“Da noi chi comanda non ha etica, né onore”. Così scriveva alcuni decenni fa Indro Montanelli, benché ancora lo circondassero, a pelle di leopardo, spazi di civismo e di libertà. Era l’epoca di Moro e Berlinguer, La Malfa e Lama, personaggi probi, con obiettivi lungimiranti. Chissà che cosa scriverebbe oggi, lo stesso Montanelli, in un’Italia sommersa da indecenze senza freni; e senza più Archetipi dai severi costumi, un’Italia “nave senza Nocchiero in gran tempesta”. Moro e Berlinguer, La Malfa e Lama si spensero senza Figli e Nipoti, che ne perpetuassero le orme.
“Da noi chi comanda non ha etica, né onore”. Così scriveva alcuni decenni fa Indro Montanelli, benché ancora lo circondassero, a pelle di leopardo, spazi di civismo e di libertà. Era l’epoca di Moro e Berlinguer, La Malfa e Lama, personaggi probi, con obiettivi lungimiranti. Chissà che cosa scriverebbe oggi, lo stesso Montanelli, in un’Italia sommersa da indecenze senza freni; e senza più Archetipi dai severi costumi, un’Italia “nave senza Nocchiero in gran tempesta”. Moro e Berlinguer, La Malfa e Lama si spensero senza Figli e Nipoti, che ne perpetuassero le orme.
Le successive Élites politico-finanziarie e socio-culturali, infatti, pur avendo l’obbligo storico di orientare e guidare le Masse, anche coi propri costumi cristallini, scordarono, ahinoi, il delicato officium, usando carisma e potere in modo distorto. Vollero arricchirsi oltremisura e senza controlli. Anche contro la Giustizia. Anche contro le Leggi. Anche contro gli interessi del Paese, sempre più in sofferenza. Non basta. Tali Minoranze elitarie, “cieche, sorde e squalificate”, trasformatesi via-via in Lobby auto-referenziali, si degraderanno ulteriormente, rinchiudendosi in bunker corporativi, per tutelare gli egoismi settari e i privilegi feudali della propria Casta, tipo ancien régime. Un pantagruelico status ereditario, il loro, da difendersi coi denti e con le unghie, nell’ottica esclusiva dell’ingrasso hic et nunc. Oggi non v’è campo in cui non trionfino le Caste chiuse, con relative magagne. L’ascensore sociale è in tilt. Una farsa i concorsi, persino nelle Università e negli Ospedali. Inevitabile il tramonto delle egemonie culturali, con la scissione tra Élites e Popolo. Inevitabili le Masse inviperite, sul piede di guerra. Inevitabile un futuro difficile e incerto.
Che dire poi degli astronomici sbruffi sugli appalti, resi ormai proibitivi? N’è zeppa la cronaca quotidiana, dall’Alpi al Lilibeo. “Per il destino cinico e baro”, in Italia i costi dell’Alta Velocità e delle Metropolitane lievitano, fin a triplicarsi, rispetto ad altri Paesi. Non v’è giorno senza uno stillicidio corruttivo persin tra le terze linee, ossia ai livelli infimi. L’ultimo caso a Roma: arrestati quattro Dipendenti comunali, che “velocizzavano” le pratiche edilizie di nove Professionisti, al modico prezzo di 30 euro cadauna. E che dire dei pizzi sugli shopping pubblici? E delle stecche su nomine ed atti dovuti? E delle Aziende datrici di bustarelle, per incassare i soldi dei lavori già finiti? In teoria ogni pinzillacchera si potrebbe monetizzare. Se non hai scrupoli.
Nel frattempo la Magistratura, a corto di Personale e mezzi, non può fronteggiare da sola l’apocalisse. Le lungaggini dei processi son così assurde e le prescrizioni penali così allegre, da lasciarci balordi. Le Leggi, peraltro, da sole son incapaci di regolare una Società complessa, specie quando v’è il dubbio che esse nacquero per vantaggi personali o di Lobby. Beh, in un tal guazzabuglio, è poi fatale, purtroppo, che la stessa Magistratura accusi qua e là schizzi di fango, insieme a pezzi di Polizie Giudiziarie. A Trani, per esempio, son al gabbio due Magistrati, che (secondo l’accusa) truccavan processi, in cambio di soldi, viaggi, diamanti. Nei guai anche un Ispettore di Polizia ed un’Avvocatessa. (Le Istituzioni, tra parentesi, escon malconce anche a Bracciano, ove alcuni Personaggi di rilievo furon prima accusati d’associazione a delinquere; e poi, dopo tre anni, scagionati in istruttoria).
Simili circostanze, lungi dal condannarsi come una calamità nazionale, dai più ormai si percepiscono come archetipi consuetudinari, cui adeguarsi. Vige un nuovo conformismo comportamentale. Dribbli l’emarginazione e l’insignificanza, se t’inserisci in un qualsiasi Clan politico-affaristico-malavitoso, ove fai carriera senza studi, atout professionali, competenze serie. No ai rimorsi su onore ed etica, sciocchezzuole liberty. Sufficit la fedeltà canina, tipo Lacchè, al Boss di turno. Se necessario, dovrai insozzarti mani e piedi, impratichendoti con le illegalità. Ci lascia di sasso quel che avrebbe pronunciato l’Amministratore del Teramo-Calcio (vedi La Repubblica del 12-1-2019): “La Camorra è una scelta di vita, io ho sempre rispettato loro, loro rispettano me”. Allucinante. Eppure è un luogo comune. Per molti. Con disastrose conseguenze. Allo sfascio Istituzioni e Partiti (Pd nel mucchio), insieme a Organismi economici e Intellighenzie. Alle ortiche Coscienze individuali e collettive.
