19 Luglio, 2024
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Covid 19, oltre mille al comando tra task force, comitati, istituzioni. Ma non ci sono le donne

Nel labirinto delle task force governative, regionali, ripartite per fasi e obiettivi, è stato difficile in questi giorni individuare un filo conduttore comune. Eppure ne esiste uno piuttosto evidente: non ci sono donne. Salta all’occhio osservando la composizione del comitato tecnico scientifico che sta coadiuvando il governo da due mesi: 20 su 20, tutti uomini (come si può facilmente evincere anche dalla presenza al tavolo della conferenza stampa delle 18 che fino a un paio di settimane fa ha scandito le giornate degli italiani). Ma ad un esame più approfondito, compiuto dai ricercatori di Openpolis, risulta evidente che il problema è generalizzato: solo il 20% dei ruoli della catena di comando nella battaglia al Covid 19 è ricoperto da donne.

Uno sbilanciamento che ha molto a che fare con la mappa generale del potere in Italia: incarichi istituzionali, presidenze di comitati, commissioni, istituti sono ruoli ricoperti in larghissima maggioranza da uomini. Lo sapevamo già, ma la crisi del Covid 19 sta portando alla luce il fenomeno in modo dirompente anche nelle sue modalità di ripercussione sulle scelte politiche, sulle dinamiche comunicative e sulla percezione di quanto la classe dirigente di questa fase sia realmente lo specchio del Paese.

Secondo l’analisi di Openpolis – che aveva già compiuto un grosso lavoro di ricerca sulla giungla delle task force anti-Covid ricostruendone dati e ruoli in una mappa del potere definita “atipica” per il coinvolgimento e l’interconnessione di strutture politiche, amministrative, specialistiche, ad hoc, sia nazionali che regionali – sui 1400 incarichi individuati la forbice tra donne e uomini cresce man mano che ci si avvicina al vertice della catena di comando.

Il già citato Comitato tecnico-scientifico è composto al 100% di maschi, e se si va a osservare uno ad uno i 20 incarichi si capisce che si è scelto giustamente il top degli esperti, messi alla guida di altrettante istituzioni. Dunque il problema è a monte: è che alla guida di Istituto superiore di sanità, Consiglio superiore di Sanità, Protezione civile, Dipartimenti del Ministero della Salute, società di medicina specialistica, Aifa, dipartimenti delle grandi strutture sanitarie specialistiche, insomma alla testa delle massime istituzioni coinvolte siedono solo uomini.

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