Durante il quinto incontro del percorso per genitori I Fuoriclasse abbiamo trattato, con la dottoressa Sarah Cervi psicologa, psicoterapeuta e istruttrice di protocolli di Mindfulness, gli aspetti psicologici dei ragazzi con DSA.
La ricerca indica che i DSA sono causati da fattori neurobiologici genetici e non da problemi emotivi o familiari. Moltissime ricerche hanno, dunque, evidenziato che l’origine dei DSA è da far risalire a fattori congeniti strutturali e non a fattori psicologici emotivi o relazionali. Questi emergono nel momento in cui l’organizzazione mentale del bambino con DSA inizia a scontrarsi con la didattica e l’organizzazione scolastica formale. Questo incontro/scontro crea un divario tra le risposte del bambino e le aspettative della scuola e spesso anche della famiglia. Purtroppo questo divario che si crea da’ luogo ad un circolo vizioso tra le emozioni del bambino, le emozioni e le aspettative dei genitori e l’atteggiamento degli insegnanti. Se questo sarà un atteggiamento pro-attivo, accettante, favorente e le aspettative saranno realistiche e adeguate, allora il ragazzo svilupperà fiducia in se stesso e nei suoi mezzi, se questo non avverrà allora inciderà negativamente sulla sua autostima e creerà ulteriori problematiche. Infatti le difficoltà scolastiche e tutto il bagaglio emotivo degli altri incideranno sull’immagine che lui ha di sé e sui suoi pensieri, quindi sulle sue emozioni. Emozioni come la frustrazione determinata dalla sensazione di incapacità nel soddisfare le aspettative, la sofferenza per l’incapacità di raggiungere gli obiettivi che non sono adeguati alle sue caratteristiche peculiari, senso d’inadeguatezza, ansia e anticipazione del fallimento, rabbia verso la scuola e gli insegnanti e, infine, la depressione che può manifestarsi esternalizzante, attraverso comportamenti oppositivi provocatori, oppure internalizzante attraverso comportamenti di isolamento e tono dell’umore basso con ideazioni pessimistiche e calo della spinta vitale. Questi ragazzi vanno sostenuti perché hanno delle risorse brillanti e per far questo l’intervento per il ragazzo con DSA dovrebbe includere anche un lavoro con i genitori e con gli insegnanti, poiché le reazioni emotive e comportamentali di questi gravano massicciamente sull’emotività e, quindi, sull’apprendimento, dei ragazzi.
Durante l’incontro, la dottoressa Cervi ha spiegato che i genitori dovrebbero imparare a sviluppare alcune risorse fondamentali in loro e nei loro figli, come la capacità di gestire le proprie emozioni, imparare ad utilizzare l’assertività, a cogliere e sottolineare i talenti dei propri figli, dovrebbero apprendere le tecniche di incoraggiamento, insegnare ai ragazzi le tecniche di Self-Advocacy e quelle assertive e insegnargli a gestire le loro emozioni. Oltre a queste risorse sarà utile, ha aggiunto la psicologa, utilizzare pratiche di Mindfulness per sviluppare l’autoconsapevolezza e la capacità di gestire le emozioni. I protocolli di Mindfulness, validati scientificamente, sono molto utili ed efficaci sia con i genitori che con i ragazzi. La Mindfulness è al tempo stesso un’attitudine di presenza mentale, che ognuno di noi potenzialmente possiede dentro di sé e può coltivare, e una pratica meditativa di consapevolezza che ha innumerevoli benefici: come l’aumento della capacità di raggiungere l’equilibrio emotivo, l’aumento dell’attenzione e concentrazione, la riduzione dell’amigdala, ovvero la parte del cervello votata alla gestione della paura e dell’ansia, l’aumento della consapevolezza del proprio dialogo interno, lo sviluppo della capacità di sospendere il giudizio verso sé e verso gli altri e tante altre risorse.
I Fuoriclasse durante l’incontro con la psicologa ha proposto un laboratorio, diretto ai partecipanti del percorso ma aperto anche a tutti coloro che fossero interessati, per i bambini e i ragazzi per fare esperienza diretta della Mindfulness e dei suoi benefici.
Per informazioni sul progetto I Fuoriclasse e il prossimo incontro di Mindfulness contattare Emanuela Capri 339.1722392.