“BUONA LA PRIMA!” – USCITA 8 – “IL GRANDE SALTO” DI GIORGIO TIRABASSI
di Marco Feole
Giorgio Tirabassi il grande salto lo fa davvero. E uscirne così, non era per niente scontato. Si perché passare da davanti a dietro la cinepresa non è proprio come salire su un marciapiede, ma è più come fare un salto da un marciapiede all’altro con due corsie di macchine che passano in mezzo sfrecciando. Bho, vabe, me so capito da solo.
Ci riesce non senza imperfezioni come è ovvio che sia, ma dimostrando ancora una volta che tutto questo è possibile solo quando alla base di tutto c’è passione e amore per il Cinema.
Rufetto e Nello sono appena usciti di prigione dopo aver scontato quattro anni per una rapina andata male. A 50 anni non hanno né un lavoro e né tantomeno una casa. Rufetto vuole organizzare un nuovo colpo, quello della svolta vera. Ma quello che i due si troveranno davanti sarà solo un interminabile numero di guai e sventure.
Tirabassi oltre la regia, firma anche la sceneggiatura insieme a Daniele Costantini e Mattia Torre, i quali danno vita a due personaggi (l’altro della coppia è Ricky Memphis) disgraziati, tipici della commedia amara italiana di un tempo, due alla Steno, o alla Sergio Citti. Quel senso dell’umorismo che è dentro di noi da sempre, tipico della commedia all’italiana.
Solo in parte però il film tiene questo rimando insormontabile secondo me, tra l’altro in una mezzora iniziale a parer mio sensazionale. Poi purtroppo il racconto di “salti” ne fa fin troppi, senza mai capire davvero dove posizionare il tono. Ma nonostante questo il coraggio di andare oltre va senza dubbio premiato. Qui esce tutta l’inesperienza di un esordio alla regia, ma soprattutto con alle spalle una produzione non grande abbastanza per aggiustare il tiro, forse.
In un panorama quello italiano, pieno zeppo di commedie, il più delle volte tutte uguali fra loro, “Il grande salto” è fatto con passione e impegno.
Tenta di dissacrare la criminalità romana al Cinema, mischia tragedia e comicità che vanno da sempre a braccetto, in maniera genuina e con rispetto del Cinema che l’ha preceduto.
Manca di esperienza è vero su diversi aspetti, ma nulla che vada poi a rovinare un progetto finale, portato a casa con grande dedizione, a servizio come sempre del nostro amato Cinema.