8 Novembre, 2024
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Bracciano. Il candidato alla segreteria regionale del PD Andrea Alemanni presenta la propria squadra

Il primo dicembre si voterà per eleggere il segretario regionale del Lazio del Partito Democratico. Ieri a Bracciano, presso la ‘Chiesetta della Misericordia’, è intervenuto uno dei candidati alla segreteria, Andrea Alemanni, 37 anni, laurea in scienze statistiche, insieme a quattro candidati in suo appoggio che proveranno ad entrare in Assemblea, tra cui Fabio Antinucci (Bracciano) e Laura Paragona (Manziana).
Riportiamo alcune parti dei loro interventi.
Fabio Antinucci: «Avevo deciso di non sostenere nessuno a queste elezioni finché non ho conosciuto Andrea Alemanni – dice Antinucci, 29 anni – e sono orgoglioso di partecipare a questa avventura e di farlo col PD. Per indole sono sempre stato più interessato ai grandi dibattiti che non hai temi specifici del territorio, ma quando, in questo caso, ho saputo c’era Andrea candidato, non ho perso tempo e ho voluto esserci anch’io. Ho seguito il suo percorso in questi ultimi anni e posso assicurarvi che il suo è lo spirito giusto. Andrea può rendere finalmente concreto ciò che in questi ultimi anni è stato un vuoto slogan e cioè riuscire, attraverso il suo progetto. I circoli devono aprirsi alla società, il partito va ripensato da questo punto di vista. Lo so, non è facile, ma stavolta possiamo farcela sul serio».
Laura Paragona: «Avevo 18 anni quando sono stata candidata per la prima volta col PCI qua a Bracciano. In questi anni di esperienza politica a Manziana mi sono resa conto che tante cose sono cambiate rispetto alla politica di una volta. Noi circoli veniamo interpellati sempre e solo quando c’è da partecipare una manifestazione o dare il voto al politico di riferimento, ma quando è la struttura che deve sostenerci veniamo sempre snobbati. Il segretario provinciale lo abbiamo invitato tantissime volte a discutere con noi e non si è mai presentato. Ciò che mi ha convinto di Andrea, prima ancora che la sua persona, è stato il suo programma, perché ha messo gli accenti su quegli ingranaggi che non vanno e che vanno aggiustati per far ripartire il partito. La regione Lazio è una regione strategica per tantissimi motivi, a cominciare dal fatto che il Presidente appartiene al nostro partito e questo è un punto privilegiato per noi. Andrea è una persona dai toni “normali”, mai sopra le righe, è uno di noi, è pratico della vita dei circoli, ci è cresciuto al suo interno. Dobbiamo entrare nell’ottica che se non si riparte dai circoli non si capisce a cosa serva un partito. Se andate ad esempio sul sito del PD si parla di ‘valorizzazione delle buone pratiche’: vuol dire che alcuni circoli, tra i più tosti, si attivano socialmente, chi facendo ripetizioni, chi insegnando italiano agli stranieri, altri si organizzano per fare mozioni nei consigli comunali dove si trovano in opposizioni. È una cosa da valorizzare a tutti i livelli, non solo a livello di circolo. Spero si capisca l’importanza di avere un segretario che condivida con noi i valori di sinistra, i valori progressisti, e soprattutto il senso di realtà. Per questo rinnovo l’invito»
Andrea Alemanni: «In questi giorni sto girando tantissimo e vi ringrazio di darmi questa opportunità. Voi qui siete l’ennesima conferma che le energie migliori per migliorare il partito ci sono eccome, e stanno ovunque e la voglia di fare squadra che sto riscontrando adesso non l’ho mai vista in tanti anni di militanza. Faccio presente a tutte le Cassandre che nel 2012 la fotografia del partito era la stessa, ma grazie a una grande energia è riuscito a prendere il 25% nel 2013. Il problema che ha avuto Renzi, che ha professato il cambiamento, è stato che poi una volta che ne aveva l’opportunità concreta di rinnovare il partito è caduto nelle vecchie logiche, cioè quelle di affidarsi alla propria cerchia di amici e conoscenti. Noi nel partito abbiamo sempre ragionato a rovescio: se abbiamo un candidato forte non gli dobbiamo mettere dei nani attorno per farlo risultare un gigante, perché è un modo di pensare folle, che fa sì che magari il candidato passa l’elezione, ma poi il partito perde, perché si indebolisce.
La mia idea rimane sempre “cercate di votare noi perché noi siamo più bravi”: la proposta politica non va fatta sull’inadeguatezza degli altri, ma sulla propria bravura e il PD deve sempre avere mire di governo e mai pensare di avere comunque svolto il proprio ‘compito’ se riesce ad inserire qualche suo eletto. Cambiamo insieme questo Partito e facciamoci un bell’in bocca al lupo!».

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