22 Novembre, 2024
spot_imgspot_img

Anguillara: Concluso il 26°Anniversario L’Agone Nuovo presso il Sito Archeologico Fonte Claudia

Anguillara: Concluso il 26°Anniversario L’Agone Nuovo presso il Sito Archeologico Fonte Claudia

Si è concluso Sabato 29 giugno 2019 presso il sito Archeologico della fonte Claudia, il XXVI Anniversario dell’Associazione Culturale no profit L’Agone Nuovo. L’evento, realizzato in collaborazione con l’Assocazione Antica Clodia, ha riscontrato la presenza di un notevole pubblico e parte delle autorità, tra cui il Sindaco di Trevignano Claudia Maciucchi e l’Archeologo responsabile dell’area storica, Paolo Lorizzo il quale in occasione della manifestazione, ha guidato il pubblico presente alla visita della Domus Romana all’interno delle proprietà dello stabilimento idrominerale.

Il sipario di apertura è stato condotto dal Presidente del L’Agone Nuovo, Giovanni Fugiuele: “la nostra Associazione ha 26 anni di vita e ha sempre seguito con equilibrio la comunicazione e l’informazione, che si sono susseguite negli anni. Anche in questo periodo di grandi sacrifici sia al nostro interno che nel Paese, e che cerchiamo di assolvere al nostro compito dando le indicazioni che riteniamo più giuste e coerenti con i Principi della nostra Associazione – Prosegue – “Il moltiplicarsi degli strumenti di comunicazione e il loro accesso a tutti, sembrerebbe facilitare la comprensione e la conoscenza della direzione verso cui sta andando la nostra Società. Per esempio, la conoscenza in tempo reale delle motivazioni che spingono intere popolazioni a lasciare le proprie terre e affrontare le incertezze di un viaggio estremamente pericoloso, dovrebbe suscitare in tutti noi la predisposizione all’accoglienza, a favorire e attuare le politiche di integrazione vera. Invece, assistiamo a politici che predicando il rifiuto del “diverso” e dello “straniero” innescano dei processi di emulazione che si manifestano con atti di violenza gratuita.”

Successivamente, il Presidente ha introdotto ai temi principali del dibattito successivo ovvero “la memoria storica, progetto del futuro.”  – “I vari tentativi di rilanciare l’economia, e con essa le opportunità di lavoro, si sono spesso scontrati con la dura realtà di politiche che hanno guardato al presente e al futuro immediato senza una strategia di lungo respiro, senza riforme profonde nel segno di una inversione di tendenza rispetto al liberismo sfrenato di un mercato globale ingovernabile e preda dei grossi poteri economici: il profitto di pochi ha contato molto più della vita di quantità enormi di donne e uomini. Dobbiamo misurarci con un consumismo sempre più insensato e ingiusto, puntando ad uno sviluppo che sia realmente sostenibile, che blocchi lo sperpero delle risorse e difenda i beni comuni; allo stesso tempo dobbiamo, ora, affrontare la competizione globale che si gioca, come mai prima d’ora, sulla conoscenza e quindi, sulle competenze e capacità, per agire al meglio nel campo della ricerca e quindi dell’innovazione.”  Conclude, “In questo mio intervento e a nome dell’Associazione desideriamo avviare una riflessione su questi temi, consapevoli della loro complessità che non si esaurisce in un incontro ma mira piuttosto ad avviare un percorso virtuoso di confronto propositivo.” –

Il dibattito culturale è stato condotto e moderato da Savatore Scaglione membro del consiglio di amministrazione del L’Agone tra i partecipanti vi erano: il consulente e formatore Ferdinando Dell’Agli, la giornalista e fotografa Paola Scarsi ed il docente dell’ist. “Salvo D’Acquisto”, Silvano Martucci. 

