Alcune considerazioni sulle nuove prove da parte di un commissario interno della scuola professionale
Bracciano: esami di Maturità all’Istituto “Salvo D’Acquisto”
In ordine a questo nuovo esame di maturità il Ministro Bussetti ci ha consegnato un bilancio positivo: esame assolto anche dagli studenti, che si sono ricreduti sul cosiddetto “rischiatutto” delle tre buste.
Pur essendo rintracciabili motivi di miglioramento anche nella prima e seconda prova scritta, è sicuramente il colloquio la parte più innovativa di questo nuovo esame di maturità. E proprio quest’ultimo è anche quello che ha presupposto, e quindi presuppone, una modifica dell’impostazione didattica da parte dell’intero consiglio di classe.
Che dire…gli studenti alle volte sono molto più abili di noi insegnanti.
Abbiamo trascorso settimane a pensare come si potessero collegare certi documenti a più materie, mentre alcuni ragazzi hanno capito sin da subito che l’uso delle frasi “mi fa venire in mente” “mi ricorda”,” mi ispira”, mi fa pensare” , etc .. gli permetteva di collegare esattamente ciò di cui volevano parlare e su cui si erano preparati.
In pratica un esame più facile sotto alcuni punti di vista, a condizione di avere un minimo di scioltezza nell’esprimersi e conoscenza delle argomentazioni. Sono una docente di diritto ed ho partecipato a questo nuovo esame di maturità in qualità di commissario interno.
La preoccupazione e il timore per questa nuova sfida ci hanno accompagnati fin dai primi mesi dell’anno, ma la voglia di giungere preparati ci ha condotto ad informarci costantemente ed a sviluppare e conformare i nostri programmi didattici anche sulla base delle linee guida in ordine alla “nuova Maturità”.
In particolare, l’accertamento delle competenze di cittadinanza e costituzione che, a partire da quest’anno è stato possibile valutare anche in sede di esame. Al riguardo, oltre che esprimere il mio consenso per la citata neo introdotta innovazione, che di certo rappresenterà un vero banco di prova e di supporto ai ragazzi nella loro crescita come uomini ma anche come membri di una comunità, corre l’obbligo affermare che purtroppo noi docenti interessati non abbiamo avuto indicazioni specifiche sul punto. Accertare quindi le competenze suddette diventa compito assai arduo soprattutto dinnanzi ad una platea di giovani adolescenti in parte disinteressati al loro “ contorno” ed alle volte ancora inconsapevoli.
Fortunatamente, essendo una docente di diritto, adoperando tutte le mie competenze, ho messo a punto un programma apposito, perseguito fino alla fine dell’anno scolastico. L’obiettivo è stato quello di trarre spunto da fatti di cronaca e di vita quotidiana, per portare i ragazzi ad interessarti ad es. alle tematiche dell’ambiente, della famiglia, della tutela della salute, dei diritti inviolabili dell’uomo, riuscendo così ad approfondirne poi gli aspetti giuridici dando loro un corretto inquadramento sistematico nel nostro ordinamento.
Data l’ampiezza delle linee guida ministeriali, inevitabilmente in questo contesto, a farla da padroni è stato il libero arbitrio di ogni docente, che ha organizzato e predisposto un lavoro finalizzato a far comprendere a nostri ragazzi cosa significa essere “cittadini attivi”.
Al netto di tutte queste considerazioni ancora però mi chiedo, come tanti altri, quale sia il modo più appropriato per valutare le competenze dei nostri studenti e, se per tale compito, la formula dell’esame finale, al di là delle scelte sulla composizione delle commissioni, sui punti da attribuire alle singole prove, sui modi di svolgimento del colloquio etc, non sia ormai inadeguata, perché tutta orientata all’accertamento tradizionale e mnemonico dei saperi disciplinari, un po’ come se in questi anni nella scuola nulla fosse accaduto.
Forse dovremmo chiederci se non sia più importante analizzare quali modelli didattici possano dare migliori performance negli esiti degli apprendimenti dei nostri studenti, piuttosto che affidarsi a mode del momento o a un uso acritico delle nuove tecnologie.. Forse alcuni hanno dimenticato quanto conti, oggi più di ieri, la capacità di ascolto, il valore della testimonianza, la dimensione dell’empatia, la capacità di affabulare e scuotere le coscienze di ragazzi alla ricerca costante di valori di riferimento. Nella vita così come nella scuola c’è bisogno di serenità, di linee guida fatte per durare nel tempo, perché frutto di un lavoro scientifico serio, attendibile e condiviso, a tal proposito attendiamo dunque ancora fiduciosi.
Claudia Amoroso