CORTINA (BELLUNO). Erano saliti in vetta, sulla Tofana di Rozes sopra Cortina d’Ampezzo, senza violare alcun divieto per coronavirus, ma una valanga ha trasformato l’escursione in tragedia. Vittima un giovane di 23 anni di Belluno, travolto e ucciso da una valanga che lo ha trascinato per circa 200-300 metri. A lanciare l’allarme è stato il fratello di 27 anni che era con lui: si è salvato solo perché in una posizione a riparo dal blocco di neve che si è staccato.
L’incidente è avvenuto non distante dal rifugio Giussani, a 2561 metri. Il sole potrebbe aver favorito il distacco della neve. Non a caso, l’innalzamento delle temperature aveva fatto scattare il pericolo valanghe ‘moderato’ di grado 2.
Il ragazzo insieme al fratello aveva raggiunto con l’auto poco dopo delle 9 il Rifugio Di Bona. Da qui con gli sci attrezzati con le pelli di foca i due erano risaliti sino al Rifugio Giussani. Ma, secondo quanto ricostruito, scendendo dalla Rotzes, lo scialpinista bellunese anziché prendere il rientro classico dallo spallone, si è tenuto a destra dello Spigolo Zero e ha preso un canale che porta dietro Punta Marietta. Una discesa ‘tagliata’ considerata poco sicura. E le condizioni meteo con temperature in rialzo e sole che perduravano da due giorni hanno forse giocato un ruolo fatale. Il rischio è di imbattersi i una di quelle che vengono definite ‘colate di neve da irraggiamento’ sui pendii in forte pendenza, il cui peso specifico, molto alto, raggiunge i 500 chili al metro cubo. Simile a quella che si è staccata a metà di quella maledetta discesa, travolgendo il giovane alpinista. Il fratello ha chiamato i soccorsi, ma non c’è stato pià nulla da fare. Il corpo del 23enne è stato recuperato a circa 2.550 metri di quota dal soccorso alpino della Guardia di finanza.
In tarda mattinata l’allarme è stato dato da alcuni scialpinisti per una valanga che si è staccata sul versante trentino del ghiacciaio della Marmolada all’imbocco della via ferrata Rocchetta – a quota 3.300 metri – verso Punta Penia. Stando alle prime frammentarie informazioni due alpinisti sarebbero rimasti coinvolti che successivamente sarebbero riuscite ad emergere dalla massa nevosa. Sul luogo si sono portati i soccorritori del Soccorso Alpino e l’elicottero di Trentino Emergenza.
Nell’area della Tofana di Rozes in giornata è confluita una cinquantina di appassionati di scialpinismo, ‘fermi’ ormai da tre mesi a causa del Covid-19, attirati dalla bella giornata di sole. Gli impianti di risalita a Cortina sono tutti fermi.
Fonte: LaRepubblica.it