L’Ass. L’Agone Nuovo ha posto delle domande ai Dirigenti scolastici degli istituti presenti sul territorio, su quanto si sta facendo per proseguire il piano di formazione degli studenti.
Iniziativa a cura di Giovanni Furgiuele Presidente de L’Agone Nuovo
Lucia Lolli, Dirigente scolastico IC Bracciano
La situazione di estrema difficoltà che stiamo vivendo sta facendo emergere con forza la centralità e l’importanza del sistema scolastico pubblico, evidenziando come la scuola rimane il luogo principe in cui dare concretezza ai valori di solidarietà, giustizia e inclusione sanciti dalla nostra Costituzione.
I tentativi dell’IC di Bracciano, fin dai primi frenetici giorni di epidemia, sono stati quelli di creare luoghi virtuali in cui incontrarsi per fare lezione, o anche solo per parlarsi e vedersi, ribadendo la necessità di restare in contatto con tutti i nostri alunni e studenti.
In questa prospettiva, la didattica a distanza si sta rivelando uno strumento, certamente prezioso, per continuare ad accompagnare gli alunni e gli studenti nell’acquisizione di conoscenze e competenze, ma ben lungi dal mandare in soffitta la scuola come comunità educante fatta di persone e rapporti umani.
Ciò che è interessante è la grande responsabilità dei docenti. Ho degli insegnanti che si sono attivati, nella maggior parte dei casi, tantissimo con la didattica a distanza.
I ragazzi sono presenti e stanno sviluppando un attaccamento forte verso la scuola. La scuola è diventata un punto di riferimento essenziale per le famiglie e per gli studenti. È come se i docenti stessero riacquistando quel prestigio sociale che avevano perso. Siamo diventati veramente dei punti di riferimento per i ragazzi. Non vedono l’ora di fare lezione, entrare nella piattaforma, relazionarsi fra di loro e con i docenti. Questo è un aspetto molto positivo. Ci sono anche molte criticità sicuramente legate alla connettività e alla disponibilità di device. Ci sono delle famiglie per esempio in cui si è in quattro e si ha un solo computer.
Per questo motivo, insieme al Consiglio di Istituto, abbiamo deciso di fornire e recapitare, grazie al supporto della protezione civile di Bracciano, 15 tablet in comodato d’uso gratuito ad altrettante famiglie che ne avevano necessità. Oggettivamente ci sono delle criticità, ma ciò che mi sta colpendo è che i ragazzi hanno capito l’importanza della scuola e quindi si attivano, lavorano. Una docente mi racconta che i ragazzi chiedono di lasciare attiva la classe virtuale perché vogliono parlare tra di loro. I ragazzi vogliono vedersi e hanno bisogno della nostra presenza.
Grazie ai finanziamenti del MIUR, riguardo la didattica a distanza, abbiamo acquistato ulteriori 15 tablet che saranno distribuiti proprio in questi giorni, sempre nel rispetto dei criteri stabiliti dal Consiglio di Istituto.
La scuola sta riacquistando quello che è stato nel tempo: essere un punto di riferimento forte per la società.
Sta nascendo una fiducia nuova, un rapporto nuovo tra scuola e famiglia: questo ci aiuterà tantissimo per quest’anno scolastico ma anche in futuro.
Per quanto riguarda le modalità della DAD, ho lasciato alla professionalità dei singoli docenti, nel rispetto della libertà di insegnamento, la possibilità di scegliere le strategie e i sistemi che ritenevano più vicini alla propria inclinazione metodologica.
È una didattica completamente diversa, molto positiva, che non dobbiamo abbandonare. Ovviamente è importante la presenza, ma quello che abbiamo imparato dobbiamo tesaurizzarlo perché stanno emergendo delle tipologie di attività e di valutazione nuove, che stanno facendo emergere i talenti dei ragazzi. Emergono certo anche quelli che non vogliono lavorare, ma sono pochissimi.
Certa che bisogna mantenere la normalità in una situazione di anormalità, ho chiesto ai docenti di organizzare le attività in modo che per i ragazzi che ci sia una ritualità. Non tutte le ore sono in streaming, in media sono tre/quattro ore, che io chiamo spazi. Per esempio nella prima parte di una lezione, i docenti mettono dei materiali, degli esercizi, dei compiti che i ragazzi devono fare autonomamente o delle attività come parti di film, poi nella lezione online vengono ripresi. Le attività sono sincrone e asincrone ma sempre nel rispetto dei tempi e dei bisogni di ognuno.
La cosa fondamentale che emerge dalla didattica a distanza è, come ho detto, la centralità della scuola. Mi viene in mente il verso di Ungaretti: “Non sono mai stato così tanto attaccato alla vita”. Ecco, vedo l’attaccamento degli alunni e degli studenti alla scuola, a ciò che dà normalità alla loro vita in questo momento, che dà un ritmo. La scuola in questa situazione è in prima linea come i medici e gli infermieri. I medici e gli infermieri sono straordinari, ma anche la scuola ha un ruolo importantissimo ora: sta tenendo insieme i ragazzi di questo Paese, sta aiutando le famiglie. Non può che uscirne un bene da tutto questo.
