SINOSSI DEL ROMANZO
UN LAMPO VERDE RAMARRO
Tre vie maestre per costruire l’Uomo Nuovo. Ingegneria genetica di ultima generazione, Annichilamento in Dio, al modo degli antichi mistici. Processo di passaggio al Transumano attraverso le nuove tecnologie computerizzate. Questi percorsi sono intrecciati, perché intrecciate sono le vite e le ricerche di un padre, ex internato in campo di concentramento, e dei suoi due gemelli. Il progetto di sintesi che i tre perseguono, entra prepotentemente nella vita di un uomo, nelle cui vene scorre il sangue che discende dal più grande imperatore dell’Ungheria, Mattia Corvino. Sarà lui la cavia per portare a termine l’obbiettivo dell’Uomo Nuovo, elevato nello spirito. La sequenza del suo DNA rappresenta una sorta di gioco enigmistico dal quale ricavare la chiave d’interpretazione di un lascito di Joseph Menghele, contenuto in una fantomatica cartellina, andata smarrita nella liberazione del Campo di Auschwitz da parte dei russi. Un manipolo di neonazisti sono alla caccia del medesimo raccoglitore che dovrebbe anche contenere indicazioni utili per rintracciare il forse mitico tesoro in lingotti dei nazisti mai ritrovato, ma che potrebbe avere a che fare con la famosa transvolata in Inghilterra di Rudolph Hess e con le società esoteriche di fine Ottocento. Anche i Servizi Segreti, al fine di sgominare la cricca hitleriana, seguono le medesime tracce attraverso loro singolari infiltrati. Tre documenti attraversano l’intera vicenda, due libri e una trascrizione della storia vissuta dall’uomo portatore del prezioso sangue. Un libro sulla vita della mistica Margherita Porete, le cui dottrine sembrano confondersi stranamente con quelle del teorico nazista Alfred Rosemberg. Il secondo racchiude l’incredibile, lungo colloquio fra tre donne e un’entità superiore che, durante l’occupazione nazista dell’Ungheria, si presenta come un Angelo, avvenimenti ai quali è legato a filo doppio il ritrovamento della cartellina da tutti braccata. Il terzo è un documento sui capisaldi delle origini magiche del nazismo, quale aspirazione ad una vera e propria religione, capace di tornare agli antichi Dei di pura razza ariana che in tempi arcaici popolavano la terra. Palcoscenici dell’intrigo sono le viuzze centrali e vecchi ambienti di Roma e la città di Budapest, con le sue terme musulmane, le colline che guardano il Danubio, gli interminabili e oscuri sotterranei del Castello. Caravaggio e i suoi dipinti irrompono nella storia come filo conduttore del rapporto eterno fra ombra e luce, male e bene. Ne verrà rubato uno, famoso e preziosissimo, Il fanciullo morso da Ramarro. Un caparbio poliziotto svelerà la macchinazione, all’apparenza solo inventata da una mente sconvolta. Risulterà lui il protagonista inaspettato dell’intera vicenda.
BIOGRAFIA e BIBLIOGRAFIA
di MAURIZIO PANUNZIO
Esperto di comunicazione e di turismo culturale. Ideatore e curatore del progetto operativo de “I Parchi Letterari”.
Ha pubblicato per Marsilio il romanzo Cosma e Damiano.
Per Ibiskos, il romanzo Sussurri d’eternità, col quale ha vinto il Premio della Giuria al concorso internazionale Città di Salò 2010 e il Premio Finalista Via Francigena 2010.
Per Sidebook Editore, il racconto Sogno o salto, premiato al concorso I Sogni Possibili, Pisa 2015
Per Guida Editore ha curato il saggio Lo sport fra natura e cultura
PERSONAGGI PRINCIPALI
Renzo, protagonista della storia
Fausto, incontrato per caso da Renzo, esperto del suo avo Mattia Corvino
Beghina/Margherita, giovane donna di cui Renzo s’invaghisce
Ernesto, esperto di Transumanesimo
Max, professore di medicina e biologia, esperto di genetica
Joeph, medico, padre di Max, ex internato ad Auschwitz
Shved, camerata alla ricerca dell’oro nazista scomparso
Michael, studioso americano del nazismo magico
Hannalili, funzionaria della Biblioteca Nazionale di Budapest
Vito Lacerta, commissario
Rino Peluso, appuntato
PERSONAGGI SECONDARI
Pio Tricase, vecchio amico di Renzo
Andras, biologo Ricercatore
Zacharia, biologo Ricercatore
Jacob, aiutante di Max
Milosc, inserviente dei Bagni Rudas
Lyuba, vecchia zingara
Kalia, giovane zingara
CON LA PARTECIPAZIONE ANONIMA DI
Sindaco di Oria
Cameriera della Pensione Abel Panziò
Uomo dal cappello troppo piccolo, sgherro di Shved
Compaiono altre persone, figure storiche realmente esistite
scherziamo, prima ci vogliono prove certe, solide, caro neo Ispettore Pelluso. Che piacere parlarsi in terza persona: lo inorgogliva. Per vederci chiaro decise di rivolgersi a Pio Tricase, soprattutto in virtù dei suoi trascorsi affaristici con lo spionaggio. Lo rintracciò agli arresti domiciliari, che ancora si ostinava nell’avvalersi della facoltà di non rispondere. Per poco, povero lui. La settimana successiva, di fronte alla nuova convocazione dal giudice, non avrebbe potuto più sottrarsi, altrimenti dritto in carcere. Senza sprecare troppe parole e approfittando della situazione, l’ispettore andò subito al sodo. «Salamandra!» scandì a bruciapelo e si mise in attesa che il nome facesse effetto. Pio sbiancò. Perfino le sclere acquose e ingiallite emisero un lampo di vitalità, o di panico. Se si fosse deciso ad aiutarlo, Pelluso gli avrebbe garantito benevolenza. Quello non se lo fece ripetere due volte. Però di Salamandra sapeva poco, pochissimo, non solo lui, tutti sapevano pochissimo. Alto responsabile del coordinamento dei Servizi Segreti occidentali, detto “Grande Capo.” Vero nome, volto e provenienza, sconosciuti. Personaggio da film, ancor più del Fausto descritto ne Il Sigaro e la Spirale. Di lui, era consigliabile ignorare ogni cosa, godeva fama di spietato, specialmente con chi non si faceva gli affari suoi. Era tutto. A Pio pesavano le vene sulla fronte. Aveva spifferato fin troppo, che lo lasciasse in pace. Altrimenti preferiva la galera, disse esattamente così. «Visto che fine ha fatto il commissario» protestò «a impicciarsi di Salamandra? E comunque» aggiunse «a Vito Lacerta è andata bene, strabene, anzi lei, spedendolo in gattabuia, l’ha salvato ché se fosse arrivato in Costa Rica… » «Cosa c’entra adesso il Costa Rica?» Chiese Pelluso a un pelo dall’imbufalirsi, ma si contenne e, nel tentativo ultimo di farsi confermare la risposta a una domanda che ormai sapeva da solo essere retorica, disse: «Là ci andava per sottrarsi alla giustizia, o no?»
Di seguito, riportiamo le locandine e info dell’evento