L’ultima sentenza del Tribunale di Viterbo sancisce il diritto dei cittadini all’acqua potabile nella loro abitazione.
Un ringraziamento particolare ai cittadini che hanno rivendicato un loro diritto. Acqua non potabile, storica sentenza apre la via a una pioggia di risarcimenti.
La sentenza emessa dal Tribunale di Viterbo in questi giorni segue una lunga vicenda processuale, che iniziammo con l’intento di rivendicare il diritto all’acqua potabile che gli enti gestori non assicuravano ai cittadini.
Grande merito va agli avvocati Massimo Pistilli e Riccardo Catini che hanno sacrificato parte del loro tempo, impegnato danaro per i ricorsi in Appello e poi in Cassazione.
Iniziammo questa lunga battaglia da soli, con pochi aderenti davanti al Giudice di Pace di Ronciglione che non sentenziò a nostro favore e le cause pilota che il Comitato Acqua Potabile e ADUC Ronciglione, AICS Ambiente avevano intentato non diedero il risultato sperato, con perdita di denaro, oltre che di tempo. Poi la svolta con i Giudici di Pace di Viterbo che diedero ragione ai cittadini da noi appoggiati e condannarono al pagamento dei danni sia la Talete che altri gestori del SII. La Talete pagò con assegni circolari alcuni cittadini che così riscossero dai 700 ai 1500 euro, presentando però contestualmente ricorso in Appello. Non decisero di pagare i Comuni condannati, che ugualmente alla Talete presentarono ricorso in Appello. In Appello la sentenza non ci fu favorevole, poiché i Giudici di Appello stabilirono che non avrebbe dovuto essere competente il giudice di Pace, ma il TAR.
Importante quindi in questa fase l’impegno posto dagli avvocati che a proprie spese e a nome dei cittadini presentarono ricorso in Cassazione.
I Giudici della Cassazione a Sezioni Unite sentenziarono essere il Giudice ordinario competente e quindi tutto ritornò al Tribunale di Viterbo, che ora ha emesso le prime sentenze in favore dei cittadini.
Grande battaglia vinta e di questo ringraziamo in primis gli avvocati Pistilli e Catini. Ringraziamento particolare va ai cittadini che hanno creduto in noi nonostante le maldicenze diffuse.
Per coloro che hanno scelto altre vie, compresa quella della diffamazione personale, vale il detto: “Non ti curar di loro ma guarda e passa”.
Raimondo Chiricozzi