Il vice brigadiere Mario Cerciello Rega aveva 35 anni, era sposato da 43 giorni e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno. È morto a Roma per 8 coltellate, inferte per i 100 euro che i 2 autori di un furto pretendevano in cambio della restituzione di un borsello rubato. In gergo si chiama “cavallo di ritorno”. Questa la nuda cronaca di una tragedia che ha visto coinvolto un servitore dello stato a Roma. Il suo paese natale Somma Vesuviana lo piange, Lunedì si terranno i funerali ed è stato proclamato il lutto cittadino. Tanto dibattito ha sollevato questo omicidio per la sua brutalità e per la sua, la definiremmo “evitabilità”. 100 euro per la vita di un uomo, che per vocazione e dovere si è trovato nella condizione di perdere la vita per tutelare la giustizia, e dare la sua vita, per 100 euro, per una lite tra uno spacciatore e due ragazzi americani che cercavano cocaina, hanno comprato aspirina tritata e per vendicarsi hanno rubato il borsello del pusher, poi uno di loro ha perso la testa ed ha ucciso il carabiniere: per un ricattucolo miserabile. Mario aveva 35 anni ed ha mostrato eroismo nel suo lavoro, qualcuno ha detto: “beato quello stato che non ha bisogno di eroi”, il nostro ne ha bisogno ancora, ha bisogno di esempi positivi, fatti di coraggio, altruismo e senso del dovere, ma è tragico quando questi eroi quotidiani si trasformano in martiri.