13 Novembre, 2024
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Coronavirus a Roma: nei parchi è ressa. Raggi: così li richiudiamo

Coronavirus Nel belvedere di Monte Ciocci, parco comunale tra la Balduina e il Trionfale, ci si accalca a centinaia sul muretto vista Cupolone.

Quasi tutti in età da liceo, addossati uno a un centimetro dall’altro, chi con la birra in mano, chi con la sigaretta.

La mascherina, questa sconosciuta. Tutt’intorno vorticano i runner in tuta da ginnastica, le mamme con le carrozzine, i pensionati a passeggio, altri ragazzini ancora impegnati in una partita di pallone che in teoria sarebbe proibita, in tempi Covid, ma se nessuno controlla si dribbla e si scalcia come in certi campetti di periferia la domenica mattina. E succede pure al Pincio, nel cuore di Villa Borghese, altro parco, altra folla, altri palloni, picnic con le tovaglie srotolate sull’erba, borracce che passano di mano in mano. Tutti congiunti? A vederli, non sembrerebbe. Non a caso nei viali puntellati dai platani, di pomeriggio, sfrecciano le autopattuglie ad altoparlanti spiegati: niente assembramenti, non vi affollate. Ma il più delle volte non basta. Ecco perché, riaperti da una settimana esatta, i parhci di Roma potrebbero chiudere di nuovo.

Virginia Raggi ci sta pensando, dopo avere visto le foto degli ultimi due giorni e i report della Polizia locale. «Questo fine settimana è un test», ragiona la sindaca. Che già ieri mattina aveva lanciato un appello ai romani: «Nel week-end le presenze nei parchi potrebbero aumentare, quindi voglio rivolgere un invito a tutti: continuate a rispettare le regole e le distanze di sicurezza. È fondamentale per tutelare la vostra salute e quella degli altri». I giardini hanno riaperto ma ora tocca «viverli nel rispetto degli altri e delle regole di convivenza imposte dalla necessità di prevenire nuovi contagi. Non dobbiamo vanificare i sacrifici fatti».

Col passare delle ore in Campidoglio ci si è resi conto che la situazione, specialmente nei grandi polmoni verdi della città, andava via via ad aggravarsi. I capannelli delle prime ore della mattina, diventavano raduni sempre più affollati. E pericolosi. Soprattutto verso sera, soprattutto ragazzi. Villa Ada, Villa Torlonia, Villa Paganini.

In alcuni casi i vigili hanno dovuto rafforzare le pattuglie per mettere ordine tra centinaia di persone a spasso, bivacchi a terra, gente che prendeva il sole come fosse Ostia lido. Raggi ha voluto avere tutto il giorno report dai collaboratori più fidati e dai vertici della Municipale. Con loro ha delineato la strategia per i prossimi giorni: «Abbiamo riaperto i parchi, soprattutto per le famiglie e i bambini. E non sono certo loro il problema. Ma se continueranno gli assembramenti, purtroppo servirà una nuova ordinanza di chiusura». È un’extrema ratio, ma la Municipale già ci sta lavorando, per farsi trovare pronta nel caso in cui le cose dovessero andare male anche oggi. L’idea è di chiudere solo i parchi più grandi, quelli più affollati, lasciando invece aperti i giardini di quartiere, in modo da dare una valvola di sfogo alle famiglie con i bimbi. Altra opzione: chiudere di pomeriggio, aprendo i cancelli di mattina.

Nel frattempo le ditte della manutenzione si stanno rimettendo all’opera per tagliare le erbacce e segare i rami pericolanti. Durante l’emergenza, gli operai esterni si erano fermati e i pochi giardinieri comunali hanno dovuto lavorare a singhiozzo con i trattori zavorrati dai guasti (gli ultimi due la settimana scorsa). E così solo un’area verde su due, finora, ha riaperto. «Ma il rallentamento di questi mesi sarà prontamente recuperato», ha garantito l’assessore al Verde, Laura Fiorini.

(Virgilio)

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