinnovabili in applicazione degli obiettivi di Parigi; per l’industrializzazione del ciclo dei rifiuti (economia circolare) che significa industrializzare gran parte del Mezzogiorno e del centro Italia; per il diritto all’acqua con la riorganizzazione delle reti idriche urbane e delle campagne; per la difesa del territorio dagli incendi, frane, terremoti, inondazioni e dalla cementificazione; per estendere la rete internet e incentivare le nuove forme economiche della condivisione estendendo la rete d’imprese cooperative e del volontariato. Qui c’è tanto, tantissimo, nuovo e buon lavoro.
Certamente queste sono solo alcune proposte. Ma chiaramente, indicano una via alternativa sia al rattoppo del liberismo, sia al trumpismo egoistico. Indicano un passo in avanti, una via possibile quanto necessaria, che va chiamata con il proprio nome: sono politiche oltre il libero mercato e sono possibili solo con l’intervento di uno “Stato responsabile”, sono politiche che contengono elementi ecologisti di socialismo.
Sergio Gentili