Riceviamo e pubblichiamo
Il disastro di Venezia mette al centro del dibattito politico il Mose, la grande opera che dovrebbe tutelare la città lagunare ma che, fra rinvii e inchieste, non è stata ancora inaugurata. A Circo Massimo, su Radio Capital, ne parla Massimo Cacciari, tre volte sindaco di Venezia: “Il governo attuale e la ministra Paola De Micheli sono innocenti, ma lei non sa nulla e non si è informata su questa vicenda. Zaia invece sa tutto. È stato per anni vicepresidente di Galan, ed era stato colui che aveva sponsorizzato la realizzazione del Mose pancia a terra”, dice il filosofo, intervistato da Massimo Giannini e Oscar Giannino, “Fin dall’inizio io e altri che, a differenza di me, si intendevano di ingegneria e idraulica, abbiamo contestato tecnicamente la scelta del Mose, che è stata assunta trent’anni fa e poi è proceduta irreversibile, senza che nessuno nelle sedi adeguate prendesse in considerazione le mie critiche, i dati e le analisi che via via negli anni ho fornito, o valutasse soluzioni alternative.
Le criticità che poi sono emerse per la realizzazione dell’opera sono tutte contenute nero su bianco in migliaia di pagine depositate presso il comune di Venezia, e chi ha voglia – e la ministra, se ne ha voglia – si informa”. Trent’anni in cui, attacca Cacciari, “il Mose ha divorato tutte le risorse che la legge speciale attribuiva a Venezia per la manutenzione pubblica o i restauri dei privati, centinaia di milioni all’anno. Quindi Venezia è rimasta senza la possibilità di continuare opere, come la manutenzione delle fondamenta e del sistema fognario, che avevo cominciato nel ’93.
E soprattutto ha impedito che si realizzasse un lavoro di grande complessità, che però sarebbe stato fondamentale per la città, per fare una grande vasca sotto tutta piazza San Marco, così da impedire che la chiesa venga minacciata dall’acqua alta, perché noi stiamo massacrando una delle cose più importanti che ci sono sulla faccia della terra.
Quella cosa si poteva fare”, continua, “ma il Mose ha divorato tutto con gli applausi di Galan, di Zaia che è stato vicepresidente di Galan per anni, di Brugnaro che è stato presidente della Confindustria veneziana. Erano tutti per il Mose, scatenati. E ora stanno lì a dire che l’opera non funziona, e la ministra De Micheli fa l’agnostica. Ma scherziamo? Ma che cazzo di ipocrisia è?”
Nel 2006, nel comitatone, ho portato per l’ultima volta tutti i miei dati e tutte le mie perplessità”, ricorda ancora Cacciari, “Prodi, all’epoca premier, aveva evocato a sé tutti i poteri degli altri ministri perché alcuni erano contrari e favorevoli alla mia posizione, non li ha fatti parlare, ha parlato solo lui, viva il Mose e siamo partiti definitivamente. È agli atti la mia dichiarazione di voto contrario, l’unico, in cui però dicevo che avrei fatto il possibile per realizzare il Mose più rapidamente possibile, e speriamo funzioni”.
Oggi l’opera va completata? “È evidente che va fatto, ma tutte le criticità non sono state risolte. Quando la ministra dice che è pronto al 93%, dice balle”, attacca l’ex sindaco, “Non è stata fatta la minima prova. Mi auguro che possa essere finito entro il 2021. Bisogna essere dei pazzi a sperare che siano stati buttati via 6, 7 miliardi. Quello che è successo al Mose”, conclude, “è una delle cose più gravi che siano successe in Europa negli ultimi vent’anni. Un’opera pubblica da 7 miliardi che minaccia di essere buttata via è una cosa inaudita. E mi tocca sentire Zaia dire che ci sono cinque miliardi sott’acqua! Zaia! Ma dov’eri, tesoro?”