Negli ultimi anni, è scoppiato il fenomeno della sharing mobility: auto in condivisione, bici e monopattini elettrici da noleggiare per pochi minuti, lunghi viaggi con perfetti sconosciuti.
La pandemia di Covid-19, però, ha ribaltato la situazione: le parole d’ordine sono distanziamento fisico e sanificazione. Come cambierà la sharing mobility? Lo abbiamo chiesto alle principali realtà italiane, da Enjoy a Share Now (l’ex Car2go), da Blablacar alle società di micromobilità attive nelle principali città del nostro Paese. A cura di Marco Gritti
L’emergenza Covid-19 potrebbe avere serie conseguenze sulla mobilità, modificando le abitudini di ciascuno di noi per quanto riguarda il modo in cui ci spostiamo: lo scrive Deloitte in uno studio intitolato “From now on. Mobility Boost, si apre una nuova fase”.
Secondo gli autori, la pandemia sortirà un duplice effetto: da un lato potrebbe accelerare lo sviluppo di alcune forme di sharing mobility fino ad oggi in uno stato embrionale, come ad esempio l’utilizzo in condivisione di monopattini, scooter e biciclette (nella Cina post contagio l’utilizzo del bike sharing è aumentato del +150%), che potrebbero affermarsi come mezzi sicuri e convenienti per muoversi all’interno delle città; dall’altro rimette in discussione le forme di sharing mobility fino a oggi più diffuse, dal car pooling al noleggio delle auto, passando per il car sharing. Quest’ultimo settore, in particolare, dovrà secondo Deloitte posticipare al 2022-2023 il raggiungimento dell’equilibrio economico (il cosiddetto break even point) che era invece atteso nel corso del biennio 2020-21.
“Per il settore della nuova mobilità, la fase che stiamo attraversando impone una riflessione che permetta di gestire l’emergenza e di impostare la ripresa coerentemente con il nuovo contesto sociale ed economico che si andrà a delineare”, sostiene Luigi Onorato, Senior Partner di Deloitte Italia. “Anche in questo delicato momento, la nuova mobilità rimane un ambito strategico per tutti i settori coinvolti, centrale per mantenere una relazione forte con i clienti e si inserisce in un contesto in cui l’offerta degli operatori rimane ricca, innovativa e in grado di rispondere ai bisogni dei consumatori. Lo sviluppo e il successo dei singoli modelli dipenderà̀ dalla capacità degli operatori di intercettare i nuovi bisogni della collettività e dagli stimoli, quanto mai ora necessari, che le istituzioni sapranno mettere in atto per ripensare l’intero ecosistema della mobilità”.
La risposta delle aziende di sharing mobility
In questo longform abbiamo raccolto il modo in cui diversi attori della sharing mobility che operano in Italia hanno vissuto il periodo di lockdown, e le idee con cui intendono far ripartire i propri business in futuro. Dall’estero, intanto, arrivano le storie e gli esempi di altre aziende: fino allo scorso 30 aprile, in alcune città degli Stati Uniti, Lyft ha offerto viaggi in monopattini elettrici gratuiti per il personale sanitario, gli operatori di primo soccorso e i lavoratori nel settore dei trasporti. Wheels, società di noleggio di biciclette elettriche, ha invece creato in collaborazione con NanoSeptic un sistema di sanificazione automatica di manubri e freni per le proprie bici. In Germania, infine, la società di car sharing Miles Mobility ha ampliato l’area in cui è attivo il servizio in alcune città della Germania, allargandosi in zone periferiche, per sopperire alla diminuzione nell’utilizzo di mezzi pubblici in aree extra-urbane.
(Agi)