23 Dicembre, 2024
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L’Agone intervista l’on. Emiliano Minnucci

Abbiamo toccato col Consigliere Regionale Emiliano Minnucci alcuni argomenti che riteniamo in questo momento sensibili per tutti i cittadini del territorio, di seguito le risposte

Aggiornamenti sulla situazione Sanitaria della Regione sul Territorio (Regionale e Sabatino, Bassa Tuscia e Litorale): numero dei pazienti, evoluzione dell’epidemia interna all’Organizzazione regionale e attività in corso;

I numeri dei nuovi positivi nel nostro territorio di competenza della ASLRM4 negli ultimi giorni sono stabilmente prossimi allo zero. Ciò ovviamente induce tutti noi ad essere più ottimisti, ma non può e non deve portarci ad abbassare la guardia. Il virus è ancora attivo, non dimentichiamolo. Basta poco, veramente poco, per tornare a vivere pagine drammatiche. Su questo punto occorre essere molto chiari: per il successo della Fase 2, più di mille leggi o decreti, conterà il senso di responsabilità di ciascuno di noi.

Il numero di tamponi fatti è, nella nostra Regione, uno dei più alti, ormai oltre la soglia di 150 mila, di cui fino ad oggi 8.360 nella ASLRM4 che così raggiunge anche il 56,60% di tamponi fatti al proprio personale sanitario. Dall’inizio della pandemia, inoltre, sono guarite circa 387 persone e, ormai da diversi giorni, il numero dei nuovi contagi continua a scendere e ad attestarsi a poche unità o zero, partecipando al trend regionale ormai da giorni inferiore a 100, tanto che attualmente risultano in tutto il Lazio poco più di 4300 casi positivi, e risultano essere guarite 1916 persone. In numeri percentuale in continuo miglioramento credo sia importante sottolineare che degli attuali casi positivi solo il 20% è ricoverato in una struttura sanitaria e, soprattutto, solo 1% è ricoverato in terapia intensiva.

Sicuramente questi numeri sono anche il risultato delle diverse azioni messe in campo dalla Regione Lazio,  che ha investito molto proprio sulla sperimentazione. La Regione Lazio, infatti, ha stanziato 5 milioni di euro a favore della sperimentazione che, insieme ai 3 milioni stanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca  Scientifica con il Protocollo siglato lo scorso marzo tra Governo, Regione Lazio, CNR, e l’IRCCS “Spallanzani”, hanno già permesso di raggiungere un grande ed importante risultato. E’ di questi giorni, infatti, la dichiarazione da parte del Direttore Sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, per cui sarà possibile iniziare la sperimentazione di un vaccino sull’uomo da luglio prossimo. Nell’ospedale, fiore all’occhiello della nostra Regione, si sta già allestendo un’area che sarà specificatamente dedicata alla somministrazione del vaccino a volontari sani, la cui selezione avverrà proprio in questo mese, e sotto il coordinamento scientifico dello Spallanzani unitamente al CNR. Se i primi test daranno esito positivo si prevede di poter somministrare nel 2021 il vaccino ad un alto numero di persone a rischio.

 

Organizzazione e connessione tra le varie organizzazioni: sanitarie, organi di controllo, volontariato;

La ASL RM4, come tutto il sistema sanitario regionale, ha saputo reagire prontamente al dilagare della pandemia da Covid-19, salvaguardando il nostro territorio, nonostante l’eccezionalità e gravità dell’evento. Fortunatamente l’evoluzione epidemiologica non ha avuto caratteristiche e valori simili alle regioni del nord colpite per prime dal virus. Le misure di contenimento, le azioni intraprese e coordinate dalla nostra struttura regionale e il lavoro instancabile di tutti gli operatori della sanità hanno permesso una gestione oculata, seria e determinata del problema.

Decisioni drastiche ma fondamentali, come l’istituzione di zone rosse o i serrati controlli sulle RSA hanno  prodotto risultati innegabili in termini di contenimento dei cosiddetti “cluster”, cioè i focolai del virus.

In modo particolare, la capacità di reazione del sistema sanitario  regionale è dimostrata dall’incremento enorme,  in poche settimane, di personale, attrezzature, posti letto dedicati al Covid, sia nei reparti creati appositamente, sia nelle terapie intensive.

Ho potuto constatare in prima persona il coordinamento e la collaborazione nonché il continuo impegno delle diverse istituzioni, le organizzazioni di volontariato, la rete di assistenza socio sanitaria e la cittadinanza tutta.

