10 Novembre, 2024
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Cronache di una quarantena nel borgo di Castel Giuliano

La vita prosegue come sempre: nulla è cambiato, ma non da prima del 10 marzo. Dal XV secolo!

 

 

L’italia è immobile, come il fermo immagine di un film. Attendiamo pazienti il momento di spingere play e far ripartire il film della nostra vita.

Nel frattempo stiamo in casa, guardiamo film e serie tv, ascoltiamo musica, leggiamo libri e fumetti, tiriamo fuori i vecchi giochi da tavolo e seguiamo l’evolversi della situazione ascoltando i telegiornali.

Chi vi scrive è una privilegiata, che lavora da casa e che quindi in questi giorni di clausura forzata non rischia di annoiarsi troppo.

Il mio pensiero vola a coloro i quali non hanno coltivato alcun hobby “solitario”, quale è appunto la lettura. A loro va il mio augurio di scoprire la meraviglia che può suscitare un buon libro.

Spero anche che abbiate animali domestici a farvi compagnia. Auguro altresì a chi nel passato ha avuto il cuore di abbandonare il proprio cane, gatto o coniglio di sentire adesso tutto il peso dell’abominio commesso.

Diverse settimane di quarantena: sono un periodo brevissimo, se in agenda abbiamo impegni di lavoro e serate con gli amici. Diverse settimane chiusi in casa mentre fuori il personale sanitario combatte una guerra sembrano infinite. Ma dobbiamo resistere. Organizzarci e resistere.

L’Italia in questo è unita, da nord a sud, e ogni comune, ogni quartiere, trova il suo modo di reagire. Ieri sera le persone si sono affacciate ai balconi intonando varie canzoni, dall’Inno d’Italia alla sigla di Dragon Ball. Va bene tutto, purchè si sorrida.

Ma l’Italia è il paese dei piccoli borghi, gioielli nascosti, incastonati in paesaggi di montagna, di campagna, in riva al mare o a un lago. Borghi in cui il tempo sembra essersi fermato ben prima del 10 marzo 2020.

Uno di questi borghi è la pittoresca frazione di Castel Giuliano, a soli 7 km da Bracciano, ma ben più lontana nello spazio-tempo.

Castel Giuliano, o più semplicemente Castello, conta la bellezza di 180 abitanti, molti dei quali ben al di sopra dei 60 anni. Ma qui non si è mai scatenata la psicosi da contagio, perché gli abitanti hanno solo sporadici contatti con il mondo esterno. E per “mondo esterno” intendono anche la stessa Bracciano. Qui i “furastieri” vengono in bici o in moto, oppure ci sono i camminatori della domenica che vengono a visitare le splendide cascate di Castel Giuliano. Ma non c’è promiscuità tra furastieri e indigeni. E ovviamente al momento non si registrano visitatori esterni.

A Castel Giuliano non ci sono negozi. Non c’è l’edicola né il tabaccaio. C’è solo una bottega che ha alcuni generi alimentari. Avete presente “La casa nella prateria”? ecco. Ma meno!

La quarantena a Castello non si sente.

Qui la movida era rappresentata dai vecchietti che, seduti in panchina, commentavano la partita, la notizia di punta del tg e si aggiornavano sui reciproci acciacchi. Il top era rappresentato dal passaggio della macchina di un furastiero che scatenava la solita domanda: “De chi è fijo questo?!”

Ora ai nostri vecchietti è stato tolto anche questo svago. Ma per il resto a Castello la vita prosegue come sempre.

Nulla è cambiato. E non da prima del 10 marzo. Ma dal XV secolo!

Andrà tutto bene.

Monia Guredda

 

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