Ognuno ha dato una personale interpretazione rivolta al tema del passato, del presente e le propettive sul futuro; a partire da Fernando. Dell’Agli, che afferma – ” Oggi la macchina sostituisce l’uomo eliminando la fatica fisica, ma anche distruggendo posti di lavoro, per cui bisogna inventarsi nuove professionalità; servono creatività e progettualità. Per vivere bene il futuro ci serve, Consapevolezza, di noi e degli altri, delle nostre emozioni e bisogni e di quelli altrui, e delle nostre competenze e capacità; accettazione e rispetto dell’altro, anche del diverso; sforzo ed impegno per conoscerlo e comprenderlo, fiducia nelle nostre capacità e nella possibilità di inventarci un futuro possibile e positivo. – Conclude dicendo: “servono apertura e solidarietà, condivisione; propositività e progettualità; lavoro in team, perché la crescente complessità non può essere gestita dai singoli ma da persone che lavorino insieme, unendo conoscenze, competenze e capacità in maniera complementare.”-

Scaglione, ha ceduto poi la parola Paola Scarsi che asserisce – “Ciò che differenzia l’uomo dall’animale è l’esperienza, che è inscindibile dalla memoria storica. Se così non fosse ogni mattina per noi sarebbe tabula rasa di tutto se non dei gesti essenziali. Esperienza non significa solo saper far funzionare il cellulare o guidare l’auto, ma discernere il bene dal male, avere contezza di quali scelte, in ogni ambito, effettuare. L’esperienza inoltre è spesso condivisa, frutto di un’altrettanto condivisa memoria storica che non possiamo disconoscere o cancellare ma che anzi dobbiamo rispettare e trasmettere alle nuove generazioni. Noi siamo frutto del nostro passato. Il nostro benessere attuale è frutto dei sacrifici dei nostri genitori, nonni, antenati, che in moltissimi casi sono stati migranti. Non dobbiamo dimenticarlo. Per giungere al presente, perché altri non possono avere le stesse opportunità? Perché vengono dall’altra parte del mare? Perché hanno la pelle di un altro colore? Perché fanno lavori che gli italiani non fanno più? Nessuno di questi è un buon motivo per rifiutarli o per offrire loro solo fatica e disprezzo, anziché solidarietà e condivisione.”-

E’ intervenuto successivamente il Prof. Silvano Martucci a conclusione del dibattito, volgendo uno sguardo sul tema dell’agricolutura – “Per noi agronomi la memoria storica si identifica con il territorio, con le produzioni tipiche (ecotipi) selezionate dagli agricoltori e dall’ambiente stesso, attraverso le sue caratteristiche di clima e di terreno, in secoli di storia. – Aggiunge il professore – In alcuni casi però le produzioni che paiono tipiche dei nostri territori oggi (es. pomodori, peperoni, melanzane, kiwi, mais, patate, ecc.), provengono invece da altri paesi e sono state “adottate” solo successivamente (più o meno recentemente) nei nostri territori, perché di fatto estremamente vocati. La storia agricolo-produttiva italiana è perciò una storia di continue introduzioni di specie e varietà nate e sviluppate anche in altri paesi, quindi oggetto di continue contaminazioni, tra nord e sud, est ed ovest: non per nulla il nostro Paese vanta la maggior biodiversità di specie vegetali e animali di tutto il continente europeo.  Conclude, questo, ci permetterà allora di diversificare le produzioni e di caratterizzare ancor più il nostro territorio, unendo la nostra produzione agricola tipica, alla riscoperta in chiave turistica del territorio stesso.”

Dopo il dibattito Monica Sala anch’essa membro del consiglio amministrativo dell’omonimo giornale, ha condotto la presentazione del libro “Poltrone vista mare” di Vespina Fortuna.

A conclusione di questa manifestazione celebrativa, Il presidente ha volto un caloroso ringraziamento a tutto il pubblico partecipante, alla Sindaca Maciucchi, ai collaboratori e direttori del giornale, al Vice Presidente dell’Associazione” Antica Clodia” Mario Dolci e alla Società “Sorgenti Acqua Claudia” che ha concesso lo svolgimento dell’evento sul sito.

Erica Trucchia 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimi articoli