25 Dicembre, 2024
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Bar, negozi, spiagge, parrucchieri: il calendario delle regioni che vogliono aprire prima

Il governo è pronto a concedere dal 18 maggio aperture differenziate sulla base delle valutazioni del ministero della Salute. Ma continuano a moltiplicarsi gli “strappi” delle regioni. Alcune delle quali hanno già stilato un proprio calendario di riaperture

Una cosa sembra certa. Di fronte al pressing delle regioni il governo è pronto a concedere dal 18 maggio aperture differenziate sulla base delle valutazioni che perverranno dal ministero della Salute. Il piano annunciato lo scorso 26 aprile dal premier Conte (che prevedeva per tutto il territorio nazionale l’apertura di negozi al dettaglio, musei e biblioteche il 18 maggio e quella di bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici il 1° giugno) pertanto, a meno di fatti nuovi, cambierà. Ma la linea dell’esecutivo è che l’ultimo Dpcm in vigore fino al 17 maggio non subirà modifiche.

Fino ad allora, perciò, non saranno consentite nuove aperture. Eppure continuano a moltiplicarsi gli “strappi” delle regioni. Alcune delle quali hanno già stilato un proprio calendario, rischiando di andare incontro ad una impugnativa del governo. Come è già successo per la Calabria, la provincia autonoma di Bolzano (qui oggi riaprono i negozi ma il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Boccia ha annunciato l’impugnazione della legge) e la Liguria.

La governatrice Santelli bocciata dal Tar rilancia e apre le palestre 
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti ha annunciato un ddl per anticipare le aperture. Nel caso della Calabria, il Tar di Catanzaro ha accolto il ricorso del governo contro l’ordinanza della presidente della regione Jole Santelli. La sentenza di fatto richiude le attività che la Regione aveva riaperto. In serata la governatrice rilancia con una nuova ordinanza – la 41 – che consente in tutta la Calabria ai residenti di raggiungere le seconde case per manutenzione, fare attività motoria in strutture e circoli sportivi. Si potranno anche mettere i tavoli all’aperto per bar, pizzerie, ristoranti, gelaterie, rosticcerie. «Prendiamo atto della decisione del Tar, ma non nascondiamo il rammarico per una pronuncia che provoca una battuta d’arresto ai danni di una regione che stava ripartendo dopo 2 mesi di lockdown e dopo i sacrifici dei cittadini. Una scelta così importante – aveva detto Santelli appena giunta la sentenza del Tar – spettava alla Corte costituzionale, unico organo in grado di fare chiarezza sul rapporto governo-Regioni. Il Governo Conte ha poco da esultare: si tratta di una vittoria di Pirro che calpesta i diritti dei cittadini, dopo che per 11 giorni l’ordinanza ha avuto validità».

Boccia: sentenze si applicano, non è stagione divisioni
«Le sentenze e le leggi non si discutono ma si applicano – ha sottolineato il ministro degli Affari regionali Francesco Bocc Boccia -. E questo deve valere per ognuno di noi. La sicurezza sui luoghi di lavoro per lavoratori e cittadini è una nostra priorità assoluta nell’emergenza Covid-19. Il governo sta facendo ripartire il Paese in sicurezza. Non è la stagione delle divisioni, dei protagonismi e dell’individualismo».

E in una lettera alle regioni: «Ritengo imprescindibile che le ordinanze delle Regioni prevedano, espressamente, il rispetto dei protocolli per la sicurezza dei lavoratori che saranno individuati con apposite linee guida definite dal Comitato tecnico scientifico e dall’Inail».

Negozi al dettaglio
I negozi al dettaglio, in base alla legge approvata dal consiglio provinciale dell’Alto Adige (impugnata dal governo «in assenza delle linee guida sul lavoro, limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro») aprono sabato 9 maggio in provincia di Bolzano.

Potranno alzare le saracinesche dall’11 maggio in Sardegna le attività commerciali – come negozi di abbigliamento e calzature, gioiellerie e profumerie – in quei comuni dove l’indice di contagio Rt sarà uguale o minore di 0.5. Lo prevede un’ordinanza firmata sabato scorso dal governatore Christian Solinas. I sindaci della Città Metropolitana di Cagliari e quello di Sassari hanno annunciato che non emetteranno ordinanze volte a consentire la riapertura delle attività l’11, in anticipo sul dpcm.

«Pur avendo a cuore la sorte delle innumerevoli piccole imprese per le quali la riapertura è cruciale – hanno spiegato -, nondimeno ritengono che questa decisione debba essere presa nella più totale sicurezza». Anche in Liguria potranno aprire i negozi dal 18 maggio.