Il corpo docenti dell’Istituto si è dimostrato, ancora una volta, disponibile, reattivo e pronto a mettersi in gioco accettando una sfida non semplice. Un plauso lo voglio anche rivolgere a tutte le famiglie, soprattutto quelle degli alunni della scuola Primaria, che hanno supportato e accolto positivamente l’adozione delle modalità scelte per la formazione a distanza. Modalità che vogliamo continuare ad adottare nella nostra scuola, a integrazione della formazione in aula, che già strizza l’occhio al digitale grazie agli strumenti a disposizione degli studenti di cui ci siamo dotati.
La scuola ha implementato la piattaforma Microsoft 365. Una piattaforma gratuita, fino a settembre 2020 considerata dall’Agid non solo inclusiva e con alta accessibilità, ma dotata di elevati standard di sicurezza. La piattaforma, oltre a Teams che consente di effettuare e registrare video lezioni, comprende il pacchetto Office che offre un ventaglio di strumenti progettati per aiutare la didattica a distanza e sostenere gli studenti con DSA e con BES con utili strumenti compensativi.
Anche se lo schermo di un pc ha sostituto la lavagna, si va avanti. Lo si deve ai ragazzi che devono completare il loro percorso scolastico, lo si deve anche ai docenti che chiedono normalità.
Lo si deve soprattutto al Paese che sta vivendo uno dei momenti più difficili della storia repubblicana.
A piu’ di un mese dall’utilizzo della didattica on line nella scuola determinata dall’emergenza sanitaria da Covid 19, , sicuramente le riflessioni che possiamo e dobbiamo e fare sono molte.
Riflessioni su come, per esempio, la didattica on line abbia influito sul fenomeno del bullismo , uno dei problemi che più tormenta oggi il mondo della scuola.
Sicuramente, possiamo affermare che il lockdown ne ha determinato apparentemente una diminuzione in ambito scolastico , ma questo non significa che il problema sia sparito , quanto, piuttosto, che ha trovato , dopo qualche momento di disorientamento e incertezza , altre forme di espressione .
Lucia Dutto, Preside Istituto Salvo D’Acquisto di Castel Giuliano
In questi giorni , abbiamo assistito, infatti , a vere e proprie incursioni in qualche scuola , di hacker che sono piombati nel bel mezzo di una lezione virtuale con contenuti anche pornografici , o violenti , determinando uno shock nei ragazzi , impegnati nella DAD, che hanno messo in grave difficoltà gli insegnanti e la scuola.
A questi esempi più eclatanti , si sono accompagnati altri episodi “minori “ di esclusione tra ragazzi , quali il “ buttar fuori” dalla classe virtuale , da parte di alcuni ragazzi , altri compagni che in questo modo non hanno potuto più seguire la lezione . Atteggiamenti che solo apparentemente sono scherzi , ma in realtà si configurano come veri atti di bullismo che denunciano una grande mancanza di rispetto per il compagno , il docente , la scuola, il momento di grave difficoltà che sta vivendo il Paese .
Questo tipo di episodi sono stati denunciati in diverse scuole anche dai genitori dei ragazzi vittime di tali soprusi e devono farci riflettere sul grande lavoro che dobbiamo ancora svolgere per la sensibilizzazione ed educazione alla cittadinanza dei giovani e , anche , per rafforzare l’autostima di chi si sente forte solo bullizzando il compagno più debole che, in questo caso, puo’ essere anche il compagno meno esperto informaticamente.
Insomma il bullismo serpeggia nella DAD, sempre pronto ad emergere e a far sentire i suoi effetti negativi .
Basti pensare al conio del neologismo Zoombomber, riferito ad una delle più note piattaforme in uso per le videoconferenze, per far capire quale è stato l’impatto del fenomeno bullismo sulla didattica a distanza , impatto che ha indotto la stessa Zoom a correre ai ripari per blindare le sedute di video conferenza , adottando nuove strategie di sicurezza , anche imposte dal Garante per la privacy che e’ intervenuto con raccomandazioni e norme riferite alla scuola .
Nel Provvedimento del 26 marzo 2020 , “Didattica a distanza: prime indicazioni” infatti, esso ha stabilito che le scelte delle scuole nell’adottare piattaforme o servizi on line (per effettuare attività di didattica a distanza , lo svolgimento on line di video-lezioni, l’assegnazione di compiti, la valutazione dell’apprendimento , le conferenze on line tra docenti, studenti e famiglie ) che , contemporaneamente , offrano ulteriori servizi, non rivolti alla didattica “dovranno conformarsi ai principi di privacy by design e by default, tenendo conto, in particolare, del contesto e … dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati ….Tra i criteri che devono orientare la scelta degli strumenti da utilizzare ……anche le garanzie offerte sul piano della protezione dei dati personali ….. “
Detto questo, ulteriori riflessioni sulla DAD che possiamo fare sono
-che essa in un momento di grave difficoltà sanitaria per il Paese ha sopperito alla necessità di istruzione, garantendo il diritto allo studio dei ragazzi
-che i docenti hanno riposto eroicamente a questa nuova modalità di erogazione delle lezioni , sia quelli più preparati tecnologicamente che quelli che , rapidamente, hanno cercato di colmare le lacune mettendosi in linea .
