COMUNICATO STAMPA
Italia Nostra Castelli Romani, Legambiente Appia Sud, ADA e l’ass. per
il Cambiamento con Salvatore Settis in difesa dell’area del Divino amore
e contro il cemento a Marino
Italia Nostra Castelli Romani – assieme a Legambiente Appia Sud ‘il
riccio’, il Comitato Argine via Divino Amore (ADA), l’Associazione per
il Cambiamento – esprime grande preoccupazione in vista dell’udienza
prevista per il 19 luglio prossimo al TAR. Il ricorso presentato dalla
agguerrita cordata di costruttori chiede non solo il ripristino del
Programma “urbanistico” PRINT Ecovillage a Marino, non solo 280 milioni
e 745 mila euro di risarcimento danni al Comune di Marino, ma anche di
restringere il Parco dell’Appia Antica, ampliato l’anno scorso con la
legge regionale numero 7, risultato storico questo da molti anni atteso
insistentemente da tutte le associazioni ambientaliste del territorio
supportate da tanti cittadini che hanno da tempo espresso tale volontà
per mezzo anche di una grande raccolta firme. Certamente la norma
suddetta è molto avversata dai costruttori poiché potrebbe far svanire
il mega intervento edilizio noto come “Marino2”, prospicente via del
Divino Amore, in cui si vorrebbe anche costruire un enorme centro
commerciale.
“Riteniamo infondate le eccezioni di costituzionalità sollevate dai
legali delle società dei costruttori” sottolineano associazioni e
comitati. “Secondo loro la norma contrasterebbe con alcuni canoni
fissati nella carta fondamentale della nostra Repubblica: articoli 3
(uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge), 41 e 42 terzo
comma, che tutelano iniziativa economica privata e proprietà privata, e
117, che disciplina la potestà legislativa regionale. Facciamo dunque
appello agli eminenti giudici del TAR affinché difendano l’articolo 9
della Costituzione che stabilisce la tutela del paesaggio da parte dello
Stato e quindi da parte di tutta la comunità dei cittadini”.
A tal proposito abbiamo l’importante dichiarazione del professor
Salvatore Settis, già direttore della Normale di Pisa ed autorevolissimo
studioso, a supporto della difesa del paesaggio e delle associazioni che
a Marino si battono contro il cemento:
“Il richiamo alla Costituzione in questo contesto mi sembra quanto meno
improprio: l’art. 9 della Costituzione dice precisamente il contrario,
come dimostrano numerose e coerenti sentenze della Corte Costituzionale,
secondo cui la tutela del paesaggio non può essere subordinata a nessun
valore costituzionalmente protetto, «ivi compresi quelli economici»
(così per esempio nella sentenza n. 196 del 2004). Anzi, «la tutela del
paesaggio dev’essere improntata a integralità e globalità, in attuazione
del valore estetico-culturale», secondo «il precetto dell’art. 9 Cost.,
il quale, secondo una scelta operata al più alto livello
dell’ordinamento, assume il detto valore come primario, cioè come
insuscettibile di essere subordinato a qualsiasi altro» (sentenze n. 151
del 1986 e n. 182 del 2006). Ritengo del tutto ovvio che tali principi
debbano applicarsi a un alto valore culturale e paesaggistico come il
Parco dell’Appia”.
18 luglio 2019 – Graziarosa Villani –