Oggi non siamo ancora fuori questa terribile tragedia, il pensiero va a chi non c’è più, ai cari che ancora non possono salutare chi non ce l’ha fatta. Ma si inizia ad intravedere una via d’uscita, un miglioramento che dobbiamo, però, continuare a proteggere ed alimentare.

 

Nel contingente i Comuni sono autosufficienti? oppure necessitano di nuove forze? La Regione Lazio e Lei cosa state facendo?;

La situazione dei Comuni era purtroppo già precaria prima dell’avvento di questa epidemia. È quindi consequenziale che molti di essi si sono trovati in grandi difficoltà gestionali ed economiche. A far fronte a queste problematiche ci sono stati però, a parte poche eccezioni, sindaci e amministrazioni all’altezza del loro ruolo che hanno con coraggio e determinazione cercato di affrontare con la cittadinanza che rappresentano questa emergenza.

Le strutture locali di protezione civile  e della croce rossa sono state come sempre al fianco delle istituzioni. Dal governo sono stati anticipati i contributi del fondo di solidarietà, dalla sede centrale di protezione civile e dalla Regione Lazio sono stati erogati in pochissimo tempo fondi per rispondere alle necessità primarie dei cittadini in difficoltà. I comuni sono state le braccia operative di importanti provvedimenti regionali già concretizzati, come il bonus spesa e il bonus affitti, nonché di tutti gli interventi normativi ed economici sul tema dell’assistenza sociale.

Ad aiutare le amministrazioni l’intermediazione e l’assistenza anche tecnica di ANCI Lazio e ALI Lazio che con la giunta regionale e i sindaci sono riusciti a creare una rete di comunicazione e di confronto utilissima alla gestione di questa emergenza.

Da sottolineare il piano di rinegoziazione dei mutui, in fase di attuazione in queste ore, da Cassa Depositi e Prestiti per Comuni, Province, Città metropolitane, Unioni di Comuni, Comunità Montane, Regioni e Province Autonome.

Insomma, molto si sta facendo ma molto c’è ancora da fare, molto faremo come Regione e molto ci aspettiamo dal governo centrale. I sindaci hanno bisogno di chiarezza, strumenti e fondi per far sentire lo Stato più vicino ai cittadini.

 

Come state organizzando la Fase 2? E su quali basi e ipotesi di lavoro?

L’organizzazione regionale di questa nuova fase è declinata sui provvedimenti emanati dal governo centrale. Sono in corso continue riunioni ed incontri tra l’istituzione regionale e i rappresentanti delle imprese, delle categorie e dei lavoratori per farci trovare sempre pronti e all’altezza, passo dopo passo. Il cronoprogramma prospettato dal Presidente del Consiglio è la cornice in cui si sta lavorando al fine di far trovare pronto e competitivo il sistema Lazio. I primi provvedimenti economici nazionali che io definirei tampone, si sono rivelati sicuramente importanti e utili, impensabili in una situazione normale e in un quadro europeo ancora non delineato, altresì hanno rivelato le necessità urgenti di tempestività e di azzeramento della burocrazia. Queste sono le caratteristiche essenziali richiamate anche dal Presidente Zingaretti: tempestività e zero burocrazia.

Le nostre imprese hanno bisogno di liquidità e ne avranno bisogno ancora per un bel po’ di tempo, i nostri lavoratori hanno bisogno di tutele e protezioni continue, le nostre famiglie di aiuti e sostegni. La nostra Regione con uno sforzo enorme attraverso il piano “Pronto Cassa” è riuscita a coprire finanziariamente tutte le 42.000 richieste per prestiti fino a 10 mila euro per piccole imprese, sono stati stanziati 40 milioni di euro per tutte le categorie ad oggi risultate escluse, sono state liberate importanti risorse su molti altri settori (cultura, asili, giovani, agricoltura, edilizia scolastica, trasporti, turismo). Non dimentichiamo l’efficienza della nostra Regione nel lavorare rapidamente tutte le pratiche autorizzative di Cassa Integrazione, stipulando accordi con ABI e Poste Italiane al fine di permettere un’anticipazione di questo provvedimento. Insomma, molto si sta facendo, ma molto è ancora da fare. Al fianco di questa massiccia operazione di immissione necessaria di liquidità  abbiamo bisogno di riprogrammare il futuro, a breve, medio e lungo termine. Una programmazione aggiornata giorno per giorno, perché giorno per giorno viviamo situazioni nuove, sconosciute. Solo attraverso il confronto, il dialogo, l’ascolto potremmo mettere in campo azioni efficaci. Questo credo si stia facendo. Seguendo questa metodologia ci ritroveremo sicuramente sulla strada giusta.

