23 Novembre, 2024
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È ancora caos in Aula, tra sputi, insulti e gesti da stadio

L’Assemblea di Montecitorio teatro del nuovo duro scontro tra maggioranza e opposizioni.

Il leghista Belotti mima con le mani la minaccia ‘ti gonfio’ al pentastellato Currò e Fratoianni accusa i colleghi del centrodestra di togliere le mascherine e “sputacchiare” 

Il clima da stadio nell’Aula della Camera sembra essere diventato ormai una costante. Forse, sostiene il leghista Daniele Belotti, autore durante la seduta odierna di un tipico gesto da tifoserie delle curve, a determinarlo è anche la nuova organizzazione dei posti nell’emiciclo, con 170 deputati posizionati nelle tribune, tradizionalmente riservate al pubblico, e ora trasformate in postazioni di voto per garantire il rispetto delle distanze sanitarie: chi siede lì, è la riflessione del leghista, si sente come “nel settore ospiti” di uno stadio. Al di là delle ipotesi sul perchè, fatto sta che tra maggioranza e opposizione il clima è sempre più rovente. E le urla, le accuse reciproche, la protesta totale finiscono ultimamente per avere la meglio sul merito degli interventi.

Reduce dalla bagarre di ieri, con le proteste della maggioranza contro il leghista Alessandro Pagano che ha definito Silvia Romano una “neo terrorista”, oggi l’Aula è stata nuovamente teatro di un duro scontro. Fino all’epilogo dell’ipotesi di reato di vilipendio nei confronti del Capo dello Stato, a carico dell’ex M5s, no vax convinta, Sara Cunial. Nel mezzo, l’Assemblea di Montecitorio è riuscita a votare ed approvare il decreto Covid, il provvedimento che raccoglie tutte le misure sul contenimento per fronteggiare il diffondersi del coronavirus, e nel quale è stata inserita la ‘parlamentarizzazione’ dei Dpcm.

Oggi a scatenare il caos un ordine del giorno della Lega sulla libera circolazione dei lavoratori frontalieri, sul quale il governo ha prima dato parere negativo, per poi modificarlo, così il testo è stato approvato. Di fronte alle iniziali proteste del centrodestra, che ha accusato il governo di essere indifferente ai problemi degli italiani, è scoppiato un duro botta e risposta tra deputati di maggioranza e delle opposizioni, con i parlamentari seduti nelle postazioni situate nelle tribune che, per farsi sentire, in quanto più in alto rispetto ai banchi dei colleghi, alzano di molto il tono della voce. E, secondo la maggioranza, togliendosi la mascherina.

Scatena un ulteriore ‘putiferio’ l’intervento di Nicola Fratoianni (Leu), che chiede al presidente di turno, Fabio Rampelli, di richiamare “la destra” a usare in modo conforme le mascherine, e non toglierle per “sputare” – anche “minacce e insulti” – in Aula. “E’ una vergogna”, sottolinea Fratoianni, ricordano l’importanza delle norme di sicurezza. Per la verità, già in diverse occasioni il presidente di turno aveva ripreso alcuni deputati, richiamandoli all’uso consono della mascherina. Il deputato di Leu lamenta anche insulti e parolacce provenienti dai banchi delle opposizioni.

Dal microfono acceso di Rampelli si sente la frase: “Qui addirittura volano i coriandoli….”. Poi, ufficialmente, il presidente richiama i colleghi all’ordine: “Mantenete un atteggiamento consono altrimenti sospendo la seduta. I rilievi fatti da Fratoianni sono legittimi, non mi sono accorto degli insulti, vedremo i filmati della seduta e si valuterà se procedere qualora alcuni deputati abbiano rivolto minacce”. Interviene il leghista Edoardo Ziello: “Nessun deputato della Lega sputacchia, l’unico che sputacchia per insultarci è Fratoianni… cazzo”. Rampelli insiste: “Tenete le mascherine e tenetele nel posto giusto”. Prende la parola, nel caos generale, un altro leghista, Eugenio Zoffili: “Non accettiamo la morale sull’uso della mascherina, fatela a palazzo Chigi e ad Arcuri che oltre ad essere incompetente è anche antipatico agli italiani”. A fatica torna una certa calma nell’Aula. Ma a surriscaldare ai massimi livelli la situazione sono le parole del deputato M5s ​Giovanni Currò, quando accusa la “Regione Lombardia, responsabile del più grande fallimento sanitario della storia della Repubblica”. Si sentono urla dalla Lega (“vai in un ospedale a vedere”).

E’ in questo frangente che il leghista Belotti viene immortalato mentre rivolge a Currò un gesto offensivo, che potrebbe essere tradotto con l’espressione ‘ti gonfio’. La scena, nel parapiglia totale, non sfugge e il dem Andrea Romano la posta sui social: “Tipico gesto distensivo e di alto valore istituzionale di tipico deputato leghista (Belotti), poco fa nell’aula di Montecitorio. Ovviamente nell’interesse del paese e della piú rapida ripartenza economica”, scrive su twitter.

“Il mio è stato un gesto sbagliato ma che ci stava di fronte all’ennesima strumentalizzazione dei 5 stelle sui morti in Lombardia”, si difende il deputato lombardo, contattato al telefono dall’AGI. “Basta con lo strumentalizzare i morti lombardi”, chiede il leghista. ‘Voce’ del raduno di Pontida, e noto tifoso dell’Atalanta, nelle settimane scorse Belotti aveva svolto un intenso intervento in Aula commuovendosi per i morti bergamaschi. Ora ricostruisce così lo ‘scivolone’ odierno alla Camera: “Si parlava di frontalieri ed è stata tirata fuori la questione della malasanità lombarda. Che cosa c’entra non si sa. E da lì è scattata d’istinto questa reazione da stadio – prosegue – favorita dal fatto che ci hanno messo nel ‘settore ospiti’. Per uno come me che va da 45 anni in curva è il suo ambiente naturale”.

(Agi)

 

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