Bologna, Spal, Parma, Sassuolo, Cagliari e Napoli da lunedì 4 maggio possono allenarsi ma solo a livello individuale, niente partitelle: i governatori dell’Emilia Romagna, elogiato subito dalla Lega di serie A, e della Campania hanno dato il via libera. Parma e Spal per ora aspettano, vogliono prima vedere il protocollo della Cts, commissione tecnico scientifica. Non si può rischiare, la responsabilità è penale dei medici sociali e la situazione ancora non è chiara (in Germania ci sono stati tre positivi al Colonia). Bologna (martedì) e Sassuolo (lunedì) sono pronte a fare allenare i loro calciatori, a livello individuale e facoltativo, ma tenendo chiuse foresteria, uffici e spogliatoi. La doccia la farebbero a casa. Via libera ufficiale anche per il Napoli.
In serie A c’è molta tensione per la riapertura, Damiano Tommasi è al fianco di Dal Pino-De Siervo e molti presidenti sostengono che sia “illegale vietare gli allenamenti individuali”. Non è escluso che dopo Bonaccini e De Luca qualche altro Governatore presto possa dare il via libera: il Frosinone di Stirpe lo avrebbe chiesto ufficialmente a Zingaretti. Anche Roma e Lazio sono alleate su questa battaglia sono alleate su questa battaglia e hanno fatto intervenire i loro migliori giocatori. L’ex ministro dello sport, il fiorentino Luca Lotti, ha chiesto al governatore della Toscana di riaprire i campi.
Il Lazio riaprirà mercoledì 6, la prossima settimana anche la Toscana. Così come il Veneto (interessa al Verona) e altre Regioni: il ministro Boccia ha detto che non farà ricorso contro i governatori (del centrosinistra). Al Nord certo la situazione è ben diversa: ci sono Regioni, come Lombardia (quattro squadre, Milan, Inter, Brescia e Atalanta) e Piemonte (Torino e Juventus) che sono ancora in seria difficoltà con il virus, lì è probabile che si debba aspettare il 18 maggio. Insomma, tutto è ingarbugliato. I calciatori è mesi che sono fermi e per professionisti di quel livello è un problema serio, sicuramente inedito. Spadafora aveva parlato del 18 maggio per la ripresa del calcio con gli allenamenti collettivi e aveva modificato la locuzione da “allenamenti individuali” in “allenamenti di sport individuali”. Fra la Lega e il ministro, al di là dei comunicati di circostanza, resta la tensione. Alcune società come la Juve aspettano a richiamare i loro giocatori dall’estero sino a quando non hanno date certe per la ripartenza. Così si crea comunque disparità fra le venti squadre. La Lega di A è ancora ottimista, a parte quei club che non vorrebbero giocare e magari stanno nell’ombra: se si parte nel weekend del 13 e 14 giugno, c’è ancora la possibilità di salvare questa stagione, giocando le 124 partite che restano. Se fosse necessario anche in campo neutro, al Centro Sud. Ogni giorno si guardano i grafici della Protezione Civile con speranza e tensione.
Tommasi: “Giocatori e giocatrici dei dilettanti mandati via dagli appartamenti”
Un appello forte a non trascurare il calcio dilettantistico, scaricando sui giocatori e le giocatrici tutto il peso dell’attuale situazione economica dovuta al coronavirus, è stato lanciato dall’Associazione calciatori presieduta da Damiano Tommasi. “L’attuale situazione di crisi sanitaria e la conseguente difficoltà economica è sotto i nostri occhi e tutti i soggetti che compongono il mondo sportivo la stanno subendo. Proprio per questo non si comprende per quale motivo tale situazione sia ricaduta immediatamente ed esclusivamente sulla posizione dei calciatori”. L’Aic lamenta che “sono state tagliate arbitrariamente le mensilità e, in alcune situazioni, i giocatori/giocatrici sono stati invitati a liberare gli appartamenti messi loro a disposizione, senza pensare che molto spesso l’attività sportiva dilettantistica serve al sostentamento di intere famiglie. Per questo la situazione è inaccettabile e necessita di un intervento deciso e sostanziale da parte di tutte le componenti, visto che oggi stiamo lottando insieme per ottenere il medesimo risultato”.
L’Assocalciatori “farà in modo che tutte le componenti federali partecipino al fondo solidaristico deliberato a marzo affinché si possa garantire la sussistenza dei calciatori/calciatrici e la sopravvivenza economica delle loro famiglie” e nel contempo ringrazia il Governo e il Ministro Spadafora “per l’aiuto, sotto forma di indennità, elargito per marzo che è stato assolutamente importante. Si auspica che tutti i calciatori e le calciatrici ricevano l’indennità prevista per marzo e che, come promesso dalle autorità, il contributo possa essere riproposto per aprile”. “La situazione -conclude la nota dell’Aic- è assolutamente grave, gli atleti rischiano di non percepire alcun importo da marzo a settembre/ottobre e chi pensa di poter ‘risparmiarè sui calciatori e le calciatrici dilettanti, non comprende appieno la situazione sportiva, economica e soprattutto sociale di questi ragazzi e ragazze”.
Lega di C, Ghirelli aspetta la cig ed è pronto a chiudere il campionato
Francesco Ghirelli, leader della Lega di serie C, è atteso da decisioni importanti: il 7 maggio è prevista una assemblea, nella occasione verrà deciso dai 60 presidenti di chiudere questo campionato. Gli stessi medici sociali, all’unanimità, hanno ribadito che non ci sono le condizioni per ricominciare, che il protocollo non può essere applicato. La decisione della C poi verrà portata in consiglio federale dell’8 maggio-come prevedono d’altronde le norme- dove Ghirelli, Balata e Sibilia finalmente si potranno chiarire dopo i contrasti degli ultimi giorni. Inoltre il n.1 della Lega di C aspetta ancora da parte del governo la cig promessa ormai da tempo: il decreto dovrebbe arrivare la prossima settimana. La cassa integrazione, che sarà retroattiva, interessa circa 2000 persone fra calciatori, allenatori e direttori sportivi che guadagnano non oltre i 50.000 euro al mese.