22 Novembre, 2024
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Bracciano: Sotto una pensilina, mentre il Paese reale aggredisce un Vu’ cumprà’

Bracciano – Sotto una pensilina, mentre ll Paese reale aggredisce un Vu’ cumprà’

La rabbia di chi non ha niente, contro chi ha meno di niente

 

Beppe Grillo sintetizza così il suo pensiero: “Quelli della Lega son i Barbari d’oggi”. Chi è di Sinistra ci mette un corollario. Salvini sarebbe l’Attila dei terzo millennio, gran khan di un’orda neo-Unna, che usa una feroce macchina da guerra: non più l’Arciere a cavallo del quinto secolo, ma la “Bestia” del ventunesimo (questo il suo nome). Che cos’è la “Bestia”? Una costosa Falange di Galoppini, professionisti delle fake-news, che spadroneggia sui social media (cioè in mare, in terra, in cielo e in ogni luogo) Intimidendo e bastonando. Una Falange, al dunque, non meno invasiva e perversa, non meno carica d’odio, non meno feroce e funesta delle fascio-squadracce. Al poso di manganelli e olio di ricino, ecco le bufale vendifumo, i linguaggi da lupanare, le calunnie pertinaci. Goebbels e Putin gli archetipi: “una menzogna ripetuta ossessivamente mille volte si trasforma in verità inoppugnabile, che ottenebra le coscienze e induce persin al crimine”.

Per gli Avversari della Lega, la “Bestia” sarebbe insomma un totem fuori da ogni razionalità, che aizza gli istinti più bassi e ancestrali (il panico innanzitutto), ha bisogno di sangue incolpevole e indifeso, non fa Prigionieri. V’è di più. La “Bestia” sarebbe anche selvaggiamente pagan-idolatra: “pur impugnando il rosario a mo’ di clava, non ha nulla di cristiano, disconosce i Vangeli e disprezza il Discorso della Montagna di Gesù”. Alle spicce, il modello politico-religioso sarebbe la Spagna del 1492, che scacciò Moriscos ed Ebrei, auto-condannandosi alla decadenza etica, politica, economica. il feticcio è l’Inquisitore Torquemada, che bruciava vivo chi non gli andasse a genio, specie se “diverso”. Rinserriamoci nei castelli e nei feudi! Alziamo ponti levatoi e muraglie! Guai all’Illuminismo e alla Logica! Viva il sacro e indissolubile vincolo della Famiglia, ove la Femmina restia a sottomettersi va al rogo, mentre il “Maschio predatore” ha diritto a stuoli di Starlets e può far Figli con chi gli pare. La Famiglia “formato Salvini”, insomma.

Enfasi polemiche? Forse che sì, forse che no. Voglio narrarvi una mia disavventura dei giorni scorsi, certamente significativa, lasciando a voi ogni giudizio. Dunque. Centro della civilissima Bracciano, nei pressi il Comune e la Cattedrale. Sostavo alla fermata dei bus, sotto la pensilina, che fa da sala d’aspetto, insieme ad una dozzina di Utenti. S’avvicina un afro Vu’ cumprà, che ci offre con sommessa cortesia le sue povere chincaglie. D’emblée un Tizio locale l’aggredisce, mostrandogli i pugni, dileggiandolo, vomitandogli una bile arcaica e forsennata. Io provo a difenderlo quel terrorizzato Vu’ Cumprà, donandogli gli spicci che ho in tasca, stendendogli la mano, chiamandolo Fratello. Non l’avessi mai fatto! Scoppia una rabbia veemente contro di me, che osavo “proteggere i Negri”. Unanime il coro dei Facinorosi: “I Negri anneghiamoli nel Mediterraneo! Tutti kaputt, perché, tra l’altro, ci ruban il pane!”. Solo una Signora pisana inorridiva con me. Noi due s’era un’esigua minoranza. Gli altri, tutti gli altri, ci avrebbero volentieri picchiati. Ma quel parapiglia sarebbe mai nato senza la “Bestia”? E, per converso, è davvero la “Bestia” ad aizzare? Oppure essa dà voce irresponsabilmente ad istinti ancestrali? Incredibile! Per animosità svettava una Bionda poco più che trentenne, ben vestita, dal viso morbido e terso, che nella privacy, ci scommetterei, è ammodo, generosa e pia.

L’episodio ha un sequel. Quando le acque si calmano, quasi a scusarsi, un terzo dei “Razzisti a sproposito” inizia a prospettarmi le sue gravi indigenze. E’ un doloroso spaccato del Paese reale, fuori da fronzoli e filosofie. Un calvario il loro: portafogli vuoti, quiescenze di fame, bollette inevase, rinunce alle medicine, pranzi saltati, sacrifici all’osso. E poi Figli senza lavoro; e poi Nipotini precari con paghe ridicole; e poi sfruttamenti-super dei Riders, dei Call-centers, delle partite Iva. Un avvenire buio-buio quello di Figli e Nipoti, nessuna speranza, neanche a ottant’anni la luce d’una pensione. “La Charitas, quando può, ci rifocilla, qualche Amico ci dona le robe vecchie, o il surplùs del suo orto. Siamo gli Ultimi della scala, rischiamo l’affogo, nessuno pensa a noi. Le Sinistre (simili alle vecchie Destre), ci han dimenticati, noi non esistiamo. Le Dirigenze pensano alle carriere, ai sontuosi stipendi di Camere, Regioni, Enti pubblici; e alla piccola corruttela d’accatto, tipo Parnasi. Si scorda di noi anche il Sindacalismo, che tutela solo chi è  iscritto e paga le quote (noi non abbiamo soldi per iscriverci a nulla). Non ci conosce nemmeno l’Europa, una matrigna diabolica, con le austerity tedesche”. Una Signora anziana giungerà a chiedermi l’elemosina: “non so dove sbattere la testa”.

Concludendo. “Chiusi nella nostra solitudine, noi non possiamo permettere che lo Stato spenda un solo centesimo per chi giunge dall’Africa, anche  se sta peggio di noi. E chi ci promette intransigenza, noi lo seguiamo entusiasti, fosse pure Belzebù”.

Cerco di replicare che se son in due a passarsela male, è nostro dovere aiutarli entrambi. Non possiamo dire ad uno sì e all’altro no. Ma son parole vane, non mi ascoltano. E’ a prova di bomba la rabbia di chi non ha niente, contro chi ha meno di niente. Nessuno pensa di prendersela coi quattro Magnati, che detengono il 90% delle risorse, affamando il Prossimo. Nessuno ci pensa, perché Sinistre e Sindacati han dismesso il proprio mestiere, abbandonando le Masse ai veleni della “Bestia” sui social. Nessun m’ascolta neanche se ammonisco: le follie di Salvini ci precipiteranno verso il Venezuela., il “peggio del peggio” è sempre possibile (solo nel Paese degli Acchiappa-citrulli cresce la pianta dei talleri d’oro). Occorrerebbe (dico) una Politica che, eccetera eccetera… Rien à faire. Io sono inerme e isolato. Sì, la Sinistra e il Sindacalismo si scordò degli Ultimi. Un’impresa disperata recuperarli.

AMEDEO LANUCARA

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