 

Augurandoci che la fine, almeno della fase cruciale, finisca al più presto: come pensate si possa correggere o migliorare la situazione attuale? Rapporti Comune/Regione/Stato centrale: finanziamenti, responsabilità, privilegiare pubblico anziché il privato

Io credo che sicuramente abbiamo assistito a meccanismi non oliati nel coordinamento tra stato centrale e regioni. Credo però che queste incomprensioni e queste distanze siano state generate più sul piano politico che istituzionale. Le influenze esterne di carattere politico-propagandistico credo non siano state, per poco, la causa principale di una crisi istituzionale che nei giorni di massima emergenza il Paese ha rischiato.

Credo poi che l’eccezionalità e la gravità dell’evento avrebbe messo in difficoltà, e lo ha fatto, qualsiasi sistema istituzionale, qualsiasi classe dirigente. Noi come Italia, con serietà e rinnovato spirito critico, siamo stati il primo Stato democratico a dover affrontare l’emergenza. Non dimentichiamolo mai! Possiamo dirci orgogliosi di noi stessi, delle nostre istituzioni e del nostro sistema sanitario nazionale.

Questa crisi ha evidenziato  però come tutto questo non sia scontato né perfetto e quanto tutti noi ci dobbiamo dedicare a farlo crescere e migliorare. Ha evidenziato come la nostra sanità pubblica sia un bene comune essenziale ed irrinunciabile, per troppi anni preda di briganti e troppo spesso dimenticata. Su questo, come abbiamo fatto noi in Regione Lazio, un cambio di tendenza è oggi più che mai necessario.

 

Puntare su cosa: Turismo, Agroalimentare, Ambiente (paesaggio-centri storici-ecc.), ecc.;

Dobbiamo puntare su tutto. Tutto deve ripartire, tutto deve essere supportato. Questa crisi non lascerà indenne nessuno e nessuno deve essere lasciato solo. Credo, alla luce di questa esperienza, quanto sia necessario dare spinta, con ancor più vigore  e forza, alla digitalizzazione e semplificazione della pubblica  amministrazione. La burocrazia è stata ed è il nemico numero uno. Di questa azione ne beneficerebbero tutti i settori economici. Per questo ci vuole coraggio, competenza, ambizione e serietà. Come consigliere regionale questo è stato e sarà per me un faro. Ho visto da vicino le difficoltà e gli ostacoli ma la battaglia è aperta e proprio sulle norme, sulle leggi che si gioca la partita più importante. Se mi si consente una nota personale, posso dirle con un certo orgoglio che in queste settimane così complicate ho speso tutte le mie energie proprio su due fronti essenziali: 1) collaborare all’assunzione di decisioni importanti su scala regionale ; 2) dare aiuto ed assistenza ai cittadini in termini di informazione sui provvedimenti e di rapporto con la pubblica amministrazione.

Più nello specifico al fianco delle azioni di sostegno alle classiche e fondamentali attività produttive, il Lazio ha bisogno di uno straordinario piano di rilancio turistico non pensato come settore indipendente ma come vera e propria scelta strategica che possa condizionare tutti i settori economici, tutti i settori del governo regionale. Turismo vuol dire salvaguardia e valorizzazione dei nostri territori, delle nostre bellezze, sostenibilità ambientale, crescita e sviluppo culturale, vuol dire connessioni internazionali, nuovi modelli di aggregazione e di socialità, sviluppo delle nuove tecnologie, vuol dire giovani all’opera, memoria, tradizioni, un’urbanistica che possa pensare al futuro delle nuove generazioni, una nuova mobilità, turismo vuol dire accoglienza. Una Regione accogliente per un visitatore è la migliore Regione per chi la vive tutti i giorni. Per questo non dobbiamo dare per persa la stagione turistica 2020. Sarà diversa dalle altre, ovviamente. Sarà probabilmente caratterizzata da un turismo di prossimità, in  cui non ci si allontanerà troppo da casa. Ecco, con tutti i dovuti accorgimenti e con tutte le attenzioni del caso, noi dobbiamo farci trovare pronti. Penso a chi ha vissuto i due mesi di totale “clausura” nella Capitale, magari nei grandi palazzoni, senza un minimo di contatto con la natura, ed oggi sente il bisogno vitale di ritrovare questo contatto. I nostri grandi spazi verdi, le nostre belle spiagge, le nostre eccellenze enogastronomiche, piano piano e con la giusta cautela, potranno rappresentare un attrattore formidabile.

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