(Repubblica) – È scomparso a 88 anni Nicola Caracciolo, giornalista, corrispondente dagli Stati Uniti per La Stampa e autore, negli anni Ottanta, di importanti inchieste televisive per la Rai sulla seconda guerra mondiale e il dopoguerra, e sulla Shoah degli ebrei italiani. Nato a Firenze il 19 maggio 1931, era fratello di Marella Caracciolo Agnelli e di Carlo, editore di Repubblica alla sua fondazione nel 1976. Alla morte della sorella, lo scorso anno, aveva dichiarato: “Spero che in in altri luoghi il nostro rapporto possa rimanere vivo”.
Ambientalista convinto, si era speso in particolare per la conservazione dell’ambiente naturale e contro la realizzazione dell’autostrada in Maremma, dove era di casa, tanto da essere chiamato dalla gente “il principe di Capalbio”. Nella cittadina aveva guidato il premio letterario di piazza Magenta e la sezione Maremma Tuscia di Italia Nostra, associazione di cui era presidente onorario. La moglie Rossella Sleiter ha lavorato per molti anni come giornalista a Repubblica e ancora oggi cura sul Venerdì la rubrica “Natura”
Tra le sue inchieste televisive, che oggi si possono recuperare su Rai Play, è particolarmente significativa la serie Il coraggio e la pietà, realizzata da Caracciolo con la consulenza dello storico Renzo De Felice, che analizzava in particolare, con interviste ai testimoni e ai sopravvissuti – tra cui il rabbino capo di Roma, Elio Toaff – la storia degli ebrei italiani dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938, prendendo in esame sia il ruolo di chi, dopo l’invasione nazista, denunciò i propri concittadini ebrei, sia di chi, invece, si adoperò per proteggerli. Allo stesso tema aveva dedicato anche il saggio Gli ebrei e l’Italia durante la guerra 1940-45.
Negli anni Novanta aveva firmato con Valerio Emanuele Marino il documentario Succede un Quarantotto sull’immediato dopoguerra italiano.