18 Luglio, 2024
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Road to Venezia 76 – uscita 28 – A STAR IS BORN Bradley Cooper  

 

di Marco Feole

Bradley Cooper e Lady Gaga fuori concorso a Venezia 75, in uno dei film dell’intera edizione che ho preferito di più.

Visto che da sempre c’è questa cosa del 3 come numero perfetto non ci si poteva fermare a 2 appunto come rifacimento per “E’ nata una stella” film del 1937 diretto da William A. Wellman. Che a sua volta attingeva ad una precedente opera, ovvero “A che prezzo Hollywood?” del 32 di George Cukor. Lo stesso Cukor premio Oscar 34 anni dopo con “My Fair Lady”.

Sembrerebbe l’inizio di una canzoncina tipo: “Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ecc..”, invece no. È l’inizio di un pezzo su A star is born.

La storia inizia nel 2011 quando la Warner annuncia Clint Eastwood come regista e ‪Beyonce come protagonista, provando addirittura a contattare Tom Cruise come protagonista maschile il quale ha domandato: “Si ma si salta dalle finestre…?”. A risposta negativa, il buon Tom ha detto “No grazie!”. La produzione slitterà per permettere a ‪Beyonce di partorire, portandola però poi ad abbandonare il progetto.

E pensate un po’? In seguito, anche Clint deciderà di abbandonare la regia, ma in questo caso non vi dico cosa ha detto. Anche perché non ha detto nulla. E basta questo per non contraddirlo.

Sarà allora il buon Bradley Cooper a prendere in mano il tutto come primo film alla regia, coinvolgendo Stefani Joanne Angelina Germanotta. Dice chi è?! ‪Lady Gaga!!

 

Allora la trama è quella, una star della musica rock entra a caso in un bar, conosce una squattrinata che canta lì per passione, i due si innamorano, lui aiuterà lei a trovare il coraggio di cantare davanti alle folle e la fama tanto sognata, poi c’è l’alcol, la droga, e via via…

 

Cooper è bravo a mescolare insieme musica, parole e Cinema in nome dello spettacolo. Rispetto i due precedenti remake, cambia registro e la sua versione è più interessante per come cambia oltremodo il genere dei personaggi. Un film che consegna anche un Cooper canterino niente male ma una prova eccellente la sua dall’inizio alla fine. Ma quello che sorprende di più è la prova di Gaga, che sfodera in un volto senza filtri, senza maschere, una faccia da cinepresa incredibile. Una drammaticità naturale nel viso che mette i brividi solo a pensarci. La cinepresa lo sente e la esalta. Il risultato della pellicola in termini cinematografici per un’ora abbondante sarà di livello, c’è tutta Hollywood dentro, tutto il senso di quel Cinema che loro sanno fare da Dio, perché sono dei fenomeni in tutto, e a me è piaciuto davvero molto. Senza tralasciare un briciolo di commozione.

 

Lo aspettavo, mi incuriosiva. Non sarà il melodramma musicale indimenticabile che stavamo aspettando ma chi se ne frega. Le note di “Shallow” della colonna sonora fanno intenerire anche i più duri a cedere, tralasciando il fatto che sia un pezzo incredibile. È un film gestito benissimo sotto ogni aspetto. La notte degli Oscar recente avrebbe dovuto sorride molto di più per un film che meritava molto di più.

Che Lady Gaga cantasse lo sapevamo. Che Germanotta è nata per stare davanti ad una cinepresa lo apprendiamo ora con grande soddisfazione.

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