22 Dicembre, 2024
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Risposta Multiservizi su servizio irriguo

La presente in risposta alla notizie di stampa pubblicate il 30 settembre u.s. e relative ad un intervento dei Consiglieri Comunali Salvatore Orsomando e Aldo De Angelis circa ilproblema della irrigazione nella frazione di Cerenova.

Non occorre una lunga trattazione per spiegare la situazione a cui si è giunti. La Multiservizi, infatti, non può (e non invece, come detto, non vuole) più gestire il sistema di irrigazione semplicemente perché nel 2008, con la citata lettera del 23 giugno n. prot. 4614, il Consorzio nella persona del suo Presidente pro-tempore, scriveva – inviando per conoscenza la medesima lettera ai Carabinieri, alla Polizia Municipale e, financo, al quotidiano Il Messaggero (?) – ricordando in un modo perentorio, senza lasciar dubbi circa la finalità perseguita, che il Consorzio “ha concesso una fornitura irrigua precaria alla Multiservizi Caerite S.p.A. da destinare alla irrigazione dei soli giardini comunali con espresso vincolo e conseguente impegno assunto dalla stessa Multiservizi a non utilizzare l’acqua ad altri scopi”. Tale disposizione nasce da una legge nazionale, ripresa anche nel testo della convenzione siglata tra Multiservizi ed il Consorzio di Bonifica (art 5, comma 2 capoverso “È fatto assoluto divieto al Concessionario di rivendere l’acqua a terzi. In caso contrario, verranno intraprese tutte le azioni per tutela degli interessi del Consorzio.”) , per cui l’acqua destinata ai fini irrigui non può essere rivenduta: in altre parole, l’utente del Consorzio (in questo caso la Multiservizi, così come altri agricoltori della zona) in qualità di Concessionario può usare l’acqua consortile solo per irrigare le proprie colture (i giardini comunali), pagandola un prezzo inferiore al costo effettivo, ma proprio per questa condizione di vantaggio di cui beneficia non può fornire ad altri la stessa acqua ad un prezzo maggiorato, altrimenti incorre in sanzioni piuttosto pesanti.

Tale precisazione dovrebbe sgombrare il campo da ogni dubbio circa la le condizioni in cui deve operare la Multiservizi secondo quanto prevede la legge. Inoltre, tale impostazione è stata condivisa ed approvata dagli organi di controllo della Multiservizi, in primis quelli comunali.

Senza dimenticare, che in tutti questi anni, pur in mezzo a non poche difficoltà, è stato comunque sempre erogato il servizio, benché le spese dello stesso gravassero, almeno in parte, sulla fiscalità generale del Comune, mentre il beneficio connesso fosse limitato ad una porzione ridotta di popolazione.

A completamento del chiarimento sopra riportato, si possono aggiungere altre due considerazioni piuttosto semplici.

In primo luogo, la Multiservizi non è mai stata proprietaria della rete irrigua e quindi tra le ragioni che vengono strumentalmente addotte per la presunta “interruzione volontaria” del servizio da parte della Multiservizi non può certo annoverarsi lo stato di conservazione della rete stessa.

In secondo luogo, anche la questione morosità risulta del tutto inesistente. La Multiservizi, infatti, registra negli ultimi due anni appena 27 utenti morosi (per l’esattezza 21 nel 2017 e 6 nel 2018) su 1.758 contratti attivi, per una somma che si aggira intorno ai € 675. Una simile favorevole circostanza deriva soprattutto dal fatto che la morosità in questo tipo di servizio è naturalmente molto ridotta, visto che se l’utente non paga viene interrotto il servizio immediatamente (basta chiudere l’erogazione dell’acqua all’altezza del singolo contatore) e quindi non si accumulano situazioni creditorie significative e per importi rilevanti.

Quindi, al netto di quello che possono aver detto al Consorzio e/o aver liberamente interpretato i Consiglieri Orsomando e De Angelis, non può ignorarsi che l’acqua erogata dal Consorzio di Bonifica, soprattutto in una situazione generale di carenza conclamata della stessa, rappresenta un bene prezioso prioritariamente destinato all’agricoltura ed alle sue produzioni, con la conseguenza che la Multiservizi può anche convenzionarsi con il Consorzio di Bonifica con la qualifica di “utente speciale”, ma ciò non la autorizza a vendere l’acqua ai privati perirrigare il proprio giardino (e quindi, sia consentito dirlo senza polemica, per un uso non proprio irrinunciabile).

Se invece i cittadini di Cerenova, così come proposto da Comune e da Multiservizi, si organizzassero in una entità autonoma (da qui la semplice proposta di un Consorzio che diverrebbe appunto una “utenza speciale”), potrebbero attraverso di questa siglare una convenzione con il Consorzio e ricevere l’acqua necessaria agli stessi costi sostenuti oggi (o forse anche meno con migliori soluzioni organizzative) tramite la Multiservizi, sempre senza diventare proprietari della rete e, quindi, senza doversi far carico della sua manutenzione (come accade attualmente).

Non sembra necessario dilungarsi oltre, nella convinzione di aver risposto in maniera esaustiva e, soprattutto, per non far perdere altro tempo ai lettori.

Daniele Piccinin

Giornalista – Ufficio Stampa
Mobile: 3475743419

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