di Marco Feole
Carlo Romeo, nell’unica intervista rimasta di “lui” a Teleroma 56 del 1991, quel giorno gli chiese: “il miglior film che ha girato con Leone?”, “Per un pugno di dollari!” rispose senza nemmeno pensarci sù, “l’avevamo fatto co la fame, non ciavevamo na lira..”
Il “fratello” di Sergio Leone, il miglior amico di Robert De Niro a cui cucinava pasta e fagioli, e che annunciò al telefono in visita a casa dicendo: “Marì, a cena ce sta anche De Niro, ha detto che vole veni’ a magnasse ‘n piatto de pasta. J’ho detto de sì, armeno se magna quarche cosa de bbono”. Quello che prendeva di “peso” il povero Lee Van Cleef quando la sera facevano tardi a giocare a carte e lo riportava a letto perchè il giorno dopo si doveva alzare presto e gli urlava “c’hai i primi piani!!”.
Storie e racconti, provenienti da “lui”, quasi sempre se non in contraddizione, magari un po’ romanzate, ma che dimostrano come nel Cinema è sempre bene credere al mito, che alla verità.
Coltivava il sogno del Cinema sin da bambino, fin da quando con il fratello Valeriano, non esitava un secondo a “prendere” i soldi dal presepe della basilica di San Paolo a Roma, lasciati dai fedeli, per comprare da mangiare, o quando intratteneva i parenti con le imitazioni dei personaggi del quartiere.
Esagerava qualsiasi aspetto della vita per fare colpo su chi lo ascoltava forse è vero, ma mai come in quella intervista, quando diceva appunto: “l’avevamo fatto co la fame”, gli si poteva credere del tutto. La fame a far si che quel film venne cosi bene forse, la stessa a legare profondamente “lui” a Sergio Leone, che nei suoi film era il “duro con la faccia da buono”.
Fu poi proprio a casa di Leone, l’incontro con Carlo Verdone, che iniziò a diventare quel mito popolare che molti ancora oggi ricordano, recitando a memoria battute indimenticabili, rimaste impresse nell’immaginario collettivo di tutti noi. Da “A me fascio? Io fascio? A zoccolè, io so’ comunista così, sa’! So’ comunista cosii!” a “Sentite ‘sto prosciutto, t’ho detto è dorce…è ‘n zuccheroo Sergioo, lo senti!?”, e ancora “Sta mano po esse fero o po esse piuma: oggi è stata ‘na piuma”.
Attore e caratterista straordinario, una “figura” che nel nostro Cinema sembra quasi destinata a scomparire, attori con ruoli spesso secondari o di contorno, ma che risultano determinanti al fine del senso narrativo, riconoscibili e dall’impatto immediato perchè caratterizzati da particolari fisici o di linguaggio che li rende capaci di interpretare diversi ruoli.
Oggi è il 23 luglio, e 24 anni fa nel 1994 ci lasciava non solo un attore straordinario e un caratterista unico, ma un “pezzo” di Cinema che non tornerà mai più, ma che grazie alla magia di questa Arte straordinaria, resterà immortale.
Per citare “lui”, noi resteremo per sempre “due de passaggio..”, tu semplicemente…er Principe Mario Brega!