17 Luglio, 2024
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Silvia Romano è stata liberata.

Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. È una notizia bella, carica di speranza, che ci riempie il cuore di gioia. Di Silvia, della sua detenzione iniziata nel novembre del 2018, avevo parlato il 25 Aprile, in occasione della Festa della Liberazione, ricordandola insieme a Patrck Zaki, purtroppo ancora detenuto.

Accade oggi, in questo triste anniversario italiano. 42 anni fa le Brigate Rosse assassinavano brutalmente il Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Nelle stesse ore una carica di tritolo devastava il corpo del trentenne Peppino Impastato, giovane attivista antimafia. Due omicidi politici; due persone che stavano cambiando davvero le cose; due uomini assassinati perché le loro idee spaventavano ­troppo.

Dal 2007 il 9 maggio è la Giornata delle vittime del terrorismo. “Ricordare è un dovere”, ha detto oggi il Presidente della Repubblica Sergio Matterella parlando dell’omicidio di Aldo Moro; “ma non ovunque è stata fatta piena luce”, ha aggiunto, ­ricordandoci anche che “la verità resta un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni”. Un dovere per le Istituzioni. Parole molto simili a quelle che Nicola Morra, Presidente della Commissione Antimafia, ha usato riferendosi a Peppino Impastato: “non dimenticare – ha detto – significa anche non sottrarsi al dolore della memoria”. Il dolore della memoria.

Quanto è importante la memoria, e quanto è indispensabile lo sforzo per non dimenticare. In parte forse lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, come Comunità, a fianco di mamma Marina e papà Valerio, nella faticosissima lotta per Marco, per la verità e per la giustizia.

Ad Aldo Moro è intitolata la nostra piazza più importante, a Peppino Impastato la Biblioteca del Comune di Ladispoli. Due posti simbolici che ricordano due grandi uomini accomunati da un tragico destino. Li ricordiamo oggi entrambi, in questa giornata in cui siamo costretti a fare i conti con tutte le numerosissime vittime del terrorismo, con i lati oscuri della storia della nostra nazione, con le bombe, gli assassini, gli attentati rimasti per troppo tempo avvolti da una coltre di nebbia. Con i morti ammazzati da ogni tipo di mafia.

Silvia Romano è stata liberata. Questa frase mi rimbalza di continuo in testa ora, impedendomi di pensare ad altro. È un faro di speranza, una luce nella notte, un raggio di sole in un periodo già molto complesso. Silvia Romano è stata liberata. Era in Africa come volontaria per un progetto di sostegno all’infanzia con i bambini di un orfanotrofio. Anche lei, in prima linea, lottando per un mondo migliore. Sembra che le sue prime parole dopo la liberazione siano state: “sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l’ora di ritornare in Italia”.

Anche noi, Silvia, non vediamo l’ora che tu ritorni. E di festeggiare anniversari che ci ricordino le pagine belle della nostra Nazione.

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