Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni del consigliere comunale Donato Mauro
“Le analisi e le valutazioni degli esperti maggiormente accreditati e del comitato tecnico scientifico convergono su due punti : stiamo gradualmente uscendo dalla fase 1 e dobbiamo essere consapevoli che con il maledetto virus ci dobbiamo convivere.
Stando alle dichiarazioni della protezione civile nazionale per accelerare l’uscita dalla fase 1 occorre effettuare ,nei limiti delle possibilità, uno screening della popolazione mediante i tamponi e i test sierologici al fine di individuare le persone contagiate comprese quelle asintomatiche,
Avevamo rappresentato questa esigenza,sia sui media locali sia con una lettera con una lettera al Sindaco e al Direttore della Asl Roma 4 già all’insorgere del contagio poi divenuto pandemia.Non abbiamo avuto risposta.Tra le impellenti priorità avevamo segnalato al Sindaco e all’assessore ai servizi sociali anche la necessità di verificare l’osservanza delle misure di sicurezza all’interno della casa famiglia e delle residenze sanitarie per anziani.Per quanto riguarda la casa famiglia il Sindaco non ha risposto direttamente ma ha trasmesso una nota della responsabile della gestione con la quale si dichiarava che in quel tipo di struttura non è prevista l’applicazione di tali misure di sicurezza .Per fortuna la nostra insistenza espressa riportando le notizie stampa del “massacro” verificatosi in varie parti del paese otteneva almeno di disporre il distanziamento degli ospiti durante i pasti e la dotazione di mascherine e guanti alle operatrici.
Al di là di contrapposizioni politiche che risulterebbero fuori luogo, sarebbe opportuno ascoltare anche i suggerimenti volti a contribuire a far superare al più presto la fase 1.
Con riferimento alla fase 2 tutto il paese è in ritardo e si pone il problema come ripartire,tenendo conto delle specificità di ordine epidemiologico ed economico esistenti nelle varie Regioni.
Ferma restando la esigenza di utilizzare i tamponi e i test sierologici,nel nostro territorio il contenimento del virus sembra funzionare e possiamo formulare qualche ipotesi di ripartenza.
La nostra economia si basa prevalentemente sul commercio l’artigianato e la produzione agroalimentare.
Le misure di sostegno finanziario previste dal governo, sostenute anche dagli interventi in ambito comunitario, sono almeno finora largamente insufficienti.
E’ auspicabile che nel prossimo vertice dei Capi di Stato e di governo l’Italia ottenga quanto necessario per sostenere la ripartenza dei vari settori produttivi e delle aziende di tutti i livelli.
Non entro nel merito dei ritardi nell’erogazione dei fondi alle partite Iva ,che ora stanno arrivando,né sulle oggettive difficoltà che incontrano le aziende per ottenere dalle banche i prestiti stabiliti.
Possiamo però ragionare su quello che è possibile fare per consentire che riaprano i negozi , che riprenda il lavoro degli artigiani e delle aziende agricole nonché dei gestori degli stabilimenti balneari ,degli alberghi e dei ristoranti.
Si rende necessario stabilire con estrema urgenza un tavolo di confronto per recepire le istanze degli operatori economici e individuare ogni possibile intervento utile a mitigare gli effetti di una crisi che se non gestita con capacità e concordia è suscettibile di diventare irreversibile.
Si registrano già alcune lodevoli iniziative riguardanti il commercio ma senza un coordinamento rischiano di restare espressione di gruppi volenterosi.
Altro decisivo aspetto riguarda la grande opportunità di portare a termine il rifacimento delle strade,Nel centro storico le condizione sono addirittura peggiorate.Quale migliore circostanza per svolgere questo tipo di lavori ,adesso che la circolazione è giustamente quasi azzerata e che si potrebbe deviare il traffico fino al termine degli stessi.
Analogo ragionamento si dovrebbe fare per gli interventi di manutenzione degli stabilimenti e degli arenili in modo da presentarci al meglio possibile alla riapertura della stagione balneare.Ci sono certamente altre cose che si potrebbero fare che emergerebbero dalla auspicata collaborazione.
Cambiando completamente argomento ,vorrei suggerire come tema di riflessione il valore della libertà.Leggo sulla stampa e sento in radio e tv discutere su ulteriori misure restrittive della libertà individuale da sacrificare sull’altare della sicurezza.
Stiamo molto attenti a cosa ci vorrebbero imporre, credo che tutti concordiamo sul rispetto rigoroso delle misure necessarie per contenere e speriamo sconfiggere il virus ma vigiliamo sulle intenzioni degli apprendisti stregoni e supereroi tecnologici.
Il coronavirus si è portato via lo scrittore cileno Luis Sepulveda , che prescindendo dal condividere la sua appartenenza politica , ci ricorda quanto sia facile perdere la libertà
e quanto sia arduo riconquistarla. ”
Donato Mauro