BUONA LA PRIMA!” – CHIUSURA RUBRICA – “IL CAMPIONE” DI LEONARDO D’AGOSTINI
di Marco Feole
Matteo Rovere e Sidney Sibilia sono due che nel Cinema italiano di oggi hanno non solo provato, ma hanno anche effettivamente portato qualcosa di nuovo. Qualcosa di diverso. Basta solo citare la trilogia di “Smetto quando voglio” o l’ultimissimo, incredibile, coraggiosissimo, ambiziosissimo, “Il primo Re”.
Ci sono loro e quindi la “Groenlandia” come casa di produzione, dietro al progetto de “Il campione”.
Viste le passate produzioni e le stupende future che arriveranno, questo basterebbe forse come garanzia di successo, ma con un regista esordiente davanti a noi come Leonardo D’agostini, il dubbio è lecito. Subito tolto.
Christian Ferro è un calciatore della Roma. Ha tutto ciò che desidera, vive in una villa, un contratto milionario, una fidanzata, una brillante carriera da attaccante, e fan in delirio per lui. Il suo carattere difficile però, rischia di rovinare tutto questo, abbandonandosi a continue bravate istigato dagli amici che provocandolo lo accusano di essere cambiato. Christian viene da una periferia di Roma con un passato di miseria e degrado alle spalle, con una madre scomparsa quando lui era ancora solo un ragazzino e un padre assente. Il presidente dalla Roma vuole inculcare al ragazzo finalmente un po’ di disciplina e assume Valerio Fioretti, un professore di liceo che dà lezioni private. Valerio accetta l’incarico pur non sapendo chi è Christian, perché rifiutare uno stipendio di quel tipo sarebbe folle. Ma a superare qualche esame, non sarà solo il giovane attaccante.
In una sceneggiatura davvero ben strutturata, e scritta meravigliosamente, spicca una grande interpretazione di Andrea Carpenzano. Giovane protagonista nel recente passato di un altro film che se non avete visto DOVETE recuperare, come “La terra dell’abbastanza”, film con il quale tra l’altro abbiamo proprio aperto la nostra rubrica.
Ma attenzione perché c’è uno Stefano Accorsi da me mai amato, qui invece asciutto, diretto, naturale, senza fiatone. Per me addirittura il migliore di sempre.
Non era facile affatto il connubio con lo sport, in questo caso il calcio. Perché nella storia del Cinema sono stati pochi, pochissimi, gli esempi da evidenziare, in cui l’atto sportivo in sé sia stato rappresentato con credibilità. Uno tra quelli senza dubbio “Fuga per la vittoria”, non a caso interpretato da calciatori veri, in cui per un Pelè che deliziava in rovesciata c’era anche uno Stallone che per abitudine non parava, ma prendeva a cazzotti il pallone.
L’opera prima di D’agostini, tra i suoi tanti pregi può vantare nel suo piccolo di essere tra quelle eccezioni, tra quei pochissimi. “Il campione” è l’esempio lampante di un Cinema Italiano intelligente e lucido. Che porta con se idee, coraggio e ambizione.
Il Cinema italiano che piace. Che si ama, e si fa amare.
Quello che ho provato a portarvi in questa rubrica, che oggi chiudiamo, spero possa essere stata come sempre un motivo di approfondimento, scoperta o riscoperta, esattamente come le altre che l’hanno preceduta. A me non resta che dirvi grazie e darvi appuntamento con il Cinema e una nuova rubrica per il prossimo anno. Da parte mia e da L’Agone augurare a tutti voi buone feste, buon Natale e felice anno nuovo!
Ah. Mi raccomando. Andate al Cinema!!