di Marco Feole
Volete sapere che forma ha la miglior sceneggiatura dell’anno, nonostante la vittoria di Green Book agli ultimi Oscar? Quella de La favorita di Yorgos Lanthimos. Film in concorso alla 75ima edizione del Festival del Cinema di Venezia.
E quella della miglior attrice protagonista e non protagonista? Siamo sempre qui, hanno l’aspetto di Olivia Colman (che poi l’Oscar fortunatamente se l’è portato a casa) e di una bellissima (non solo esteticamente) Emma Stone. Dieci nomination all’Oscar per un film in costume che forse non è mai stato così moderno nella storia.
Diciottesimo secolo, Inghilterra. La regina Anna è fragile, capricciosa, debole ai piaceri della carne, ha una salute precaria, e si lascia influenzare tremendamente dalle persone a lei vicine. Su tutto. La maggior antagonista vicina a lei è Lady Sarah interpretata da Rachel Weisz, una nobildonna con le idee chiarissime, quelle di portare avanti la guerra in corso con la Francia, anche dovesse portare al raddoppio delle tasse per i sudditi. Il ruolo di favorita però non sarà solo lei a contenderlo, almeno finché non arriverà a corte Abigail Masham, in altre parole una superlativa Emma Stone, lontana parente di Lady Sarah ma molto più giù nei sistemi di casta inglesi.
Un film che racconta ovviamente ma senza esagerare mai, la condizione femminile in quel preciso contesto storico. L’unica donna che conta qui è la Regina, ma nonostante questo anche lei non è esente dalle logiche del potere declinato al maschile. All’interno di una sceneggiatura scoppiettante, veloce e in pieno humor inglese parte una gara al massacro. La cinepresa di Lanthimos si muove sotto soffitti stupendi e si alterna tra le prove attoriali delle sue tre attrici. Le quali in ogni inquadratura, dialogo dopo dialogo fanno letteralmente a gara per chi sia la più brava, aumentando sempre di più il livello, arrivando quasi in maniera claustrofobica a lasciarti senza fiato.
Gran premio della giuria a Venezia 75, incetta di Golden Globes e Bafta, Oscar alla migliore attrice Olivia Colman, tutta da ammirare in un’interpretazione che resterà indelebile nella storia del Cinema.
A livello di statuette meritava di più. Ma ormai è acqua passata. Uno dei migliori film dell’anno, appena sotto Roma di Cuaron. Una sceneggiatura geniale e potente, sorretta da tre immense interpretazioni.