-che anche la maggior parte degli studenti ha risposto bene alla sfida, sia perché abituati ad utilizzare le nuove tecnologie a scopi comunicativi , sia perché ha subito capito , con la sensibilità che i giovani mostrano nelle occasioni serie, la gravità della situazione .
Tuttavia, non possiamo nasconderci anche le difficoltà che molti giovani stanno ancora incontrando nella DAD , soprattutto perché non posseggono una preparazione tecnologica adeguata ( l’ultimo rapporto ISTAT parla di 2 giovani su tre nella fascia tra i 14 e 17 anni , non ancora adeguatamente preparati tecnologicamente per la didattica a distanza ) e , spesso device e connessione adeguati allo scopo.
Non dimentichiamo poi che, oggi, i genitori sono lontani dal lavoro, a casa e che , quindi, dietro ad ogni videolezione c’è spesso c’è un padre o una madre di supporto , genitori che, una volta finito il lockdown, non potranno più seguire il loro figli , nell’ambito di una stessa mattinata costretti , magari ( è quello che succede normalmente ) ad usare due o tre piattaforme per poter svolgere le varie lezioni, con una linea di trasmissione che funziona a singhiozzi , riuscendo a collegarsi , a volte, solo con un telefonino perché il PC a casa non c’è. Mi riferisco soprattutto degli studenti delle classi inferiori , ma non solo.
La verità che questa emergenza ha messo in risalto , con tutta la eccezionale buona volontà mostrata da tutti ,è l’incredibile ritardo del nostro Paese rispetto ad altri Paesi europei nelle nuove Tecnologie, ovvero l’inadeguatezza delle linee di trasmissione, la carenza di strumenti tecnologici adeguati e sufficienti nelle scuole e nelle famiglie.
Si cerca di correre ai ripari , ma con risultati a macchia di leopardo.
Comunque, aldilà di ogni considerazione, resta il fatto che l’educazione è fatta di conoscenze , ma a anche di rapporti, di socializzazione di empatia e quindi pensare ad una scuola che si basi solo sulla DAD, soprattutto in età evolutiva e’ sicuramente impensabile, anche se la didattica a distanza è sicuramente uno strumento utilissimo, di supporto , di stimolo all’apprendimento , alla modernizzazione e crescita generale della scuola e della istruzione .
Stefania Chimienti, Dirigente L’Ist. Luca Paciolo e Liceo Vian di Bracciano
- Non ci sono al momento segnalazioni di casi di contagio all’interno dei nostri Istituti.
- La necessità di fare Rete che caratterizza le relazioni tra gli Istituti che dirigo e le Istituzioni sanitarie ed amministrative del nostro territorio è ancora più sentita in questa situazione di emergenza. Indispensabile il supporto della Compagnia Carabinieri, dalla ASL Roma 4, dell’Amministrazione Comunale di Bracciano, della Regione Lazio che non ci è mai mancato e non ci manca nella gestione di questa crisi epidemiologica. Un grazie speciale al Cap. Papuli, alla dott.ssa Ursino, al Sindaco Tondinelli, all’Ass. Alimenti e all’On. Minnucci.
- In questa fase di didattica a distanza e smart working, le risorse dell’Istituto sono sufficienti per il corretto e sereno andamento della vita scolastica. Tuttavia è necessario attrezzarsi per la gestione della cosiddetta “fase 2” che per quanto riguarda la scuola non è ancora chiaro come possa svolgersi. Nell’ipotesi di un rientro a settembre degli studenti con modalità alternate in presenza e on line sarebbe indispensabile un incremento degli organici sia del personale docente sia dei collaboratori scolastici. Le cosiddette “classi pollaio” che al momento sono state autorizzate dagli Uffici Scolastici Provinciali (anche trenta alunni con numeri elevati di studenti con disabilità) sono impensabili per un’adeguata applicazione delle norme di distanziamento sociale. Inoltre, per la tutela della salute degli studenti e del personale occorre un incremento della dotazione organica dei collaboratori scolastici che si occupino della pulizia e della sanificazione di locali e superfici non solo all’inizio e alla fine delle lezioni ma ad intervalli ravvicinati nel corso della giornata di attività. Anche per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti e gel disinfettanti), nonché dei prodotti per la pulizia e la sanificazione le risorse stanziate dal Ministero risultano insufficienti.
- La complessità normativa nella gestione delle Istituzioni pubbliche rappresenta un notevole ostacolo in una situazione di emergenza come questa. Le tempistiche delle procedure, come quelle di acquisizione di beni e servizi, andrebbero snellite e le procedure stesse semplificate.
Filmato realizzato dal Liceo Artistico “Luca Paciolo” sede di Anguillara Sabazia