22 Febbraio, 2025
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Per Rezza non si dovrebbe tornare a scuola e negli stadi prima di settembre

AGI – Serve cautela, “il virus circola”, quindi “è chiaro che non posso che essere d’accordo con il professor Locatelli sulla riapertura delle scuole a settembre”. Lo ha detto il professor Gianni Rezza, dell’Istituto superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico che sta affiancando il governo e la Protezione civile nella definizione della strategia per contrastare l’epidemia da coronavirus in Italia.

A proposito di fase 2 di questa emergenza, Rezza ha sottolineato che “il Paese non può reggere un lockdown che vada oltre i due mesi”, e quindi alcune misure di contenimento e di precauzione in alcuni settori, come i trasporti e altre attività che significa la presenza di numerose persone tutte insieme, andranno adottate e con esse dovremo convivere.

“Siamo a maggio e… insomma non sarei favorevole alla ripresa del campionato” di calcio, “sta comunque alla politica decidere” ha aggiunto Rezza che tuttavia ha sottolineato come il suo sia un “parere personale ma che penso possa essere condiviso: gli sport di contatto possono avere un certo rischio di trasmissione”.

Gli effetti delle misure di contenimento dell’epidemia si vedono anche sul numero di decessi, ma questo “sarà l’ultimo indicatore a diminuire perché il tempo che intercorre tra contagio e decesso è più lungo rispetto a quello tra contagio e accertamento, notifica, dell’avvenuto contagio” ha spiegato Rezza che ha chiarito che proprio questa differenza “spiega perché abbiamo un trend più lento nella diminuzione del numero di morti, anche se siamo scesi molto rispetto ai mille di qualche giorno fa. Sono sempre tantissimi i 500 che in media registriamo ora, ma non sono i mille e più di allora”.

Il tempo che intercorre dal contagio alla notifica è ad oggi intorno ai 20 giorni, mentre quello che va dall’avvenuto contagio alla morte “potrebbe anche essere di un numero di giorni maggiore. Ora con l’aumento dei tamponi effettuati il tempo potrebbe contrarsi”.

Rezza ha anche chiarito il perché di numeri importanti nonostante il lockdown. “Continua comunque la trasmissione del virus, attraverso magari i familiari o i condomini, e questa residua fase fa sì che la coda dei contagi si allunghi”. Poi c’è da considerare il tempo che trascorre tra il momento del contagio e il momento della notifica, cioè ad esempio oggi, “possono trascorrere più giorni” tra i due momenti. E “anche in termini di mortalità, quello che vediamo oggi è attribuibile a giorni fa”. Ad ogni modo, quelli che stanno emergendo in questi giorni “sono segnali positivi”, anche se “devono essere consolidati”.

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