15 Dicembre, 2025
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Cinema da Camera – 3 – L’ultima risata di F. W. Murnau

3. L’ULTIMA RISATA del 1924

Friedrich Wilhelm Murnau

 di Marco Feole

 Quando si parla di Kammerspiel, è impossibile non citare e non raccontare cos’è L’ultima risata e che importanza ha avuto in questa corrente e nel Cinema di sempre.

Iniziamo intanto nel capire chi è MurnauFriedrich Wilhelm Murnau, regista e sceneggiatore tedesco fu tra i massimi esponenti dell’espressionismo e del Kammerspiel nella Germania degli anni 20. Tutti i suoi lavori sono ancora oggi considerati da studiosi e critici di tutto il mondo dei capolavori assoluti. Autore tra gli altri, del famosissimo Nosferatu il vampiro del 1922 liberamente ispirato a Dracula di Bram Stoker, e considerato ancora oggi uno dei migliori film Horror di sempre.

Nel 1924 appunto, gira L’ultima risata, film muto tra i più importanti e significativi della cinematografia tedesca di quegli anni.

Siamo a Berlino, e il protagonista è un simpatico e barbuto portiere del Grand Hotel Atlantic. Dopo un primo periodo in cui viene amato da tutti, rispettato e riverito, in un secondo tempo a causa della vecchiaia incombente il direttore dell’albergo lo priva della sua amata divisa, degradandolo e spostandolo a sorvegliare i gabinetti nel sottosuolo. Il mondo che lo circonda a quel punto lo deride, e il protagonista si sente crollare il mondo addosso. Ma sarà il destino poi a cambiare le carte in tavola. Grazie ad una eredità, del più classico zio d’America, il protagonista tornerà nell’albergo in un’altra veste. Quello del ricco cliente.

Il lavoro di Murnau è sublime nella potenza visiva che il suo film esprime, colpendo soprattutto con innovativi e audaci movimenti di macchina per quell’epoca, ma non solo. Innovativo anche nel puntare l’attenzione verso problemi sociali. L’ultima risata, è un autentico gioiello delle produzioni tedesche, e autentico esempio della filosofia Kammerspiel, che prevede il racconto in spazi scenici ristretti ma realistici, e una storia costruita attraverso angolazioni ed inquadrature, attraverso le espressioni dei visi quasi a classificazione sociale.

Il film persino nel finale, per nulla tipico del filone tedesco del Kammerspiel, fu innovativo e sorprese. Non per espressa volontà di Murnau però, ma del produttore, che impose al regista l’inserimento di un happy ending per far acquisire al film un maggiore appeal commerciale. Ecco spiegato appunto uno dei rarissimi casi di “finale felice” per questa corrente di quegli anni. Ma c’è sicuramente da dire che l’intuizione del produttore decretò un incredibile successo di pubblico, permettendo al film di uscire dal confine.

In definitiva Murnau ci consegna una pellicola fondamentale sotto ogni aspetto. Talmente importante, da essere una delle poche ancora conservate e reperibili del regista. Purtroppo buona parte sono andate perdute. Ciò che resta, è considerato da tutti materiale prezioso!

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