(ANSA) – Un’apertura ad ondate permette di testare il sistema, ma andranno sempre monitorati andamento dell’epidemia, tenuta del sistema ospedaliero, disponibilità dei dispositivi protettivi. Lo sottolinea Vittorio Colao, capo della task force per la Fase 2, intervistato dal Corriere in vista dell’appuntamento chiave del 4 maggio. Quanto all’app di tracciamento, è importante lanciarla entro fine maggio e averla quanti più possibile, altrimenti servirà a poco. Per Colao la crisi è l’occasione per rilanciare tutto il sistema Italia. L’economia ripartirà, ma bisogna aiutare le imprese sul fronte liquidità, ammodernare le strutture produttive e distributive, e meno gravami amministrativi o complicazioni, e il momento per farlo è adesso. Servirà, spiega, un intervento dello Stato, la Cassa Depositi e Prestiti può essere lo strumento giusto. Ma il rischio recessione globale c’è, aggiunge, dipenderà dalla scoperta di una terapia e di un vaccino e dalla governance mondiale: serve un coordinamento internazionale.
La risalita dei contagi in Germania e il rinvio dell’apertura delle scuole in Francia sono la prova che il rischio “di contagi di ritorno è molto concreto”. Ecco perché, dopo aver incassato le critiche per la timidezza delle aperture della fase 2, il premier Giuseppe Conte può rivendicare la linea dura scelta, anche sulla base dei dati dell’Iss sul rischio di collasso delle terapie intensive a giugno in caso di ripartenze generalizzate. “Non abbiamo ondeggiato rispetto ad altri Paesi”, spiega il premier. E aggiunge che riportare al lavoro 4,5 milioni di persone dal 4 maggio è già un rischio: un “rischio calcolato” e con un meccanismo d’emergenza pronto a scattare, con “chiusure mirate” per le aree o anche Regioni dove tornassero a salire i “focolai di contagio”.
La fase 2 è ancora un cantiere aperto: il governo dovrebbe precisare alcune delle norme del dpcm varato domenica per il 4 maggio attraverso “Faq”, risposte a domande frequenti, che diano un’interpretazione autentica delle misure. La task force di Vittorio Colao si rimette al lavoro per perfezionare le misure confrontandosi con esponenti dei diversi settori produttivi. Già dall’11 maggio potrebbero arrivare le prime novità: si valuta la possibilità di far svolgere messe all’aperto, venendo incontro alle richieste della Cei.