LAZIO, LAVORO NERO IN AGRICOLTURA, IL TESTO PASSA ALL’AULA
Stanziati due milioni e 530 mila euro con un emendamento in commissione Bilancio
La nona commissione consiliare permanente, Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio, presieduta da Eleonora Mattia (Pd), ha dato parere favorevole al testo unificato delle proposte di legge sull’emersione del lavoro nero in agricoltura, elaborato a partire dalla proposta di legge n.100, d’iniziativa della consigliera Marta Bonafoni (Lista Zingaretti) e del consigliere Alessandro Capriccioli (+Europa Radicali), e dalla pl 107 d’iniziativa della Giunta regionale. Relatrice per l’Aula la consigliera Bonafoni.
Il voto in nona commissione è giunto a stretto giro dopo l’approvazione in commissione Bilancio, presieduta da Fabio Refrigeri(Pd), dell’emendamento alla norma finanziaria, presentato dall’assessore al ramo, Alessandra Sratore, che prevede uno stanziamento complessivo di due milioni e cinquecentotrentamila euro nel triennio 2019-2021, da destinarsi al “Fondo per contrastare il fenomeno irregolare e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura” e per la realizzazione della piattaforma informatica destinata a fare incontrare domanda e offerta di lavoro nel settore agricolo.
La proposta di legge contiene disposizioni per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori e favorire l’emersione del lavoro irregolare nel settore agricolo. Per raggiungere tali finalità, la Regione dovrà adottare un apposito programma operativo triennale di interventi, in concertazione con le organizzazioni sindacali e gli enti del Terzo settore, “in sinergia con le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità di cui all’articolo 6 del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91”.
Si prevede l’istituzione di: elenchi di prenotazione telematici per il settore agricolo (art. 3), per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e valorizzare le professionalità e fare emergere il mercato sommerso; centri polifunzionali (art. 5), vale dire presidi interculturali e di legalità finalizzati all’erogazione di servizi per l’inclusione sociale dei lavoratori agricoli; un osservatorio sul lavoro in agricoltura; un elenco delle imprese agricole virtuose con un sistema di premialità ad esse destinato. Una norma introduce gli “indici di congruità” (art. 4), che definiscono il rapporto tra ore lavorate e quantità e qualità di beni e servizi offerti dai datori di lavoro, al fine di rendere agevole l’individuazione di situazioni di lavoro irregolare. La proposta prevede infine forme di coordinamento e di scambio di informazioni con gli organi che svolgono compiti di vigilanza e controllo sul rispetto della normativa in materia di lavoro e di sicurezza sui luoghi di lavoro.
“Ringrazio tutti i colleghi per la rapidità con cui siamo arrivati all’approvazione unanime – ha dichiarato la presidente della nona commissione, Mattia – e sono certa che, in tempi brevi, il Consiglio riuscirà a varare una legge tanto attesa, tra le prime in Italia, necessaria per contrastare le gravi situazioni di caporalato, prossime alla schiavitù, che ancora esistono per chi lavora nei campi, in provincia di Latina ma anche nel resto del Lazio”.
“Nel Lazio – sottolinea Mattia – sono oltre diecimila le persone sfruttate, donne e uomini che lavorano senza regole e senza diritti. Quella che stiamo compiendo è una battaglia di civiltà, principio ineludibile di civiltà”.
“Un ringraziamento particolare – ha concluso Mattia – va all’assessore Claudio Di Berardino per tutte le azioni intraprese nel contrasto a questo fenomeno. Perché combattere il caporalato è come combattere la mafia: occorre la mobilitazione di tutti per sconfiggerlo: comprese le imprese agricole”.
Ufficio Stampa
Consiglio regionale del Lazio