Le Classi Dirigenti, incapaci di guardare al di là del naso, non seppero (o non vollero) “leggere” il pericoloso disagio popolare. Che frattanto si radicalizzava, anche per una gaglioffa crisi economica, che impoveriva i Poveri e arricchiva i Ricchi. La protesta sociale trovò su Internet un nuovo strumento per organizzarsi contro l’Establishment nel suo insieme, senza distinzioni. Una moderna forma di jacquerie contadina (ben diversa dalla Rivoluzione!) diluviò su tutto e tutti, con dileggi e sberleffi whatsapp, spesso ingiusti e auto-lesionisti, ovvero sul filo d’ignoranze, superficialità, ipocrisie. Senza un respiro razionale ed uno sbocco condiviso, ogni jacquerie è sempre destrorsa. Come in Trump, Orbán, Salvini, i Gilets jaunes…
Né ci aiutò un’Europa anch’essa in crisi, sfiancata da stupide austerity, latrici di miserie senza sviluppo; da antistorici egoismi sovranisti; da cecità e grettezze d’una Borghesia industrial-finanziaria, che, vinta la guerra fredda, si ritenne Zeus. Per lei, globalismo e concorrenza cinese si vincono: a) – calpestando Pròlet e Classi Medie sotto-proletarizzate; b) – de-localizzando, precarizzando, mal pagando, licenziando, stracciando pensioni e Welfare; c) – affamando interi Popoli. Zero speranze nel “sol dell’avvenire”. Ab immemorabili, le Élites cialtrone usano inventarsi un Untore, per distrarre le Plebi dai guai, indirizzandole verso un capro espiatorio, prototipo del Male. Tra gli anni ’30 e ’40 l’orrido asse Fascio-Nazi se la prese con gli innocenti Ebrei. Nel dopoguerra, Piemonte e Lombardo-Veneto sputeranno insolenze sui Terrùn meridionali, immigrati al Nord, benché li arricchissero con un lavoro schiavistico. Adesso i “Brutti, sporchi e cattivi” son gli Extracòm, in fuga da Asia e Africa, martoriate da guerra, fame, pogrom. Costoro sognano la “terra promessa” in un’Europa che invece li respinge, rinnegando il Cristianesimo, l’Umanità, il Dovere dell’Accoglienza. E li respinge contro ogni razionalità: l’Europa ha bisogno di essi, sia per la nostra decrescita demografica, sia per la nostra ritrosia verso i lavori più umili e faticosi. Quale nostra Donna “farebbe la pacchia”, raccogliendo pomodori 12 ore al giorno, a 2 euro l’ora, con l’obbligo la notte di farsi stuprare dai Caporali?
Nessuna meraviglia, ahimè, se fra quattro mesi le Destre xenofobe e filo-Putin, guidate da Varsavia, Budapest e Roma, vincessero le elezioni europee, con slogans semplificatori, qualunquisti e di bassa contingenza elettorale, un po’ come nel ’22 in Italia e nel ’33 in Germania. I Lavoratori in affanno, mollati dalle scalcinate Élites di Destra e Sinistra, prive di onore ed etica, faran dilagare ovunque i Sovran-Populisti. In tal modo l’Europa non sarà migliorata, ma uccisa. E un piccolo Paese declinante come il nostro rischierà la fine del Venezuela, perché privo di Dirigenze accettabili, di materie prime, d’una moneta forte e d’un competitivo Esercito con l’atomica. Come diceva il titolo d’un vecchio film: “Se tutto va bene, siamo rovinati”…
Ma proprio per questo è necessaria una “rivolta ideale”. Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche, come nel 1945, quando si ricostruì l’Italia distrutta, portandola al successivo miracolo economico. Dobbiamo sollevare la schiena e combattere con virile coraggio. Un passaggio fondamentale è la ricostruzione d’una forza di Sinistra, oggi balbettante, portatrice degli interessi dei più Deboli, negli ultimi decenni traditi. No alle rottamazioni di stampo stalinista. No alle lotte intestine aberranti, come quelle del Partito Socialista tra il 1922 e il 1925, che agevolarono il Fascismo. Ricordate? Bordiga e Gramsci contro Serrati; Serrati contro Turati e Matteotti; Turati e Matteotti contro Serrati, Bordiga e Gramsci… Guai a ripetere gli stessi errori.
Occorre comunque un rinnovo di Uomini, idee, programmi. Ma di programmi seri non ne vedo. E’ in arrivo un terremoto robotico, che abbatterà l’occupazione operaia. Che fare con gli Espulsi? Li chiuderemo nei lager, facendoli morire di stenti, come un surplùs vegetale? Oppure s’userà un ben più vasto reddito di cittadinanza? Oppure s’imporrà la settimana lavorativa di 4 giorni, con 5-6 ore di lavoro al giorno (e più ferie), abbassando l’età pensionabile? Come s’organizzerà il tempo libero? Per converso, vi sarà un maggior bisogno di top-lavoro, con altissime conoscenze interdisciplinari: come riformeremo i modelli d’insegnamento fermi al XIX secolo? E come incentiveremo la frequenza delle Università, incrementando il numero di laureati, oggi assai basso?… Con la crisi climatica, tra 50 anni in Italia mancherà l’acqua. Come s’affronterà il problema? Negandola ai Poveri? Facendola giungere in Puglia dall’Albania? Dissalando l’Adriatico? … Potrei continuare
GIOVANNI FURGIUELE