Spagna, Portogallo e Italia stanno preparando una proposta congiunta per l’introduzione di un reddito minimo garantito a livello europeo.
Esso consisterebbe in un’entrata mensile minima a beneficio delle fasce più povere della popolazione, attraverso uno schema che ricorda il reddito di cittadinanza italiano. Lo ha dichiarato il vicepremier spagnolo, Pablo Iglesias. Lo stesso leader di quel movimento, Podemos, che fin dalle origini era stato definito come un parente iberico del Movimento 5 Stelle. Il reddito minimo garantito Ue, secondo il progetto delineato da Iglesias, avrebbe importi commisurati alle caratteristiche economiche di ciascuno stato (come ad esempio il livello medio dei salari) e “stabilirebbe uno standard europeo per la dignità e per proteggere i consumi”. La Commissione europea avrebbe la responsabilità di stabilire i livelli congrui per il sussidio in ciascun Paese. Resta da definire, però, l’aspetto più delicato: la provenienza dei fondi necessari a finanziare la proposta, se il budget Ue, se le finanze nazionali, oppure entrambi congiuntamente.
Nel frattempo, il governo di coalizione spagnolo guidato da Pedro Sanchezsta preparando la “versione nazionale” del reddito minimo garantito. L’obiettivo è sostenere il reddito in questa fase di profonde difficoltà economiche non solo attraverso piani temporanei, ma anche tramite anche una misura destinata rimanere l’eredità duratura dell’alleanza fra Psoe e Podemos.
Il tramonto delle Thatcher e dei Blair
Questo genere di politiche sociali sono state spesso accusate di un assistenzialismo nemico della produttività. E’ il caso di chi ritiene il reddito minimo garantito come un deterrente alla partecipazione attiva nel mondo del lavoro. Iglesias, però, ritiene ormai superato questo approccio teorico:
“Tutti capiscono adesso che c’è bisogno di uno stato attivista; l’economia di mercato è protetta molto meglio e viene garantita una domanda minima [per beni e servizi] nonché un certo livello di welfare”, ha detto Iglesias. “La gente pensa che le catastrofi trasformino gli atei in credenti; infatti, esse trasformano i neoliberali in neokeynesiani […] le idee della Thatcher, di Schroeder, di Tony Blair sono state seppellite dalla storia. Nessuno può difenderle adesso”.
Il vicepremier spagnolo, nel corso dell’intervista rilasciata al Financial Times, ha dichiarato che “l’Unione Europea dei tagli, dei piani di austerità, della mancanza di solidarietà del Nord rispetto al Sud, non sopravviverà”. Anche per questo, ha affermato Iglesias, “un certo livello di mutualizzazione del debito è una condizione necessario per la prosecuzione dell’esistenza dell’Unione Europea”.
(Wall Street Italia)