“E luce fu!”: le luminarie di Natale 2019 a Roma
Follia a Roma, ma una follia positiva e ricca di calore umano, perché il Natale è soprattutto questo. Domenica 8 dicembre è stato infatti illuminato il centro della Capitale a festa e ovviamente un ruolo cruciale lo ha svolto il famosissimo Spelacchio, l’albero di Natale entrato di petto anche nel mondo delle serie TV. A Piazza Venezia è dunque andata in scena la consueta festa, seguita dall’accensione del noto albero, che brillerà fino al 6 gennaio. A presenziare l’inaugurazione la sindaca Virginia Raggi, che ha addirittura intavolato una divertente conversazione con l’albero, destinata probabilmente a collezionare migliaia di visualizzazioni.
Spelacchio is coming to town
Spelacchio è tornato e non sta più nella corteccia dall’emozione e anche quest’anno lo sponsor delle feste romane è Netflix. All’accensione dell’albero è stato presente anche l’amministratore delegato di Acea, che invece si è occupata di un sistema di 10 chilometri di fibra ottica, con l’installazione di una decina di monitor che racconteranno la storia dei volti che hanno fatto grande Roma. Sono chiamate, infatti, luci d’autore e si tratta di un’etichetta più che meritata, proprio per via dei tanti riferimenti al grande cinema. Come funzionerà questo sistema? Il pubblico avrà la possibilità di interagire con i LED, tramite un’apposita applicazione per smartphone, con l’opportunità di sfruttare anche la realtà aumentata.
E spelacchio? Lui non sarà poi così tecnologico ma per diventare una superstar non è necessario esserlo. Niente può detronizzare il mitico albero diventato simbolo del Natale romano (e non solo), tanto da essere stato al centro anche di un accorato appello da parte dei “terribili ragazzini” di Stranger Things. Allora non deve stupire quanto segue: Spelacchio parla anche su Twitter, attraverso la propria fan page ufficiale!
Spelacchio VS Ferracchio
È una sfida all’ultima pallina fra Roma e Milano, stavolta il calcio non c’entra. Andrea Severini ha infatti aperto questo particolarissimo confronto natalizio a distanza, con una simpatica provocazione. Secondo Severini, infatti, il Ferracchio milanese è decisamente peggio dello Spelacchio romano, anche perché, tecnicamente non è un albero ma un cono metallico, che fra le altre cose è la brutta copia dell’amato Gazometro. Il pubblico romano, che non le manda mai a dire, ha immediatamente bollato questa opera d’arte decorativa come una “voliera per uccelli”. Intanto sul web l’ironia corre sul filo, diventando quasi virale. Però in questo caso vale anche il detto: bene o male, l’importante è che se ne parli. Ferracchio, da questo punto di vista, rischia seriamente di diventare un attrezzatissimo competitor per Spelacchio, anche se la sua anima è in acciaio e non in legno. Meglio non prendere troppo in giro, comunque, in fondo anche Roma ha il suo Ferracchio, seppur decisamente più grazioso, un albero in Piazza Santa Maria dell’Olivo, donato da Acea.