Parrucchieri e centri estetici
Lunedì 11 maggio apriranno parrucchieri e centri estetici in Alto Adige e in Sardegna (dove vale però anche in questo caso della regola dell’indice di contagio uguale o inferiore a 0,5). In Puglia Abruzzo, in base a ordinanze approvate dai presidenti di Regione, questi esercizi commerciali potranno tornare in attività il 18 maggio. «È intenzione della Regione Liguria «far riaprire parrucchieri, estetisti e negozianti dal 18 maggio. Già dall’11 maggio potranno andare nelle loro attività a preparare la riapertura».

Bar e ristoranti
Sempre l’11 maggio torneranno a lavorare a regime (non solo con il take away) bar e ristoranti in Alto Adige. Bar e ristoranti riapriranno anche in Liguria. Mentre su questo fronte va ricordato che dal 30 aprile in Calabria era «consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto». Il 9 maggio è giunto lo stop del Tar.

Seconde case
La Regioni Liguria ha annunciato che dall’11 maggio sarà consentito «alle famiglie di andare nelle seconde case con l’intero nucleo familiare, di andare in barca con l’intero nucleo familiare e di fare sport nell’intero territorio regionale». Anche in Sicilia è consentito andare nelle seconde case ma come trasferimento per la stagione estiva. I calabresi potranno raggiungere la seconda abitazione nella Regione, individualmente o con un familiare convivente, per effettuare manutenzioni. E con rientro in giornata.

Musei e biblioteche
In anticipo sulla data nazionale prevista il 18 maggio, l’Alto Adigeconsente l’apertura dei musei sin dall’11 maggio. Il Comune di Milano ha già deciso che il 18 maggio riapriranno le biblioteche, dopo una riorganizzazione degli spazi per garantire il distanziamento dei dipendenti e di questi con i cittadini.

Mentre il 19 maggio dopo oltre due mesi di chiusura torneranno in attività i musei civici della città. Ma sarà una riapertura, sperimentale, a giorni alterni, con ingressi contingentati in base alla dimensione, ingressi scaglionati a orari definiti e con l’obbligo di prenotazione e acquisto online del biglietto.

Servizi per l’infanzia
I servizi di assistenza all’infanzia potranno riprendere già dal 18 maggio, con gruppi ridotti, in Alto Adige. Va ricordato che il «piano per l’infanzia» presentato dal dipartimento della Famiglia del ministro Elena Bonetti al Comitato tecnico scientifico (che deve ancora dare il suo parere) prevede dal 18 maggio e per tutto il periodo estivo la possibilità per gli enti interessati di avviare percorsi di “outdoor education”, cioè attività organizzate all’aperto per i bambini dai 3 anni in su nell’ambito di parchi, giardini o luoghi similari (ad esempio fattorie didattiche o cortili condominiali, e così via).

E dal 1° di giugno e per tutto il periodo estivo la riattivazione dei servizi educativi per la fascia 0-6 anni e via libera ai centri estivi per bambini e ragazzi, anche utilizzando le potenzialità di accoglienza (soprattutto spazi verdi) delle scuole, degli asili, ludoteche e oratori.

Messe
Va ricordato infine che dal 18 maggio i fedeli potranno tornare a messa, in base a un protocollo firmato dal Presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Previsti ingressi contingentati e obbligato di mascherina. Si continuerà ad omettere il segno della pace.

Teatri e teatri
Una delle ipotesi su cui sta ragionando il governo, sulla base delle misure suggerite dal Comitato tecnico scientifico, è quella che prevede la riapertura di teatri (e sale da concerto all’aperto) e cinema dalla prima settimana di giugno, con regole precise per permettere agli spettatori, così come sarà per i fedeli in chiesa, di partecipare a spettacoli rispettando distanziamenti e sicurezza. Per quanto riguarda ad esempio le rappresentazioni teatrali, tra le condizioni c’è quella che gli spettatori mantengano tra di loro una distanza di almeno un metro e indossino la mascherina. Non potranno entrare in presenza di sintomi respiratori e/o una temperatura corporea oltre i 37 gradi e mezzo. Le stesse condizioni dovranno essere rispettate dagli artisti e dalle maestranze.

Chi organizza questi spettacoli dovrà garantire l’accesso contingentato in maniera ordinata. Dovranno esserci contenitori con sostanze igienizzanti all’ingresso dello spazio aperto o chiuso dove andranno in scena gli spettacoli. Andrà garantita una periodica pulizia e igienizzazione degli ambienti chiusi e dei servizi igienici di tutti i luoghi interessati dall’evento, soprattutto al termine di ciascuno spettacolo. È vivamente sconsigliata la consumazione di cibo e bevande, operazione che implicherebbe la rimozione delle mascherine, così come pure la vendita al dettaglio di bevande e generi alimentari in occasione di questi eventi, compresa l’attività di vendita diretta agli spettatori in seduta durante lo svolgimento degli spettacoli. Ogni decisione sarà presa con un occhio sull’andamento dei contagi.

(Il Sole 24Ore)

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