23 Novembre, 2024
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Arriva la recessione più grave della storia europea

(Agi)  Per colpa dell’epidemia l’economia dell’Ue sperimenterà una recessione di proporzioni storiche. Il Pil dell’Italia crolla di oltre il 9%.

La pandemia di coronavirus scatena la più grande recessione della storia europea. Le previsioni di primavera della Commissione sono un vero e proprio bollettino di guerra, con cifre e percentuali mai registrate prima nell’economia della zona euro e del Vecchio Continente.

Il Pil dell’Italia crollerà del 9,5% quest’anno, (la Commissione parla di ‘profonda recessione’) per poi rimbalzare di 6,5 punti l’anno prossimo. Peggio solo la Grecia.
La pandemia di coronavirus farà schizzare il rapporto deficit/Pil del nostro Paese all’11% nel 2020, mentre il rapporto debito/Pil sfiorerà il 160% attestandosi al 159%.
Ma la pandemia non risparmia nessuna delle grandi economie europee: nel 2020 calerà il prodotto lordo di Germania (-6,5%), Francia, (-8,2%) Spagna (-9,4%). Fuori dalla zona euro è la Croazia a registrare la caduta del Pil più pesante con un -9,1%.

La Polonia nell’Unione Europea, Lussemburgo e Austria nella zona euro sono invece Paesi il cui Pil viene meno colpito dai danni economici causati dall’esplosione del Covid-19.
Complessivamente, rileva la Commissione, il Pil della zona euro subirà una contrazione del 7,7% nel 2020, prima di tornare a crescere del 6,3% nel 2021. L’Ue a 27 dovrebbe registrare una contrazione del 7.4% quest’anno, prima di un rimbalzo del 6% il prossimo. “La pandemia di coronavirus rappresenta uno shock maggiore per le economie globale e dell’UE, con conseguenze socio-economico molto gravi”, avverte Bruxelles, secondo cui “malgrado la risposta rapida e ampia sia a livello Ue sia a livello nazionale, l’economia dell’Ue sperimenterà una recessione di proporzioni storiche quest’anno”.

Secondo la Commissione, lo shock “e’ simmetrico” perché colpisce tutti gli Stati membri, ma sia in termini di caduta della produzione nel 2020 sia in termini di forza della ripresa nel 2021 ci sono delle differenze marcate. “La ripresa economica di ciascuno Stato membro dipenderà non solo dall’evoluzione della pandemia in quel paese, ma anche dalla struttura delle loro economie e dalla loro capacità di rispondere con politiche di stabilizzazione”, avverte la Commissione.

Pesantissime saranno le conseguenze anche sui conti pubblici dei paesi europei: i deficit e i debiti degli Stati membri della zona euro subiranno un’impennata nel 2020 a causa della crisi del coronavirus e delle misure fiscali adottate per fronteggiare l’impatto economico, prevede la Commissione.
Il deficit pubblico aggregato dell’area euro dovrebbe salire dallo 0,6% del 2019 al 8,5% nel 2020, prima di tornare al 3,5% nel 2021. Le stime sul deficit aggregato per l’Ue a 27 sono analoghe a quelle per l’area euro. Il rapporto debito/Pil, che era in fase discendente dal 2014, tornerà a salire con un balzo di oltre 15 punti percentuali quest’anno.

Nell’area euro, il rapporto debito/Pil dovrebbe salire dal 86% del 2019 al 102,7% nel 2020, per attestarsi al 98,8% nel 2021. “Gli Stati membri hanno reagito in modo deciso con misure fiscali per limitare i danni economici provocati dalla pandemia”, ha spiegato la Commissione, sottolineando che l’aumento della spesa e’ dovuto sia agli stabilizzatori automatici sia agli stimoli fiscali discrezionali.

Di “shock senza precedenti dalla Grande Depressione” parla il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, secondo cui “è ora abbastanza chiaro che l’Ue è entrata nella recessione economica piu’ profonda della sua storia”.
“Nel 2021 prevediamo un rimbalzo del 6,1% nell’UE e del 6,3% nell’area dell’euro – ha aggiunto Gentiloni – ma non abbastanza per compensare completamente la perdita di quest’anno. In altre parole, si prevede che alla fine del 2021 una grande maggioranza degli Stati membri presenterà un livello inferiore di attività economica rispetto a prima dell’esplosione di questa crisi”.

Quanto all’Italia, le misure prese dal governo vanno nella direzione giusta, dice l’ex premier. Ma la crisi, che ha investito tutti allo stesso modo avrà conseguenze diverse a seconda della fragilità di ciascun Paese.
Differenze che rischiano di ampliare il divario tra Nord e Sud e che secondo Gentiloni potrebbero mettere a repentaglio l’esistenza stessa della zona euro. In Italia ad esempio, sottolinea il commissario Ue, malgrado il rimbalzo previsto per la seconda metà dell’anno, il recupero sarà più difficile e più lento.

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