L’amministrazione guidata dal Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli ha conferito la cittadinanza onoraria al “Capitano Ultimo”, il Colonnello Sergio De Caprio che ha fatto della lotta alla mafia la sua ragione di vita.
Di alto valore morale le motivazioni che hanno spinto il Sindaco Tondinelli e la sua compagine a conferire a De Caprio la cittadinanza onoraria:“ Per aver dedicato – si legge nell’atto votato mercoledì 31 agosto in Consiglio Comunale – la sua intera esistenza agli altri, ai più fragili ed ai più deboli, senza mai aspettarsi nulla in cambio, svolgendo il proprio servizio con grande semplicità ed umiltà, combattendo contro l’ingiustizia e la criminalità, promulgando, attraverso il suo esempio e la sua condotta di vita, quei valori etici e morali che devono sempre guidare le scelte e le coscienze di tutti i popoli”.
Il Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli si dice onorato di aver potuto conferire questo importante riconoscimento a un servitore dello Stato che si dedica con abnegazione alla difesa dei più deboli: “Il servizio che il Colonnello Ultimo ha svolto – ha dichiarato il primo cittadino Tondinelli – è da considerarsi un elevato esempio di profondo senso civico. Parliamo di una persona profondamente umile, totalmente dedita a proteggere il prossimo, a garantire la sicurezza dei cittadini senza, come lui sottolinea sempre nelle sue dichiarazioni, aspettarsi nulla in cambio. È infatti questo uno degli aspetti che connotano il suo servizio nell’Arma dei Carabinieri: la spinta a donarsi senza nulla chiedere, donarsi per poi tornare ad essere niente, rifiutando di essere considerato un eroe, imparando a convivere con la paura ed accettando quel “sacrificio che non paga”, con grande semplicità e, al tempo stesso, con grande amore per il popolo, per la comunità a lui affidata”.
Sergio De Caprio nasce a Montevarchi il 21 febbraio 1961. Ex allievo della Scuola militare “Nunziatella” di Napoli, vince il concorso per l’Accademia militare di Modena, dove compie gli studi e la formazione, ricevendo il grado di tenente dei Carabinieri e prestando servizio alla Compagnia di Bagheria, dove nel 1985 arresta il latitante Antonino Gargano e Vincenzo Puccio, il killer del capitano dei Carabinieri Emanuele Basile.
Da Capitano viene trasferito a Milano, dove sviluppa le indagini dell’inchiesta definita “Duomo connection”, sulla penetrazione mafiosa negli ambienti milanesi, che porta all’arresto di alcuni pregiudicati siciliani e del loro presunto boss, Antonino Carollo.
Successivamente, è a capo della I Sezione del I Reparto del ROS e crea una unità Militare Combattente, denominata CRIMOR e composta da carabinieri operativi a Palermo. Nel 1993, il 15 gennaio, arresta il boss Salvatore Riina, ma dovrà poi difendersi dall’accusa di aver svolto con intenzionale ritardo la perquisizione del “covo” del boss e che in realtà Riina sarebbe stato consegnato da Bernardo Provenzano. Successivamente, il Tribunale di Palermo ha assolto il Capitano De Caprio dalle accuse che gli erano state mosse contro.
Dal maggio 2018 gli viene affidato l’incarico di direttore attività convenzionali del Comando per la tutela della biodiversità e dei parchi dei Carabinieri Forestale (CUTFAA).